giovedì 30 giugno 2011

mercoledì 29 giugno 2011

30 anni del Centro Studi A.G. Barrili







Il 29 Giugno 2011, Carcare, celebrerà un importante compleanno, il Centro Studi A.G. Barrili fondato nel 1981 festeggerà 30 anni di vita.
Un percorso culturale trentennale che, ha promosso Carcare e le sue iniziative oltre i confini delle valli del Bormida.

Il Centro Studi nasceva immediatamente dopo la conclusione dei lavori di restauro di Villa Maura, acquistata dal Comune di Carcare qualche anno prima dagli eredi della famiglia Barrili.
Una scelta amministrativa, voluta dalla giunta presieduta dal Sindaco Paolo Tealdi, seguita da vicino dall’Assessore Vittoriana Sardo Derapalino, rivelatasi ad oggi lungimirante garantendo alla cittadinanza un luogo dedicato per lo sviluppo e la diffusione della cultura e delle arti.

Museo e Archivio, periodicamente sotto la lente di ingrandimento della Soprintendenza ai beni Culturali, custodiscono un immenso patrimonio storico oggetto di continua valorizzazione.
In questo disegno si inserisce la presentazione del libro “La mano di Giove Sabazio”, un approfondimento monografico curato da Renato Breviglieri, dedicato allo studio di una statuetta in gesso raffigurante l’antica divinità conservata nel Museo Storico, unica copia esistente di un originale bronzeo rinvenuto nell’800 nella valle di Vado, regalato al Barrili dall’amico che la scoprì.

Il programma della celebrazione avrà luogo nei locali di Villa Barrili con inizio alle ore 18 e prevede la consegna di un riconoscimento alla Professoressa Vittoriana Sardo Derapalino; la donazione di due teche portabandiere per gentile concessione della Associazione Culturale A.G.Barrili di Cairo Montenotte; la presentazione del volume sopra citato. Contestualmente sarà possibile visitare il museo.

Mercoledì 29 Giugno ore 18.00 – Villa Barrili CARCARE

- Consegna riconoscimento Professoressa Vittoriana Sardo Derapalino
a cura del Centro Studi A.G. Barrili

- Donazione teche portabandiere risorgimentali
gentile concessione Associazione Culturale A.G. Barrili – Cairo M.tte

- Presentazione del libro “La mano di Giove Sabazio”
a cura dell’autore Renato Breviglieri (Centro Studi A.G. Barrili)

domenica 26 giugno 2011

Notturni di_versi 2011




notturni di_versi – piccolo festival della poesia e delle arti notturne


L’ ATTESA
2.8. 9.21.23 LUGLIO > PORTOGRUARO( VE)
28 GIUGNO > FOSSALTA DI PORTOGRUARO (VE)


attesa
[at-té-sa] s.f.
· 1 Lasso di tempo che intercorre tra il preannuncio di un evento e il suo verificarsi: a. di una notizia; stato d'animo di chi aspetta: a. penosa sala d'a., sala d'aspetto
· 2 (spec. pl.) Ciò che ci si attende SIN speranze, aspettative: le vostre a. sono andate deluse



Il tema di notturni di_versi 2011 è l’attesa. Ma cos’hanno a che fare la poesia, e l’arte in generale, con l’attesa? Ben poco se la intendiamo nel senso di uno stato di passiva inattività, molto se invece l’assumiamo come un tendere a... , come una condizione di attivazione protesa verso ciò che pu? avvenire.

L’attesa si può infatti intendere a partire da due diverse prospettive, una di chiusura nella difesa della proprie posizioni consolidate, si tratta in tal caso di un’attesa che ci consuma, come quella del Tenente Dogo nella fortezza Bastiani, e l’altra invece protesa verso la creazione di un orizzonte da tenere aperto e nel quale ciò o colui che sta per venire possa trovare spazio.

L’attesa implica quindi un lavoro cronologicamente orientato verso il futuro. E' in tal senso che si parla di attesa in ambito religioso ma che intendiamo anche la maternità come un’attesa. L’attesa allora non va disgiunta da un concetto che apparentemente le si oppone, quello di sorpresa.

Già Eraclito affermava che “chi non si aspetta l’inaspettato non scoprirà la verità”, questo perchè anche il sorprendente deve trovare uno spazio in cui possa presentarsi a noi, e senza una tale disposizione passerebbe inosservato. A nostro avviso quindi il ruolo della poesia e dell’arte sta proprio nel tenere aperto questo orizzonte di attesa in cui anche l’inatteso possa darsi.




notturni di_versi – piccolo festival della poesia e delle arti notturne L’ ATTESA

2.8. 9.21.23 LUGLIO > PORTOGRUARO( VE)
28 GIUGNO > FOSSALTA DI PORTOGRUARO (VE)



Martedì 28 giugno
Fossalta di Portogruaro (VE) – Cortino del Castello di Fratta

Ore 21.00 MUSICHE
sbiZZa e la MicrOrchestra – presentazione cd Tinamo
Le Cose Sicure – presentazione Pieghevole per pendolare precario
nell’ambito del Festival Jazz Pjazza

