venerdì 8 luglio 2011

Franco Salomone, un rivoluzionario di ponente




Giorgio Amico

Un rivoluzionario di ponente: ricordo di Franco Salomone


Ho conosciuto Franco Salomone durante lo sciopero SITA, la prima lotta operaia a cui, liceale, partecipavo. Eravamo alla metà degli anni '60 in una Savona in cui ancora forti erano gli echi della guerra partigiana, delle lotte dell'ILVA, della rivolta contro il governo Tambroni del luglio '60. Una Savona operaia e combattiva che oggi vive solo nel ricordo di chi ha vissuto quegli anni. Ricordo i picchetti a bloccare l'uscita dei pulman, le cariche della polizia arrivata in forze da Genova e un giovanissimo Roberto Meneghini inginocchiato in mezzo a Piazza Mameli a bloccare da solo con il suo corpo la colonna delle camionette della Celere.

E poi le riunioni, prima nella casa di Pavese in via Untoria e poi nella sede di via Verdi e le nottate passate a bere e a discutere al bar Riviera, un locale che non chiudeva mai, aperto 24 ore su 24. Ognuno pagava un giro, nessuno voleva smettere per primo. Notti intere a discutere con voci arrocchite dal fumo e dalla passione di Marx e Bakunin, di Trotsky e Machno, dell'Ottobre e di Kronstadt, della Spagna e dei consigli operai ungheresi. Lui anarchico con una testa da marxista, io marxista con un cuore da anarchico. Eravamo giovani e la vita ci si presentava come una sfida da cogliere.

Tanti se ne sono andati, alcuni troppo presto come Gianni Ferraro e Lello De Cicco, altri, come Giulio Pisano e Franco Salomone, lottando fino all'ultimo contro la malattia con la stessa grinta con cui per tutta la vita avevano lottato contro lo sfruttamento e le ingiustizie sociali.

Ora questo libro, dedicato alla figura e all'opera di Franco Salomone, idealmente li ricorda tutti.




Roberto Meneghini e Donato Romito (a cura)
Un rivoluzionario di Ponente
Centro di Documentazione Franco Salomone, 2011