Grembiule di Voltaire |
Quarta
tappa del nostro viaggio nell'universo massonico. Oggi trattiamo
della trasformazione della Massoneria inglese da associazione di
artigiani a società di intellettuali.
Giorgio Amico
Storia
della Massoneria 4. La nascita della Gran Loggia d'Inghilterra e
della Massoneria moderna
I
secoli XVI e XVII furono caratterizzati da un profondo fermento
intellettuale e politico. Nasce la scienza, la filosofia e la politica moderna.
Centrale nei dibattiti è il tema della religione, della coesistenza
pacifica di fedi diverse. L'Europa e l'Inghilterra non hanno ancora
superato il trauma della Riforma e delle sanguinose guerre di
religione che ne sono seguite. L'Inghilterra in particolare sarà
funestata da due rivoluzioni (con relativa decapitazione di un re,
una dittatura militare e una lunga e feroce guerra civile. Non è
strano, dunque, che l'aspirazione alla pace civile e alla tolleranza
diventi motivo centrale del dibattito filosofico e politico.
Nel
1627 appare la Nuova Atlantide, opera postuma di Francesco
Bacone (1561-1626) in cui viene esaltato l'ideale di una società
utopica, guidata da una Collegio di illuminati (che fra loro si
chiamano fratelli) definita la “Casa di Salomone o Collegio
delle Opere dei sei giorni”, capace di vivere come un grande
laboratorio scientifico dedito alla ricerca delle leggi della natura
per poterle poi usare al fine del progresso e del benessere
universale superando le divisioni sociali, politiche e religiose che
insanguinavano l'Europa e presto anche l'Inghilterra.
Bacone,
associato da molti studiosi alla Massoneria, esprimeva le aspirazioni
universalistiche della parte più avanzata degli spiriti colti
dell'Europa del XVI e XVII secolo e la tendenza di questi ad
organizzarsi in modo sotterraneo in società più o meno segrete per
sfuggire le persecuzioni di Chiesa (cattolica e protestante) e Stato.
Temi
già avanzati da Tommaso Moro nella sua famosa opera Utopia (1516),
descrizione di una società avvenieristica in cui tutte le religioni
sono tollerate. Idee riprese e diffuse da più parti e da molti,
allora e oggi, associate con l'esistenza di un misterioso e potente
Ordine dei Rosa Croce, e ciò soprattutto dopo l'apparizione nel 1614
di un'opera avente per titolo: Fama fraternitatis Rosae Crucis.
Il volume, scritto da un religioso tedesco, Jean-Valentin Andréa
(1586-1634), ebbe un grande successo, particolarmente in Inghilterra.
Massoni e Rosa Croce
Massoni e Rosa Croce
Biblioteche
intere sono state dedicate ai possibili, per alcuni studiosi
indiscutibili per altri del tutto fantastici, rapporti fra Massoneria
e Rosa Croce. Per molti fu proprio l'ingresso nelle Logge dei membri
di questo “Collegio invisibile” a determinare il passaggio dalla
massoneria operativa a quella speculativa. La questione è aperta e
non possiamo occuparcene qui. Resta il fatto, singolare, della poesia
“Muses Threnodie” di un certo Henry Adamson, pubblicata a
Edimburgo nel 1638. Il poemetto è letterariamente insignificante ma
contiene due versi che hanno fatto scorrere fiumi di inchiostro e che
recitano:
“Perchè
noi siamo Fratelli della Rosa Croce
Abbiamo
la Parola massonica (the Mason Word) e la seconda visione”.
La
critica storica più recente tende ad escludere una filiazione
diretta della Massoneria dai Rosa Croce, qualunque cosa essi
realmente fossero (e anche su questo il dibattito è apertissimo),
mentre è concorde nel ritenere che gran parte delle idee e dei
valori che sostanzieranno a partire dal 1717 l'Istituzione
libero-muratoria abbiano la loro origine proprio in questi fermenti e
aspirazioni ad un futuro più civile e giusto, capace di andare
oltre la barbarie delle guerre di religione e di definire le linee
portanti di un progetto di società incentrato sui pilastri della
tolleranza e della fratellanza.