Sabato 2 luglio
Portogruaro (VE) - Vivai Bejaflor Viale Udine, 34

Ore 21.30 READING
Reading poetico «Camminando, Camminando» con Roberto Cescon, Andrea Comina, Stefania Crozzoletti, Roberto Ferrari, Piero Simon Ostan, Tomislav Vrecar
musiche a cura del Porto del Jazz
in collaborazione con il Festival itinerante internazionale di Poesia «Acque di Acqua»

in serata NUTRI_MENTI
Rinfresco a cura del Vivaio Bejaflor

Venerdì 8 luglio
Portogruaro (VE) – Studio Arkema

Ore 21.30 ESPOSIZIONI
Inaugurazione mostra personale di Tizzi da Gorizzo

a seguire INCONTRI
Presentazione libro «365/terzo» di Giovanni Tuzet, Raffaelli Editore

Sabato 9 luglio
Portogruaro (VE) – Galleria d’arte contemporanea Ai Molini e dintorni

Ore 21.30 ESPOSIZIONI
Inaugurazione «Libri di_versi 3» poeti e artisti espongono libri oggetto
a cura di Silvia Lepore e Sandro Pellarin

a seguire READING
Reading sull’acqua dei poeti partecipanti a «Libri di_versi 3»
musiche a cura di Michele Spanghero

Giovedì 21 luglio
Portogruaro (VE) – Parco della Pace

Ore 21.30 INCONTRI
L’attesa
Incontro con Alberto Garlini

Ore 22.15 READING
Voci Reading poetico con Guido Cupani, Alessandra Frison, Giulia Rusconi, Anna Toscano
a cura di Piero Simon Ostan e Roberto Cescon

Ore 23.00 MUSICHE
Jumbo Geisha in concerto

In serata: NUTRI_MENTI
Rinfresco e degustazione vini - Azienda Agricola Piccinin di Belfiore di Pramaggiore

Sabato 23 luglio
Portogruaro (VE) – Parco della Pace

Ore 21.30 TEATRALITA’
«Tempeste» con Stefano Rota dell’associazione teatrale Kairos
tratto da La tempesta di Shakespeare

Ore 23.00 READING
Voi ch'ascoltate - Reading poetico - 8a edizione-
«L’attesa»
Presenta Renzo Cevro-Vukovic – musiche a cura del Porto dei Benandanti

In serata NUTRI_MENTI
Rinfresco e degustazione vini - Azienda Tomasella di Pramaggiore

Apertura esposizioni

Dal 9 luglio al 23 luglio: Libri di_versi 3 poeti e artisti espongono libri oggetto

Dal 8 luglio al 7 agosto: Personale di Tizzi da Gorizzo presso Studio Arkema

IN CASO DI MALTEMPO L’EVENTO DEL 28 GIUGNO AVRA’ LUOGO PRESSO L’AUDIOTORIUM “DON A. TONIATTI” VIA I. NIEVO, 20
TUTTI GLI ALTRI EVENTI PRESSO LA SALA CONSILIARE DEL COMUNE DI PORTOGRUARO


venerdì 24 giugno 2011

Documentari di Paolo Saglietto a San Biagio della Cima





ASSOCIAZIONE AMICI DI FRANCESCO BIAMONTI
IN COLLABORAZIONE CON
COMUNE DI SAN BIAGIO DELLA CIMA
PROVINCIA D'IMPERIA
REGIONE LIGURIA

ITINERARI DI LETTERATURA
SETTIMA EDIZIONE 2011

VENERDI 24 GIUGNO
ORE 21,00
CENTRO POLIVALENTE "LE ROSE"
SAN BIAGIO DELLA CIMA (IM)


DOCUMENTARI DI PAOLO SAGLIETTO

LA LETTERATURA

INTERVENGONO

MARCO SAGLIETTO, SIMONA MORANDO, ANDREA FALCIOLA


Paolo Saglietto (1924-1973), grande e non abbastanza ricordato documentarista e autore di cortometraggi, nato a Imperia e attivo negli anni '60 e primi anni '70, regista anche di un lungometraggio per l'infanzia. L'aFB ha voluto riscoprire questa figura, che gode di una maggiore attenzione fuori dalla Provincia di Imperia, dopo l'importante presentazione della sua opera fatta presso il DAMS il giorno 11 maggio 2011: a seguito della visione dei suoi documentari si è anzi deciso di proporre al pubblico due serate su Saglietto, una dedicata alla sua produzione relativa alla letteratura e all'arte, quella appunto del 24 giugno, e una dedicata più specificatamente al paesaggio, anche urbano, della Liguria di Ponente, che avrà luogo il Primo luglio.





A presentare i documentari di Saglietto ci saranno Andrea Falciola, che si occuperà di introdurne la figura e di evidenziarne gli aspetti più propriamente filmici delle sue pellicole, e Simona Morando, che si occuperà invece delle questioni letterarie sottese alla proiezione: i documentari in visione il 24 luglio, infatti, riguardano, tra gli altri, le figure di Pavese, Fenoglio, e del grande artista figurativo Gino Rossi.




giovedì 23 giugno 2011

Da leggere: Drea



Un romanzo di mare, ambientato tra Monterosso e la Corsica, passando per Livorno, Genova, Marsiglia, intriso di sapori mediterranei e conradiani. Una storia avvincente, scritta con un linguaggio essenziale e incisivo. Un libro da leggere.
Ne proponiamo la prima pagina.
Drea
Il colore del mare era di un cobalto così intenso come può esserlo solo nelle prime giornate di primavera battute dalla tramontana.
Avevano iniziato a caricare il léudo che era ancora notte: montavano su uno scalandrone di legno rizzato a poppa e vi facevano rotolare i caratelli pieni di vino, che poi svuotavano nelle grosse botti sottocoperta.

