venerdì 1 marzo 2013

Noli. Lungo le strade dei pellegrini e dei mercanti




Giorgio Amico

Noli. Lungo le strade dei pellegrini e dei mercanti

Siamo andati sulle strade dei pellegrini e dei mercanti. Il sentiero saliva fra lecci e mimose seguendo i resti di un'antichissima mulattiera. Sotto di noi Noli con le vecchie torri arrossate dal sole di un pomeriggio invernale.



Camminavamo su antiche pietre, lungo il percorso che un tempo portava al Finale e poi alla Provenza assolata e alla bianca Avignone, terra di papi e di vino, quasi un miraggio appena sopra l'aspra Camargue dei gitani.



Ad una svolta del sentiero, tra gli alberi la chiesetta di San Michele splendeva di una luce ambrata che arrossava le pietre.



Un luogo magico. Sacro ai Longobardi che da lì arrivarono al mare. Eremo di monaci venuti da Lérins. Ospizio di pellegrini alla ricerca di se stessi lungo la via francigena. Un campaniletto a vela che costringe a guardare in alto verso l'azzurro doloroso del cielo.



Contrasti di luci e d'ombre. Quasi una metafora della vita degli uomini. Luogo di preghiera e di sosta. Pezzo incantato di una Liguria senza tempo.



E poi ancora lungo il sentiero, poco sotto il crinale, circondati dalla macchia. Sotto di noi il mare intonacato di azzurro.



Siamo scesi nel profumo del timo e del rosmarino. Verso l'antico lazzaretto dove venivano tenuti in quarantena i marinai giunti dall'Oriente. Antiche pietre gonfie di vento. Vestigia degli Ospitalieri di San Giovanni, votati alla carità e alla guerra.



Tra i pini un mare rinnovato rilasciava con la sera diamanti di spuma.