Aspirazioni
fortissime nell'Inghilterra del XVII secolo, tragicamente segnata
dalla rivoluzione e dalla guerra civile (1640-1649), dalla repubblica
dittatoriale di Cromwell (1649-1658), dalla restaurazione monarchica
degli Stuart (1660) e infine dalla seconda rivoluzione con l'ascesa
al trono di Guglielmo d'Orange (1688-1689).
Un
secolo di sangue che sta alla base della lucida riflessione di John
Locke (1632-1704) e dei suoi scritti, ancora oggi attualissimi, sulla
tolleranza. Idee riprese nel 1717 dai fondatori della Gran Loggia
d'Inghilterra in modo tanto convinto da far ipotizzare l'appartenenza
del filosofo alla Massoneria. Una tesi fortemente dibattuta agli
inizi del secolo scorso, ma oggi abbandonata.
I “Massoni Accettati”
Ma
come avviene in concreto la fusione di queste nuove idee con la
vecchia Arte muratoria ormai in pieno declino? Qui la storia si fa
complessa anche per la scarsità e talvolta l'oscurità dei dati
disponibili. Di certo sappiamo che nel corso del Seicento diventa
sempre più grande il numero dei Massoni cosiddetti “Accettati”,
di quei fratelli, cioè, ricevuti nella Corporazione anche in
mancanza delle caratteristiche professionali richieste dagli statuti.
Mentre
cala il numero delle Logge e diminuisce a causa dei processi
economici e sociali già evidenziati il numero degli “Operativi”,
entrano nella Craft esponenti della borghesia e della nobiltà,
militari, scienziati, artisti e letterati. In una parola, il meglio
della società inglese di allora.
Ad
essere precisi non si tratta in sé di una novità. Già nel Medioevo
non era infrequente la presenza di non operativi nella corporazione.
Membri del clero ne fecero parte come cappellani a causa del
carattere religioso delle associazioni di mestiere che operavano
anche come confraternite. Dalle Costituzioni Gotiche (come
vengono chiamati gli statuti medievali rimasti) veniamo poi a sapere
che in particolari occasioni alle riunioni dei Maestri costruttori
partecipavano anche rappresentanze delle autorità civili. In
entrambi i casi però non si trattava di una vera ammissione e gli
esterni non venivano messi a parte dei segreti dell'Arte.
Ora,
invece, si tratta di un'ammissione piena, anche se, soprattutto nei
primi decenni, i nuovi ammessi restano a parte della vita della
corporazione e questo proprio per il loro essere non operativi e
dunque non coinvolti nella gestione quotidiana delle attività.
La
prima accettazione di un non operativo di cui resti documentazione
risale all'anno 1600, quando un nobile scozzese, Sir John Boswell di
Auchinlech fu ricevuto presso la loggia Mary's Chapel di
Edinburgo. Ma è a partire dal secondo decennio del secolo che il
fenomeno prende dimensioni così consistenti da sorprendere anche i
contemporanei. Farsi Massoni diventa nelle classi elevate una vera e
propria moda, come annota il Dottor Robert Plot nel suo libro sulla
storia dello Staffordshire pubblicato nel 1686: “Tutte le
persone di più alto rango amavano farsi membri di questa
associazione ormai sparsa in tutta l'Inghilterra, essendo ormai di
moda farsi iniziare”.
Un'ulteriore
conferma dell'ampiezza di questo fenomeno ci viene dai Libri
contabili della Compagnia dei Muratori della Città di Londra. Da
tali libri risulta che negli anni 1620 e 1621, alcune persone (e
dunque non casi eccezionali), registrate come Accepted Masons,
hanno versato somme per la loro Acceptance (accettazione)
nelle casse della Compagnia. I dati non sono del tutto chiari, ma
sembrano indicare che la quota di partecipazione fosse doppia per i
Massoni non di mestiere.