Quel vino era destinato ad un mercante livornese, così Drea si era unito all’equipaggio ed aveva offerto il proprio aiuto in cambio di un passaggio per raggiungere lo zio nel porto toscano.
Con la brezza di terra la barca avrebbe preso facilmente il largo. Quando il léudo fu carico, fu issata l’antenna e la vela latina si gonfiò, così la pesante barca si allontanò lentamente da riva.
Drea si portò a prua e iniziò a recuperare la cima dell’ancora, che per l’abbrivio non faceva resistenza; nel frattempo Nicola, data volta alla scotta nella galoccia a poppa, si affrettò a raggiungerlo. In un intreccio di mani, alternativamente agguantavano la gomena resa scivolosa dall’acqua, uno di fianco all’altro, spalla con spalla.

Nicola era un uomo forte, il più forte del paese: non alto, tarchiato, dal collo tozzo e possente e con braccia dure e robuste come se fossero state tornite nel legno santo. Diceva di essere così vigoroso perché appena nato, il padre lo aveva lavato nel vino, ancor prima di essere asperso con l’acqua benedetta del battesimo.
Un sorriso sarcastico si delineava sul suo viso quando si rivolgeva a qualcuno con fare arguto e provocatorio. Incalzava i suoi interlocutori accompagnando le frasi con un leggero gesto del braccio e della spalla, come se dovesse affondare dei colpi di lotta...

- Che dici Drea, eh, avrai fatto la scelta giusta? Sgranare la coroncina del rosario non è così faticoso come salpare il ferro...
Le parole di Nicola lo riportarono a quella fredda mattina di gennaio, quando era andato da don Francesco per dirgli che avrebbe lasciato il seminario.
Era prima dell’alba e le donne che dovevano andar per le terre o al bosco, passavano in chiesa frettolose e infreddolite; entravano a testa bassa, curve, piegate più per le fatiche quotidiane che per il peso della solennità che le attendeva.
Anche Drea quella mattina aveva un peso di cui doveva liberarsi. Come spiegare a don Francesco il motivo di quella scelta? Come avrebbe reagito, proprio lui che sognava per il valente discepolo una fulgida carriera ecclesiastica, alla decisione di rinunciare ai voti e ad un percorso già segnato, vivamente sostenuto dalla nobile famiglia dei marchesi Saporiti.

Finita la messa, nella sacrestia, aiutò il sacerdote a spogliarsi dei paramenti ed attese il momento opportuno per confessarsi. Lo fece appena furono soli, velocemente e quasi sottovoce.
- Ho lasciato il seminario...
Drea appoggiò la cotta sul bancone, fingendo di ripiegarla.
A don Francesco la notizia giunse alle spalle come una pugnalata.
- Cosa hai detto?
Si girò per cercare il suo sguardo, mentre Drea non riusciva ad alzare il volto, chino sulle vesti che aveva appena deposto.
- Che novità è questa? Non è il momento di scherzare!
Il tono di rimprovero usato dal parroco non lasciava dubbi sulla serietà della faccenda. Ora Drea lo guardava, per cogliere un gesto, un’espressione, sperando che quel rimprovero si tramutasse in comprensione.
- Non sono stato mai così convinto! Fino ad ora gli altri hanno deciso per me, ma adesso voglio essere io responsabile delle mie scelte!

Don Francesco gli mise una mano sulla spalla.
- La morte di tua madre ti ha sconvolto, mio caro. Lascia che la tua vita segua il corso che Dio le ha impresso scegliendo per te la via del sacerdozio.
Lo sguardo di Drea si fece più intenso e i muscoli del suo volto si contrassero, provocando una smorfia ed un leggero tremore al labbro superiore.
- Non è stato Dio! In questa scelta, Dio non c’entra.
Si ritrasse per staccarsi dalla presa del parroco e proseguì con voce alterata.
- Le colpe degli altri hanno deciso per me. Ho saputo tutto, anche dell’uomo che ha pagato per riscattare l’offesa!
- Taci! Non rispetti neppure la morte di tua madre? Sei in peccato parlando in questo modo!
Le parole del parroco, acute e stonate, lo toccarono come un pugno di sassi gettato ad un cane dilaniato dalla fame. Sentì l’impulso di fuggire. Ormai aveva deciso.
- Se Dio vorrà, lo servirò in altro modo.

Drea sapeva di aver fatto la scelta giusta, anche se in paese molti, come Nicola, erano perplessi perché mai nessuno aveva abbandonato le comodità riservate ai preti per imboccare una vita di fatiche. Era vero: la vita di mare si era imposta ai suoi compagni, non l’avevano scelta. Ma per lui era diverso.
- Ci vuole più forza per sgranare un rosario con vera fede che per salpare l’ancora, e poi lo devi fare in latino ... – disse Drea sorridendo a Nicola.
- Se si mantiene quest’aria, saremo al Tino tra tre ore e a Livorno col buio - tagliò corto Nicola.



Gli autori

Adriano Basso (La Spezia, 1953). Docente di Filosofia al liceo Della Rovere di Savona. Cresciuto a Monterosso nelle Cinque Terre, da studente ha navigato come marinaio e ora continua a farlo sulle barche a vela.


