Un sito che
consigliamo di visitare.
Piccola Orchestra Invisibile
Appunti per un progetto musicale - letterario - umano. Il diario di un viaggio immaginario.
Cos'è la Piccola
Orchestra Invisibile?
Sono io. Però è un
gruppo. Una band, insomma. Anche se di una persona sola. Ecco, è
come dire che sono io, ma non solo, è qualcosa di più di me, ed
allo stesso tempo meno, di me.
E' piccola. Non c'è
altro che chitarra e voce. Una chitarra. E una voce. Entrambe
fragili e delicate come il viaggio umano che indossano.
E' una orchestra. Lo
spazio della musica, se vogliamo una spericolata interpretazione
dell'etimologia della parola greca. E' lo spazio, della musica.
Senza i fuochi di artificio della tecnica, senza l’arte e
l’artigianato che rendono una tavola di legno, adibita ad altare,
una cattedrale.
Ed è invisibile. Come
lo sono i sentimenti. Che bruciano e straziano eppure non si
vedono, e non si toccano. L'essenziale è invisibile agli occhi,
diceva un aviatore che tanto ha volato nei sogni di generazioni di
bambini di ogni età. Anche la mia piccola orchestra lo è,
invisibile. Ed essenziale nella sua riduzione al minimo possibile.
Noi
Il viaggio
fantastico che noi chiamiamo vita non è che una lunga
narrazione. La narrazione è la storia che raccontiamo mentre
viviamo, le storie che leggiamo nelle parole e negli sguardi dei
nostri compagni di viaggio. La narrazione è sempre vera, anche
quando è falsa, perché sempre immaginaria, sempre frutto di
una invenzione. Non esistono storie vere e storie false.
Esistono solo storie. Che ti salvano, sempre. Nel raccontare, ma
anche nell’ascoltare, siamo vivi. E nella narrazione noi
cerchiamo noi stessi: noi inventiamo noi stessi.
“Noi” è questo:
una piccola storia con dentro tante storie.
E’ una storia di
relazione: ci si legge, come libri, l’uno nell’altra. Ci si
sfoglia, come fotografie. Siamo luoghi, a volte oceani, immensi,
liberi. A volte giardini di cemento abbandonati alle erbacce in
periferia. Dove cuori disegnati sui muri ci ricordano di amori
sbiaditi e cancellati dalla pioggia.
E’ una storia di
perdita: ci si perde, sempre, nella vita. Ma è anche una storia
di riscatto, perché smarrirsi è poi ritrovarsi su altri lidi,
toccare rive inesplorate. Forse, come Ulisse, solo per poi
tornare, ancora una volta, a casa.
E’ una storia
d’amore perché tutte le storie, sono storie d’amore.