mercoledì 27 agosto 2014

La nascita della Gran Loggia d'Inghilterra e della Massoneria moderna

Grembiule di Voltaire






















Quarta tappa del nostro viaggio nell'universo massonico. Oggi trattiamo della trasformazione della Massoneria inglese da associazione di artigiani a società di intellettuali.


Giorgio Amico

Storia della Massoneria 4. La nascita della Gran Loggia d'Inghilterra e della Massoneria moderna

I secoli XVI e XVII furono caratterizzati da un profondo fermento intellettuale e politico. Nasce la scienza, la filosofia e la politica moderna. Centrale nei dibattiti è il tema della religione, della coesistenza pacifica di fedi diverse. L'Europa e l'Inghilterra non hanno ancora superato il trauma della Riforma e delle sanguinose guerre di religione che ne sono seguite. L'Inghilterra in particolare sarà funestata da due rivoluzioni (con relativa decapitazione di un re, una dittatura militare e una lunga e feroce guerra civile. Non è strano, dunque, che l'aspirazione alla pace civile e alla tolleranza diventi motivo centrale del dibattito filosofico e politico.

Nel 1627 appare la Nuova Atlantide, opera postuma di Francesco Bacone (1561-1626) in cui viene esaltato l'ideale di una società utopica, guidata da una Collegio di illuminati (che fra loro si chiamano fratelli) definita la “Casa di Salomone o Collegio delle Opere dei sei giorni”, capace di vivere come un grande laboratorio scientifico dedito alla ricerca delle leggi della natura per poterle poi usare al fine del progresso e del benessere universale superando le divisioni sociali, politiche e religiose che insanguinavano l'Europa e presto anche l'Inghilterra.



Bacone, associato da molti studiosi alla Massoneria, esprimeva le aspirazioni universalistiche della parte più avanzata degli spiriti colti dell'Europa del XVI e XVII secolo e la tendenza di questi ad organizzarsi in modo sotterraneo in società più o meno segrete per sfuggire le persecuzioni di Chiesa (cattolica e protestante) e Stato.

Temi già avanzati da Tommaso Moro nella sua famosa opera Utopia (1516), descrizione di una società avvenieristica in cui tutte le religioni sono tollerate. Idee riprese e diffuse da più parti e da molti, allora e oggi, associate con l'esistenza di un misterioso e potente Ordine dei Rosa Croce, e ciò soprattutto dopo l'apparizione nel 1614 di un'opera avente per titolo: Fama fraternitatis Rosae Crucis. Il volume, scritto da un religioso tedesco, Jean-Valentin Andréa (1586-1634), ebbe un grande successo, particolarmente in Inghilterra.

Massoni e Rosa Croce

Biblioteche intere sono state dedicate ai possibili, per alcuni studiosi indiscutibili per altri del tutto fantastici, rapporti fra Massoneria e Rosa Croce. Per molti fu proprio l'ingresso nelle Logge dei membri di questo “Collegio invisibile” a determinare il passaggio dalla massoneria operativa a quella speculativa. La questione è aperta e non possiamo occuparcene qui. Resta il fatto, singolare, della poesia “Muses Threnodie” di un certo Henry Adamson, pubblicata a Edimburgo nel 1638. Il poemetto è letterariamente insignificante ma contiene due versi che hanno fatto scorrere fiumi di inchiostro e che recitano:

Perchè noi siamo Fratelli della Rosa Croce
Abbiamo la Parola massonica (the Mason Word) e la seconda visione”.



La critica storica più recente tende ad escludere una filiazione diretta della Massoneria dai Rosa Croce, qualunque cosa essi realmente fossero (e anche su questo il dibattito è apertissimo), mentre è concorde nel ritenere che gran parte delle idee e dei valori che sostanzieranno a partire dal 1717 l'Istituzione libero-muratoria abbiano la loro origine proprio in questi fermenti e aspirazioni ad un futuro più civile e giusto, capace di andare oltre la barbarie delle guerre di religione e di definire le linee portanti di un progetto di società incentrato sui pilastri della tolleranza e della fratellanza.


Aspirazioni fortissime nell'Inghilterra del XVII secolo, tragicamente segnata dalla rivoluzione e dalla guerra civile (1640-1649), dalla repubblica dittatoriale di Cromwell (1649-1658), dalla restaurazione monarchica degli Stuart (1660) e infine dalla seconda rivoluzione con l'ascesa al trono di Guglielmo d'Orange (1688-1689).

Un secolo di sangue che sta alla base della lucida riflessione di John Locke (1632-1704) e dei suoi scritti, ancora oggi attualissimi, sulla tolleranza. Idee riprese nel 1717 dai fondatori della Gran Loggia d'Inghilterra in modo tanto convinto da far ipotizzare l'appartenenza del filosofo alla Massoneria. Una tesi fortemente dibattuta agli inizi del secolo scorso, ma oggi abbandonata.