Stefania Demartini (Savona, 1966). Docente di Lettere nella scuola media Giovanni XXIII di Spotorno.

Franco Paolo Oliveri (Genova, 1953). Docente di Storia e Filosofia del liceo Andrea D'Oria di Genova. Già bibliotecario e giornalista pubblicista, ha collaborato al Dizionario Biografico dei Liguri e ai periodici Resine e Urbs. Si occupa di storia e di cultura ligure.




Adriano Basso, Stefania De Martini, Franco Paolo Oliveri
Drea
Loffredo Editore, 2011
13,50 Euro

mercoledì 22 giugno 2011

Pubblicata l’opera Omnia di Barbo Toni Boudrìe



PRESENTAZIONE DEL LIBRO OPERA POETICA OCCITANA DI BARBO TONI BOUDRÌE A TORINO E A CUNEO



Pubblicata l’opera Omnia di Barbo Toni Boudrìe.

“Sentivo la lingua di mio padre e dei miei nonni farsi bandiera di ribellione [...] Amare il prossimo eppure lottare, il prossimo eppure la solitudine, la poesia e il silenzio, il paesello e l’infinito, la vita eppure la morte. Solo in dialetto è possibile” (dall’Introduzione di Boudrìe alla sua raccolta poetica Fràisse e Mèel, 1965).

Nel 1999, all’età di 78 anni, moriva Barbo Toni Boudrìe (Antonio Bodrero), il grande poeta occitano di Frassino in valle Varaita, nonché uno dei più importanti poeti piemontesi del ’900. Da molto tempo le sue principali raccolte poetiche erano fuori commercio e la sua originalissima opera rischiava di cadere nell’oblio di un mondo sempre più uniformato dalle lingue ufficiali. Ora finalmente le edizioni Bompiani pubblicano, nella prestigiosa collana “Il pensiero occidentale” (diretta dal filosofo Giovanni Reale), la sua Opera poetica occitana.

Si tratta di un volume di 1070 pagine, curato da Diego Anghilante, che comprende le raccolte poetiche stampate dallo stesso Boudrìe, le poesie pubblicate su riviste e pubblicazioni varie, quelle inedite e quelle giovanili. Ogni componimento è corredato da un ampio apparato di note volte a presentare il complesso rapporto del poeta con la lingua occitana e a spiegare le sue concezioni filosofiche e teologiche. L’edizione completa dell’opera occitana di Boudrìe è preceduta da una lunga introduzione sulla sua vita e sulla sua poetica, e seguita dagli apparati critici dedicati alle grafie occitane utilizzate, al glossario dei termini più importanti o più rari, alla bibliografia di e su Boudrìe.

Le prime presentazioni sono in programma nelle seguenti città:



a Torino, Circolo della Stampa - Palazzo Ceriana Mayneri in Corso Stati Uniti 27 giovedì 16 giugno 2011 alle ore 17.30, relatori: Giovanni Tesio (Università del Piemonte Orientale), Giuseppe Goria (Centro Studi Piemontesi, Torino) e Diego Anghilante.


A Cuneo - Salone d’onore del Municipio in Via Roma 28 mercoledì 22 giugno 2011 alle ore 17.30, relatori: Gianni Martini (direttore redazione cuneese de La Stampa), Francesco Tomatis (Università di Salerno) e Diego Anghilante.


A Saluzzo - Sala della Cassa di Risparmio di Saluzzo in Corso Italia 86 venerdì 24 giugno alle ore 17.30, relatori: Gianpiero Boschero (presidente associazione Lou Soulestrelh), Aldo Ponso (giornalista) e Diego Anghilante.


A Dronero - Espaci Occitan - ex caserma Beltricco in via Val Maira 19 martedì 28 giugno alle ore 17.30, relatori: Rosella Pellerino (Responsabile Linguistico Culturale di Espaci Occitan), Fulvio Romano (collaboratore de La Stampa) e Diego Anghilante.





Antonio Bodrero (Barbo Toni Boudrìe) è forse il più grande visionario della poesia dialettale del Novecento. Nella sua opera aleggia un sentimento panico della natura, un animismo cristiano che coglie in ogni minimo fenomeno l’epifania del Dio evangelico, la conferma del suo amore verso le creature. Posseduto dal dono della trasfigurazione, Boudrìe vede attraverso la poesia come tutto nell’universo si allacci e si tenga, in un concatenarsi analogico che fa della poesia un cammino, una draio (sentiero), un segmento visibile nell’infinito devolversi dell’immaginazione umana. E tutto ciò giocando magistralmente con una parola sempre reinventata, potenziata, scavata nelle sue radici antiche. Attraverso la poesia di Boudrìe la lingua della minoranza occitana in Italia ha compiuto un salto epocale: da dialetto disprezzato e destinato all’estinzione a lingua aulica, sublime, vertigine di mistero capace di parlare non solo all’occitano che riscopre la propria identità alienata, ma, nel suo respiro universale, all’umanità intera.
Con Boudrìe – come già era avvenuto con Mistral nell’Ottocento – l’antica lingua d’oc dei trovatori esce dal sonno di tanti secoli bui e ritrova prodigiosamente lo splendore delle corti duecentesche.