Fra
i primi non operativi “accettati” nella Massoneria spicca la
figura di Elias Ashmole (1617-1692), uno dei maggiori scienziati del
XVII secolo, ma anche studioso di arti occulte, di magia, di alchimia
e di astrologia, ricevuto il 16 ottobre 1646 nella Loggia di
Warrington nel Lancashire e ritenuto da molti studiosi un membro
influente della società rosacruciana.
A
differenza della Scozia, dove i non operativi entrano a pieno titolo
nelle Logge esistenti, in Inghilterra non sembra che i nuovi ammessi
abbiano fatto realmente parte di logge operative. Essi diventano
quello che oggi diremmo dei membri onorari, partecipano ai lavori di
logge occasionali in occasione di nuove accettazioni o a strutture
semipermanenti consistenti principalmente di non operativi. Secondo
Knoop e Jones sia queste Logge occasionali che quelle semipermanenti
sembrerebbero essere state organizzate proprio allo scopo di
ammettere Massoni Accettati.
Samuel Prichard nel suo libro Masonry Dissected – opera fortunatissima pubblicata a Londra nel 1730 e di cui uscirono ben venti ristampe e traduzioni in tedesco nel 1736 e in francese nel 1737 - li definisce “Gentleman Masons”, un appellativo che ricorda molto da vicino i Gentleman Architects di due secoli prima. E in effetti l'ambiente sociale da cui provenivano era lo stesso e simile era il modo di vivere e la concezione del mondo.
Nel
corso del secolo il numero degli Accettati aumentò costantemente,
mentre parallelamente diminuiva quello degli autentici maestri
d'opera. Per sopravvivere le logge si aprirono sempre più agli
Accettati. Ne è dimostrazione la decisione assunta nel 1703 dalla
Loggia Saint Paul che mostra quanto la Massoneria si fosse
ormai trasformata: “I privilegi della Massoneria non saranno
ormai più riservati solamente agli operai costruttori, ma, dato che
questo avveniva già, saranno estesi a tutte le persone che vorranno
prendervi parte, ammesso che siano debitamente presentate, che la
loro ammissione sia autorizzata e che esse siano iniziate in maniera
regolare”.
L'Arte
perdeva il suo carattere di mestiere e si trasformava in
un'Associazione a cui chiunque poteva aderire se possedeva i
requisiti necessari per l'ammissione. Nei fatti la Massoneria
speculativa era nata. Mancava solo la sanzione ufficiale.
Non
esiste a tutt'oggi una spiegazione esaustiva del fenomeno. Resta
difficile capire perchè tanti personaggi influenti raggiungessero le
Logge. I documenti esistenti ricordano la data dell'ingresso nella
Craft e (anche se non sempre) il nome dei nuovi membri, ma non
riportano le ragioni dell'adesione. In effetti queste possono essere
state molte e moto diverse fra loro , come peraltro ancora accade
oggi.
Prima di
tutto la curiosità. Molti aderivano alla ricerca di un sapere
segreto. Molti, considerando autentiche le storie mitiche dell'Arte
premesse agli Statuti Gotici, pensavano di trovare nella Massoneria i
segreti degli antichi misteri egiziani, ebraici, greci, romani e
druidici. E non si trattava certo di ingenui o di sognatori. Il
dottor William Stuckeley (1687-1765), ecclesiastico anglicano,
precursore della moderna archeologia e biografo di Newton, dichiarò
nella sua autobiografia che proprio la curiosità lo aveva indotto a
farsi iniziare ai misteri della Massoneria , pensando che questi
fossero ciò che restava dei misteri dell'antichità.
Un'altra
attrattiva può essere stato il fascino del simbolismo e dei riti ,
anche se nulla si conosce sui lavori delle logge operative e molti
studiosi ritengano che il simbolismo, almeno quello dei riti ancora
oggi praticati, sia stato introdotto solo a partire dal XVII
secolo e proprio dagli Accettati.
