venerdì 11 luglio 2014

’Mandali su da me alla prima notte di luna’. Itinerario notturno sui luoghi di Francesco Biamonti.




SAN BIAGIO DELLA CIMA

sabato 12 luglio 2014
ore 20.30.

Itinerari di letteratura 2014’ (10a edizione)

Mandali su da me alla prima notte di luna...’

Itinerario notturno sui luoghi di Francesco Biamonti. Ritrovo alla Chiesetta dell'Annunziata



"Varì lasciò Luvaira che era tardi.
Prese una mulattiera che saliva in una gola buia e raggiunse un dosso di pietrischi. Lo agirò e riprese a salire per le fasce di Aùrno.
«Ne abbiamo fatto del cammino assieme, - pensava salendo, - ne abbiamo conosciuti nomadi e viandanti. Eravamo due passeurs onesti, lui di mestiere io a tempo perso. Non abbiamo mai lasciato nessuno di qua del confine».
Adesso andava su fasce d'argilla marnosa con ulivi grandi agitati da una brezza ch'era come un vento. Tra quegli ulivi aveva la sua casa e più in là, protette dagli ulivi e dalle rocce, le colture floreali.
«Ne abbiamo fatto di cammino insieme, - tornò a dirsi mentalmente. - Lui adesso viaggia per altre terre: del silenzio, della penombra».
Le colline erano scure, e scure anche le montagne contro il cielo stellato. Solo la Cimòn Aurive aveva i crinali verso il mare toccati da barlumi.
S'alzò presto. Ma trovò la terra indurita dal freddo e preferì il sole prima di mettersi a innaffiare. Con l'acqua quella terra dura avrebbe morso le radici.
Mentre aspettava, vide Sabèl venire sul sentiero. Non l'aveva mai vista venire ad Aùrno a quell'ora. Camminava veloce nei fremiti del mattino, e dietro di lei il sole entrava nelle cime degli ulivi e le argentava.
- Mi dispiace, - le disse, - sapessi quanto mi dispiace per «barba» Andrea.
- S'è accasciato per strada, in paese: non ha più detto una parola non mi ha neppure riconosciuta quando l'ho chiamato.
- L'hai chiamato?
Trovava crudele chiamare chi se ne andava.
Sabèl tocco le foglie di una waldorf: le restò sulle dita una sorta di polvere.
- Si coprono di polvere per non traspirare, - egli disse. -Se continua questo secco non riusciranno a portare il fiore.
Chinate dall'aria tutte le mimose si raccoglievano dolcemente nella gran luce.
Gli sembrava che la donna guardasse il confine, desolato crinale che il sole invetrava. Poi lei gli prese la mano. Era salita, disse, per parlargli, per chiedere un consiglio, e non ci riusciva... Ecco, per farla breve: «barba» Andrea teneva nascosti due clandestini e adesso lei non sapeva cosa farne. Di abbandonarli non se la sentiva. Erano un bulgaro e una rumena, una rumena molto bella che le ricordava una ragazza conosciuta anni prima, quando andava a fare la stagione della mimosa sulla Corniche d'Or.
- Li fai partire alla prima notte chiara. Adesso no, adesso è scuro, e se adoperano la lampada li vedono da lontano.
- E se andassero di giorno?
- Li prenderebbero di sicuro.
- Non conosci un passeur? non possiamo trovare qualcuno?
- Ce n'è, ma sulla costa, molto infidi. Io non li metterei nelle loro mani. Rischiano meno a tentare da soli: se li prendono tutt'al più si fanno qualche mese nel campo di Latina. Ora dove sono?
- Sopra il paese, in un fienile.
- Nella casetta della Boeira?
Era una casetta con un mandorlo sulla porta sempre carico di colombi. Quanta gente vi aveva nascosto Andrea in tanti anni! Lo ricordavo al lavoro, gli sembrava di rivederlo: si faceva pagare per strada, non avvertiva quando passavano il confine, e s'allontanava di colpo: «Ecco, siete in Francia, andate!» perché non fossero tentati di riprendergli i soldi.
- A che pensi? - lei disse imbarazzata.
- Mandali su da me alla prima notte di luna. Sarà meglio che li accompagni io."


(Da: F. Biamonti, Vento largo)