Nel presente volume è raccolta tutta l’opera poetica occitana di Boudrìe, da quella pubblicata dallo stesso autore in volumi o su riviste a quella inedita e giovanile. Essendo egli uno di quei poeti che, per parafrasare Nietzsche, “tra l’altro hanno anche dei pensieri”, ogni componimento ha richiesto un vasto apparato di note volte a presentare il suo complesso rapporto con la lingua occitana e a spiegare le sue concezioni filosofiche e teologiche.
L’edizione critica dell’opera occitana di Boudrìe è preceduta da un’ampia introduzione sulla sua vita e sulla sua poetica, e seguita dagli apparati critici dedicati alle grafie occitane utilizzate, al glossario dei termini più importanti o più rari, alla bibliografia di e su Boudrìe.





lunedì 20 giugno 2011

Arte del XXI secolo, mensile di arte e cultura




E' disponibile il nuovo numero della rivista "Arte del XXI secolo" contenente fra l'altro saggi e servizi su la Parigi di fine Ottocento, la storia dell'Islam, il Duomo di Monreale, la storia della Pop Art, Picasso, Van Gogh, la musica nel risorgimento.


La rivista, che viene distribuita gratuitamente, può essere richiesta al seguente indirizzo:



mercoledì 15 giugno 2011

martedì 14 giugno 2011

Aperitivi Letterari 2011 a Carcare


COMUNE DI CARCARE
Assessorato alla Cultura

"APERITIVI LETTERARI"

seconda edizione

nuova formula, nuove proposte
quattro appuntamenti in un mese
ogni Giovedì della settimana
tre manifestazioni artistiche per ogni serata

eventi nel gierdino
un luogo, nella storia del paese
insieme, per la sua valorizzazione
un'idea, per innovare nella tradizione

mercoledì 8 giugno 2011

No al carbone: per un futuro senza ciminiere





ARCI, ACLI, Uniti per la Salute, Emergency di Savona, Libera don Diana, Legambiente, ANPI, Italia Nostra, Comitato Acqua Pubblica, FAI fondo ambiente italiano, Redazione Uomini liberi, Comitato MODA, Libreria UBIK, Casa della Legalità, Donne in Nero, UDI Unione Donne in Italia, GasSa Gruppo di Acquisto Solidale, Banca Etica, Bottega della Solidarietà, Vivere Vado, NuovoFilmstudio, Cattivi Maestri, Dietrolequinte, Attori per Caso, Associazione Corelli, Comitato Spotorno-Noli, Mamme della Margonara, Comunità dei Mussulmani Liguria, Medicina Democratica, CUB Confederazione Unitaria di Base, ACU Associazione Consumatori Utenti,

Movimento 5Stelle, Rifondazione Comunista, Alleanza per l’Italia, Unione di Centro, Sinistra Ecologia e Libertà, Partito Comunisti Italiani, Verdi, Noi per Savona, Partito Comunista dei Lavoratori.

Sabato 11 giugno dalle ore 16,30 alle 20
PIAZZA SISTO IV - SAVONA


“L’ARIA NON E’ IN VENDITA. RESPIRIAMO I NOSTRI DIRITTI”

Manifestazione contro la combustione a carbone nella centrale elettrica Tirreno Power di Savona
con musica, teatro, letture, iniziative per bambini.

Ore 16,30:
spettacolo per bambini
“Improvvisazione sul carbone” con il teatro Veganierranti;

Ore 17,30:
letture e recitazione sul tema dell’ambiente:
“Un nemico del popolo” (Ibsen) a cura del teatro dei Cattivi Maestri;
“Gli indifferenti” (Gramsci) a cura degli Attori per caso;
“Storia di un’ecatombe” a cura della compagnia Sipario Precario;

Ore 18,00:
mini spettacolo di
ENRIQUE BALBONTIN e ANDREA CECCON;

Ore 18,30:
musica con il cantante e musicista ZIBBA,
e con il gruppo MISTIC ZIPPA;

Durante tutto il pomeriggio: murales a cura dei writers Duevventi, visione di video sull’ambiente, giochi per bambini.

Banchetti delle Associazioni, e Rinfresco a cura di Noi per Savona-Verdi.




OLTRE IL CARBONE: PER UN FUTURO SENZA CIMINIERE

Per 40 anni ci hanno avvelenato con 4.000 tonnellate di carbone al giorno.
Contro la nostra volontà.
Nascondendoci la verità.

Non si può più ignorare la volontà della grande maggioranza dei cittadini savonesi, la volontà di tutti i Comuni interessati, che hanno deliberato contro l’ampliamento della centrale.
Non si possono più ignorare il parere dell’Ordine dei Medici, i molti esposti, le interrogazioni parlamentari, le petizioni.
Non si possono più ignorare gli alti tassi di mortalità nella provincia di Savona.

Oggi sappiamo che non c’è sufficiente controllo sull’inquinamento prodotto su aria, acqua e terreno, e che non viene adeguatamente tutelata la salute dei savonesi.

I cittadini savonesi non vogliono vedere Savona diventare come Civitavecchia, Brindisi, Porto Tolle, dove intere economie agroalimentari e turistiche sono compromesse, migliaia di posti di lavoro persi, tumori e altre patologie mediche diffuse ovunque, e i tanto promessi controlli all’inquinamento spesso non vengono nemmeno effettuati.

Vogliono manifestare il proprio dissenso di come è stata gestita la questione Tirreno Power, e reclamano il diritto di poter decidere del proprio futuro.