Di certo riti e simboli, rigorosamente celati ai profani, esistevano e lo ricaviamo proprio dai cenni che ne danno nelle loro opere Robert Plot (a cui abbiamo già accennato) e John Aubrey (1626-1697) scrittore, antiquario e filosofo.
Il resoconto
presente nel libro di Plot, Naural History of Staffordshire
(1686), sebbene scritto da un osservatore che sembra non essere
stato massone, è il più accurato fra tutti quelli rimasti.
Secondo Plot l'uso di ammettere uomini nella “Società dei
Liberi Muratori” si era diffuso in tutta l'inghilterra, ma
sopratutto nello Staffordshire. Egli riferisce di un grosso volume
che contiene storia e regole della Massoneria. “Quando uno è
ammesso nella Società – scrive - si tiene una riunione chiamata
loggia a cui debbono partecipare almeno 5 o 6 degli anziani
dell'ordine. L'ammissione principalmente consiste nella comunicazione
di certi segni segreti che permettono di riconoscersi fra di loro”.
Questo
resoconto è rafforzato da un passo della Storia naturale dello
Wiltshire di John Aubrey, un'opera composta nel 1686, ma
pubblicata solo nel 1847. Annota Aubrey: “Essi si riconoscono
fra di loro per certi segni e parole. Essi hanno diverse logge nel
paese per le loro riunioni. E se uno di loro cade in disgrazia, la
Fratellanza si adopera a sostenerlo. Il
modo della loro adozione è molto formale e coperto di segretezza”.
Segretezza
che alimentava però anche i sospetti e le calunnie, tanto che già
nel 1698 appare a Londra un opuscolo che mette in guardia contro i
pericoli per la società e per lo Stato rappresentati dalla
Massoneria.
Questo
ultimo dato ci permette anche considerazioni di altro genere. Con gli
Accettati entrano anche nella Massoneria, fino ad allora fedelissima
alla Chiesa e alla Corona, le lotte e gli intrighi della politica.
Come abbiamo visto, l'Inghilterra del XVII secolo è travagliata
dall'aspra contesa fra sovrano e Parlamento prima e successivamente
fra gli Stuart cattolici e gli Orange protestanti. Una contesa che
ora inizia a toccare anche le logge, grazie anche al fatto della
mancanza di un'autorità centrale dotata di poteri normativi e di
controllo.
Secondo
un'attendibile ricostruzione la creazione agli inizi del secolo XVIII
di una Gran Loggia di Inghilterra composta solo di logge non
operative ( o “speculative”, come verranno chiamate con
termine più tardo) risponde proprio alla necessità di porre fine a
questo stato di cose e di strappare il controllo delle logge agli
stuardisti, edificando una massoneria protestante e fedele alla
Corona. Rendeva possibile tale impresa l'esistenza in Londra di una
serie di logge ormai composte solo di non operativi. Furono quattro
di queste logge, qualcuno sostiene erette per l'occasione, che
si fusero il 24 giugno 1717, festa di San Giovanni, per dare vita
alla Gran Loggia di Inghilterra.
Conclusioni
La Gran
Loggia, appena istituita, si accinse immediatamente a unificare
regolamenti e rituali per dare organicità ad una realtà molto
frammentata. Compito adempiuto nel 1723 con le Costituzioni di
Anderson. Da questo momento i semplici artigiani sparirono dalle
logge e la Massoneria cessò di essere una corporazione di maestri
d'opera per diventare un'istituzione iniziatica composta da
aristocratici, intellettuali ed esponenti della nascente borghesia,
dedita interamente a quella rivoluzione del pensiero e dei costumi
che ancora oggi ricordiamo con il nome di Illuminismo. Cosa che la
porterà presto in rotta di collisione con la Chiesa cattolica e le
monarchie assolute di mezza Europa.
E quanto
accadrà anche in Italia dove la Libera Muratoria giungerà presto portata da mercanti e nobiluomini inglesi. Ne parleremo nei prossimi
articoli.
4. continua