I “Massoni Accettati”

Ma come avviene in concreto la fusione di queste nuove idee con la vecchia Arte muratoria ormai in pieno declino? Qui la storia si fa complessa anche per la scarsità e talvolta l'oscurità dei dati disponibili. Di certo sappiamo che nel corso del Seicento diventa sempre più grande il numero dei Massoni cosiddetti “Accettati”, di quei fratelli, cioè, ricevuti nella Corporazione anche in mancanza delle caratteristiche professionali richieste dagli statuti.

Mentre cala il numero delle Logge e diminuisce a causa dei processi economici e sociali già evidenziati il numero degli “Operativi”, entrano nella Craft esponenti della borghesia e della nobiltà, militari, scienziati, artisti e letterati. In una parola, il meglio della società inglese di allora.

Ad essere precisi non si tratta in sé di una novità. Già nel Medioevo non era infrequente la presenza di non operativi nella corporazione. Membri del clero ne fecero parte come cappellani a causa del carattere religioso delle associazioni di mestiere che operavano anche come confraternite. Dalle Costituzioni Gotiche (come vengono chiamati gli statuti medievali rimasti) veniamo poi a sapere che in particolari occasioni alle riunioni dei Maestri costruttori partecipavano anche rappresentanze delle autorità civili. In entrambi i casi però non si trattava di una vera ammissione e gli esterni non venivano messi a parte dei segreti dell'Arte.

Ora, invece, si tratta di un'ammissione piena, anche se, soprattutto nei primi decenni, i nuovi ammessi restano a parte della vita della corporazione e questo proprio per il loro essere non operativi e dunque non coinvolti nella gestione quotidiana delle attività.

La prima accettazione di un non operativo di cui resti documentazione risale all'anno 1600, quando un nobile scozzese, Sir John Boswell di Auchinlech fu ricevuto presso la loggia Mary's Chapel di Edinburgo. Ma è a partire dal secondo decennio del secolo che il fenomeno prende dimensioni così consistenti da sorprendere anche i contemporanei. Farsi Massoni diventa nelle classi elevate una vera e propria moda, come annota il Dottor Robert Plot nel suo libro sulla storia dello Staffordshire pubblicato nel 1686: “Tutte le persone di più alto rango amavano farsi membri di questa associazione ormai sparsa in tutta l'Inghilterra, essendo ormai di moda farsi iniziare”.

Un'ulteriore conferma dell'ampiezza di questo fenomeno ci viene dai Libri contabili della Compagnia dei Muratori della Città di Londra. Da tali libri risulta che negli anni 1620 e 1621, alcune persone (e dunque non casi eccezionali), registrate come Accepted Masons, hanno versato somme per la loro Acceptance (accettazione) nelle casse della Compagnia. I dati non sono del tutto chiari, ma sembrano indicare che la quota di partecipazione fosse doppia per i Massoni non di mestiere.

Fra i primi non operativi “accettati” nella Massoneria spicca la figura di Elias Ashmole (1617-1692), uno dei maggiori scienziati del XVII secolo, ma anche studioso di arti occulte, di magia, di alchimia e di astrologia, ricevuto il 16 ottobre 1646 nella Loggia di Warrington nel Lancashire e ritenuto da molti studiosi un membro influente della società rosacruciana.

A differenza della Scozia, dove i non operativi entrano a pieno titolo nelle Logge esistenti, in Inghilterra non sembra che i nuovi ammessi abbiano fatto realmente parte di logge operative. Essi diventano quello che oggi diremmo dei membri onorari, partecipano ai lavori di logge occasionali in occasione di nuove accettazioni o a strutture semipermanenti consistenti principalmente di non operativi. Secondo Knoop e Jones sia queste Logge occasionali che quelle semipermanenti sembrerebbero essere state organizzate proprio allo scopo di ammettere Massoni Accettati.

Elias Ashmole






















Samuel Prichard nel suo libro Masonry Dissected – opera fortunatissima pubblicata a Londra nel 1730 e di cui uscirono ben venti ristampe e traduzioni in tedesco nel 1736 e in francese nel 1737 - li definisce “Gentleman Masons”, un appellativo che ricorda molto da vicino i Gentleman Architects di due secoli prima. E in effetti l'ambiente sociale da cui provenivano era lo stesso e simile era il modo di vivere e la concezione del mondo.

Nel corso del secolo il numero degli Accettati aumentò costantemente, mentre parallelamente diminuiva quello degli autentici maestri d'opera. Per sopravvivere le logge si aprirono sempre più agli Accettati. Ne è dimostrazione la decisione assunta nel 1703 dalla Loggia Saint Paul che mostra quanto la Massoneria si fosse ormai trasformata: “I privilegi della Massoneria non saranno ormai più riservati solamente agli operai costruttori, ma, dato che questo avveniva già, saranno estesi a tutte le persone che vorranno prendervi parte, ammesso che siano debitamente presentate, che la loro ammissione sia autorizzata e che esse siano iniziate in maniera regolare”.

L'Arte perdeva il suo carattere di mestiere e si trasformava in un'Associazione a cui chiunque poteva aderire se possedeva i requisiti necessari per l'ammissione. Nei fatti la Massoneria speculativa era nata. Mancava solo la sanzione ufficiale.