In quelle ciminiere si stanno bruciando i nostri diritti,
il diritto alla salute e all’autodeterminazione,
si sta bruciando la nostra capacità di indignazione,
la nostra possibilità di scegliere democraticamente l’ambiente in cui far vivere i nostri figli…

NO AL CARBONE
SI ALLA METANIZZAZIONE E ALLE ENERGIE RINNOVABILI

martedì 7 giugno 2011

Ventimiglia: sulla pelle dei migranti


Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento di Gianluca Paciucci sulla "emergenza profughi" a Ventimiglia.

Gianluca Paciucci

Ventimiglia: sulla pelle dei migranti


L'Italia continua a bombardare la Libia, imperterrita, con l'ottusità di chi non si rende conto della reale implicazione delle proprie magnifiche gesta: distruzioni e ancora distruzioni. Nella disattenzione più totale dell'opinione pubblica i nostri aerei, guidati dagli eroici Napolitano e La Russa, versano bombe su bombe su quell'infelice Paese. Ecco: viviamo di rimozioni, e solo quando ci toccano da vicino, reagiamo. Non di rado con violenza. Ad accorgersi della guerra in Libia, e del caos generalizzato nel Nordafrica, sono sicuramente le cittadine e i cittadini di Lampedusa e di Ventimiglia, approdo iniziale e finale del viaggio in Italia di centinaia di profughi. Un aereo da guerra o qualche stipendio d'oro o corruzione di colletti bianchi in meno, e tutta la falsa “emergenza profughi” sarebbe risolta senza problemi. E invece lavorano in direzione opposta a quella indicata da un Presidente della Repubblica di ben altra tempra e lucidità rispetto all'attuale, il socialista Sandro Pertini: “Si svuotino gli arsenali, si riempiano i granai”. Facciamo l'esatto contrario: vuoti sono i granai, per follia del mercato e stress climatico, e pienissimi gli arsenali. In questo senso Napolitano, Berlusconi e La Russa sono ancora intimi alleati di Gheddafi: amici, compagni di guerra e di tenda, finti rivali che solo per uno scherzo del destino sono finiti in opposte trincee, ma uniti contro i popoli che subiscono i soliti “danni collaterali”, di cui ipocritamente si scusano in uno scarno comunicato.



Al confine di Ventimiglia continua a giocarsi una partita pericolosa sulla pelle dei migranti. Fuggiti soprattutto dalla Tunisia dopo la rivolta vittoriosa contro Ben Ali, molti giovani e giovanissimi, tutti maschi (si è segnalata solo la presenza di una famiglia), raggiungono la città di frontiera nella speranza di poter passare in Francia. Molti di loro riescono nell'intento, dopo un soggiorno più o meno breve nel campo allestito e gestito dalla Croce Rossa, ma giunti nel Paese che era la terra della libertà, si trovano a dover fare i conti con gli sprezzanti gendarmes che perlustrano i treni e attuano blocchi lungo le strade. Chi riesce a superare questi ostacoli, o viene accolto dalla comunità francese di origine maghrebina oppure vive come capita in una situazione di estremo disagio lungo la route de Grenoble (periferia ovest di Nizza, capannoni industriali e grandi magazzini – ci hanno detto operatori umanitari francesi). Oppure passa oltre, verso altre città francesi (Marsiglia, Parigi) o altri Paesi dell'Unione Europea. Resta il fatto che Francia e Italia stanno dando uno spettacolo penoso, così come tutta l'Europa. Il dato da cui si deve partire è la sofferenza profonda dei migranti, smarriti in una terra di nessuno: come per il blocco “comunista” negli anni Novanta, così oggi per il blocco “islamico” l'Occidente suscita o perlomeno appoggia rivolte in nome della libertà (libertà da despoti amici fraterni dell'Occidente, nella maggior parte dei casi) ma non sa né vuole governare il dopo rivolte se non con la repressione, con le guerre e con politiche che sfruttano la paura. Il muro del Mediterraneo oggi, come quello di Berlino appena ieri, in realtà protegge/proteggeva l'Occidente (riprendiamo una tesi di Jean Baudrillard) e i due crolli hanno messo in difficoltà il sistema-Europa: essi hanno inoltre contribuito a trasformarlo in una fortezza che vuole ritenersi assediata, e al tempo stesso lo hanno reso più solido grazie a manodopera a buon mercato (braccia, e non persone...) e alle politiche securitarie che permettono una specie di ricompattamento etnico. Gli imprenditori della paura hanno cercato di ottenere risultati elettorali, fallendo, almeno nella tornata delle recenti amministrative: ecco il “föra di ball” del Ministro Bossi, l'invito a sparare sui migranti lanciato da Castelli e da Speroni (di quest'ultimo su Radio24, 13 aprile c.a., rimarrà schifosamente memorabile il “Mitragliamo gli immigrati che arrivano sulle nostre coste”) e il “Maroni e clandestini, fuori dalle palle, fuori i clandestini”, di Forza Nuova (c'è sempre qualcuno più fascista di te...). Frasi pronunciate proprio al confine domenica 3 aprile da una trentina di leghisti guidati dall'eurodeputato Borghezio, e la domenica successiva da una cinquantina di militanti di Forza Nuova. In entrambi i casi l'inconsistenza politica è saltata agli occhi, con slogan pateticamente duri a coprire l'incapacità totale di analisi e di azione politica. Lega Nord e Forza Nuova, molto spesso alleate contro migranti e rom, ora si scoprono provvisoriamente nemiche, e Maroni diventa un traditore buonista per i forzanovisti. Agli antirazzisti e agli antifascisti, però, il “föra di ball/fuori dalle palle” ricorda solo le centinaia di morti che giacciono in fondo al Mediterraneo: donne, uomini, bambini e bambine che avrebbero avuto diritto a una vita diversa. Più di 1200 morti da gennaio 2011 a oggi, nello stretto di mare che divide Tunisia e Libia dall'Italia, e liti da quattro soldi tra Malta e Italia, sulla pelle dei migranti.