Non esiste a tutt'oggi una spiegazione esaustiva del fenomeno. Resta difficile capire perchè tanti personaggi influenti raggiungessero le Logge. I documenti esistenti ricordano la data dell'ingresso nella Craft e (anche se non sempre) il nome dei nuovi membri, ma non riportano le ragioni dell'adesione. In effetti queste possono essere state molte e moto diverse fra loro , come peraltro ancora accade oggi.

Prima di tutto la curiosità. Molti aderivano alla ricerca di un sapere segreto. Molti, considerando autentiche le storie mitiche dell'Arte premesse agli Statuti Gotici, pensavano di trovare nella Massoneria i segreti degli antichi misteri egiziani, ebraici, greci, romani e druidici. E non si trattava certo di ingenui o di sognatori. Il dottor William Stuckeley (1687-1765), ecclesiastico anglicano, precursore della moderna archeologia e biografo di Newton, dichiarò nella sua autobiografia che proprio la curiosità lo aveva indotto a farsi iniziare ai misteri della Massoneria , pensando che questi fossero ciò che restava dei misteri dell'antichità.

Un'altra attrattiva può essere stato il fascino del simbolismo e dei riti , anche se nulla si conosce sui lavori delle logge operative e molti studiosi ritengano che il simbolismo, almeno quello dei riti ancora oggi praticati, sia stato introdotto solo a partire dal XVII secolo e proprio dagli Accettati.



Di certo riti e simboli, rigorosamente celati ai profani, esistevano e lo ricaviamo proprio dai cenni che ne danno nelle loro opere Robert Plot (a cui abbiamo già accennato) e John Aubrey (1626-1697) scrittore, antiquario e filosofo.

Il resoconto presente nel libro di Plot, Naural History of Staffordshire (1686), sebbene scritto da un osservatore che sembra non essere stato massone, è il più accurato fra tutti quelli rimasti. Secondo Plot l'uso di ammettere uomini nella “Società dei Liberi Muratori” si era diffuso in tutta l'inghilterra, ma sopratutto nello Staffordshire. Egli riferisce di un grosso volume che contiene storia e regole della Massoneria. “Quando uno è ammesso nella Società – scrive - si tiene una riunione chiamata loggia a cui debbono partecipare almeno 5 o 6 degli anziani dell'ordine. L'ammissione principalmente consiste nella comunicazione di certi segni segreti che permettono di riconoscersi fra di loro”.

Questo resoconto è rafforzato da un passo della Storia naturale dello Wiltshire di John Aubrey, un'opera composta nel 1686, ma pubblicata solo nel 1847. Annota Aubrey: “Essi si riconoscono fra di loro per certi segni e parole. Essi hanno diverse logge nel paese per le loro riunioni. E se uno di loro cade in disgrazia, la Fratellanza si adopera a sostenerlo. Il modo della loro adozione è molto formale e coperto di segretezza”.

Segretezza che alimentava però anche i sospetti e le calunnie, tanto che già nel 1698 appare a Londra un opuscolo che mette in guardia contro i pericoli per la società e per lo Stato rappresentati dalla Massoneria.

Questo ultimo dato ci permette anche considerazioni di altro genere. Con gli Accettati entrano anche nella Massoneria, fino ad allora fedelissima alla Chiesa e alla Corona, le lotte e gli intrighi della politica. Come abbiamo visto, l'Inghilterra del XVII secolo è travagliata dall'aspra contesa fra sovrano e Parlamento prima e successivamente fra gli Stuart cattolici e gli Orange protestanti. Una contesa che ora inizia a toccare anche le logge, grazie anche al fatto della mancanza di un'autorità centrale dotata di poteri normativi e di controllo.

Secondo un'attendibile ricostruzione la creazione agli inizi del secolo XVIII di una Gran Loggia di Inghilterra composta solo di logge non operative ( o “speculative”, come verranno chiamate con termine più tardo) risponde proprio alla necessità di porre fine a questo stato di cose e di strappare il controllo delle logge agli stuardisti, edificando una massoneria protestante e fedele alla Corona. Rendeva possibile tale impresa l'esistenza in Londra di una serie di logge ormai composte solo di non operativi. Furono quattro di queste logge, qualcuno sostiene erette per l'occasione, che si fusero il 24 giugno 1717, festa di San Giovanni, per dare vita alla Gran Loggia di Inghilterra.



Conclusioni

La Gran Loggia, appena istituita, si accinse immediatamente a unificare regolamenti e rituali per dare organicità ad una realtà molto frammentata. Compito adempiuto nel 1723 con le Costituzioni di Anderson. Da questo momento i semplici artigiani sparirono dalle logge e la Massoneria cessò di essere una corporazione di maestri d'opera per diventare un'istituzione iniziatica composta da aristocratici, intellettuali ed esponenti della nascente borghesia, dedita interamente a quella rivoluzione del pensiero e dei costumi che ancora oggi ricordiamo con il nome di Illuminismo. Cosa che la porterà presto in rotta di collisione con la Chiesa cattolica e le monarchie assolute di mezza Europa.

E quanto accadrà anche in Italia dove la Libera Muratoria giungerà presto portata da mercanti e nobiluomini inglesi. Ne parleremo nei prossimi articoli.


4. continua