Occorre riflettere: nella città di confine, si deve parlare di emergenza/invasione/assedio, come qualcuno ha scritto, oppure di un ennesimo inutile allarmismo? In realtà poche centinaia di giovani tunisini non rappresentano un'emergenza: la situazione in città è tranquilla, e lo è sempre stata in questi tre mesi di crisi. Non siamo a Manduria, non a Lampedusa (eppure, per un Paese come l'Italia, possono essere un problema poche migliaia di migranti?...)1 Ventimiglia piuttosto è indifferente, tristemente indifferente, e le manifestazioni in sostegno ai migranti non hanno raccolto le adesioni che si aspettavano (il 2 aprile circa 500 persone, e il 9 una settantina, per un'assemblea nel piazzale della Stazione), anche se i numeri sono stati molto superiori a quelli di leghisti e fascisti. La mobilitazione è però continua: contro il razzismo, contro la politica dell'immigrazione dell'Unione europea e dei governi italiano e francese, per la libera circolazione delle persone e per un'Europa senza frontiere si sono svolte diverse manifestazioni italo-franco-tunisine, promosse dalle Associazioni del Comitato antirazzista della provincia di Imperia e da varie Associazioni del dipartimento delle Alpi Marittime (l'ultima il 28 maggio). Alcuni migranti hanno provato a rendersi visibili, partecipando alle assemblee e ai cortei organizzati a Ventimiglia e a Mentone e attuando uno sciopero della fame nei primi giorni di maggio; ovvero politicizzando la loro situazione, con l'appoggio del Comitato antirazzista della provincia di Imperia, di alcune organizzazioni francesi e di mediatori italo/franco-tunisini. Ma la loro politicizzazione era già nei fatti, era ed è nei loro corpi che reclamano una giustizia interamente umana, frutto di un ordine politico diverso.



Quei corpi ancora bloccati al confine, in stazione a Ventimiglia o nel Centro di accoglienza (la cui chiusura è prevista per i primi di giugno), ci dicono che un cambiamento radicale non può tardare e che la politica non deve perdere l'ennesima occasione di rimettersi in gioco, almeno attorno a questo mare chiuso che è il Mediterraneo. Se questi corpi non sono emergenza, lo sono invece l'ingiustizia radicata e la violenza dei Paesi ricchi contro i poveri, lo sono le leggi del mercato; emergenza è la guerra, emergenza è stato il sostegno di Berlusconi a Gheddafi e di Sarkozy a Ben Ali, emergenza sono state tutte le violente dittature nei Paesi del Maghreb, assassine dei propri popoli. Emergenza è la miseria politica di Berlusconi e di Maroni (ma tanta parte del centrosinistra italiano e della gauche francese non brilla per posizioni alternative...), e il veleno immesso nelle vene dell'Italia in un ventennio di rozza ed efficace propaganda. Emergenza è il consiglio comunale di Ventimiglia che potrebbe essere sciolto per infiltrazioni mafiose, nei giorni in cui scriviamo: un pesante dossier dei carabinieri è da qualche tempo nelle mani del prefetto.


Gianluca Paciucci è nato a Rieti nel 1960. Laureato in Lettere, è insegnante nelle Scuole medie superiori dal 1985. Come operatore culturale ha lavorato e lavora tra Rieti, Nizza e Ventimiglia; in questa città è stato presidente del Circolo “Pier Paolo Pasolini” dal 1996 al 2001. Dal 2002 al 2006 ha svolto la funzione di Lettore con incarichi extra-accademici presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Sarajevo, e presso l’Ambasciata d’Italia in Bosnia Erzegovina, come Responsabile dell'Ufficio culturale. In questa veste è stato tra i creatori degli Incontri internazionali di Poesia di Sarajevo. Ha pubblicato tre raccolte di versi, Fonte fosca (Rieti, 1990), Omissioni (Banja Luka, 2004), e Erose forze d'eros (Roma, 2009); suoi testi sono usciti nell’ “Almanacco Odradek”. Dal 1998 è redattore del periodico “Guerre&Pace”. Collabora con le case editrici Infinito, Multimedia e con la "Casa della Poesia".


lunedì 6 giugno 2011

Rudolf Rocker doit disparaitre



Facciamo nostro il comunicato dell’Institut für Syndika- lismusforschung di Brema contro la privatizzazione e la mercificazione del pensiero antagonista.

Rudolf Rocker doit disparaître

Déclaration de l’Institut für Syndikalismusforschung (Institut de recherche sur le syndicalisme révolution- naire)

L’Institut für Syndikalismusforschung a pour vocation principale d’étudier et de suivre les mouvements syndicalistes révolutionnaires dans le monde germanophone. Depuis 2007, grâce à un travail assidu et désintéressé, et grâce à la collaboration d’historiens et de chercheurs solidaires du projet, nous avons constitué une importante base de données – et en constante progression – concernant l’histoire du mouvement syndicaliste de langue allemande :

L’Institut entretient, pour cette raison, des correspondances fructueuses avec de nombreux historiens, écrivains et institutions de recherche. Mais tous les chercheurs ne sont pas solidaires de notre projet. Le 1er juin 2011, tous les textes d’un des plus grands penseurs anarcho-syndicalistes, Rudolf Rocker (1873-1958), ont dû être supprimés de notre base de données. Un certain Heiner Becker se dit, en effet, investi de tous les droits sur l’œuvre littéraire de Rudolf Rocker. Il est malheureux qu’au lieu de nous contacter directement, il ait laissé au procureur de Münster et à un bureau d’avocats le soin de le faire à sa place. Nous avons donc cédé à la mise en demeure qui nous a été adressée, car nous n’avons pas voulu remplir les poches d’un esprit borné – ce que nous aurions été, alors, obligés de faire.

Quoi qu’il en soit, nous estimons que le procédé employé par Heiner Becker est indigne et inacceptable. Nous ne comprenons pas comment il est possible que, en raison des droits qu’une seule et unique personne aurait sur l’œuvre littéraire de Rudolf Rocker, celle-ci doive rester hors de la connaissance du public. Pour nous, il est scandaleux que ce soi-disant « ayant droit » n’ait même pas été capable, depuis 1999, d’éditer un seul livre de Rocker – et donc encore moins de faire connaître l’intégralité de ses œuvres. Par contre, il semble bien qu’il soit tout à fait en mesure d’empêcher celles et ceux qui voudraient le faire. Nous espérons que toutes les personnes qui ont une certaine connaissance de ce thème, les institutions de recherche et les descendants de Rudolf Rocker seront informés de cette action qui contribue à reléguer dans l’oubli le souvenir de Rocker et qu’ils en tireront les conséquences qui s’imposent. Nous nous déclarons solidaires de toutes celles et de tous ceux qui sont sous le coup d’une plainte en lien avec la publication de textes de Rocker.

Rudolf Rocker appartient à l’humanité progressiste et non pas à quelque plaignant privé.

Institut für Syndikalismusforschung, Brême, juin 2011.





giovedì 2 giugno 2011

C'era (quasi) una volta in Liguria




Incontro di fiabe per i più piccoli… ma anche per i genitori

Sabato 4 giugno ore 17

Libreria Ubik Savona

“ C’era (quasi) una volta in Liguria”

Una raccolta di 24 fiabe scritte da autori liguri, per bambini e ragazzi dagli 8 ai 100 anni...

Libro curato da MARINO MAGLIANI e ACHILLE MACCAPANI per raccogliere fondi per la Comunità di San Benedetto al Porto.

Introduce lo scrittore GIORGIO AMICO. Partecipano RAFFAELLA GOZZINI, GIOVANNA PROFUMO, DINO GAMBETTA. Letture a cura di ANNA MARIA BIANCHI.

Il libro è una piccola antologia di racconti liguri ed è rivolta ai più piccoli, ma anche agli adulti. Le fiabe sono ambientate in Liguria e sono state illustrate da diversi artisti, alcuni affermati, altri alle prime esperienze.

Spiega Marino Magliani : “L’idea mi era venuta in mente alcuni anni fa e pensavo di raccoglierle direttamente nelle campagne e nelle città chiedendo alla gente di raccontarmele. Poi è maturata l’idea di coinvolgere altri scrittori con cui abbiamo condiviso il progetto ed anche il sostegno al progetto di adozione a distanza a Santo Domingo. Il risultato è molto interessante e spero che posso incontrare anche l’attenzione ed il gradimento del pubblico…”


Anch'io sono l'Italia



Guido Seborga

Anch'io sono l'Italia


Se una tomba bianca appare tra cipressi
Anch'io anch'io sono l'Italia
Sono il compagno più libero
Sono il compagno più prodigo
Sono l'uomo che non si punisce
E non si sconfigge perchè non sono solo
Ma sono la materia che vibra e vive
Sono la materia
Sono il canto lieto della sera
Sono il canto roseo dell'alba
Sono il canto rosso di sole del giorno
Sono la pietra
Sono la spiaggia
Sono la marea
Sono l'uomo che passa senza lavoro
E per amore ha lo sguardo chiaro
Appaiono le statue tra il giallo della terra romana
Appaiono le femmine brune a spasso sul Corso
Ma se una tomba appare tra i cipressi
Anch'io anch'io sono l'Italia
Coi miei calzoni sbrindellati
E la camicia mai troppo ben lavata
Anch'io sono l'Italia
Sono l'Italia giovane
Sono l'Italia povera
Sono l'Italia che sbaglia
Sono l'Italia che vive
Sono l'Italia che muore
Nei suoi supplizi pieni di ricordi
Mondo romano mondo cattolico
Anch'io anch'io sono l'Italia
Perchè sono la materia ardente che risplende
Il fuoco che brucia
Il cielo che illumina
Sono l'Italia che s'agita
E forse neppure la flotta americana
Riuscirà a fermarla...
Sono l'Italia che vuole giustizia e libertà

(Da L'Avanti!)

mercoledì 1 giugno 2011

Rosanna La Spesa a Lugano