Giorgio
Amico
“Ligues”:
i Liguri tra il mito e la storia
Negli
anni scorsi abbiamo tenuto per l'UniSabazia di Vado L. e il MUDA di Albisola corsi sulla storia e la cultura dei Liguri antichi.
Proponiamo una sintesi di quei materiali, ricordando che si tratta di
appunti per una lezione e non di materiale strutturato.
Le fonti
La storia la
scrivono i vincitori. Mai detto fu più appropriato per i Liguri. Non
abbiamo alcun testo in cui i Liguri parlino di sé. Di conseguenza le
nostri fonte sono greche e romane.
Anche lo
stesso nome etnico “Liguri” è dovuto ai Greci. Restano i nomi
tribali, numerosissimi. Liguri è il modo in cui li chiamano i greci
quando entrano intorno al VII secolo a.C. in contatto con loro. Popolo
senza scrittura, i Liguri hanno lasciato molte tracce materiali, ma
per sapere qualcosa di più organico su di loro dobbiamo rivolgerci a
chi con loro entrò in contatto, come i Greci e i Romani che ne
parlarono diffusamente in termini geografici, economici, politici,
sociali, ma anche mitici.
In realtà,
prima dei Greci e dei Romani Fenici, Cartaginesi, Etruschi e Celti
avevano stabilito con i Liguri legami economici e politici intensi e
duraturi di cui restano molte tracce materiali, ma nessun testo
scritto. Le nostre fonti dunque restano solo quelle greche e romane.
Il nome
Il termine
greco con cui i Liguri sono designati è Ligues che diventerà poi
Ligures. Terra ligustica il territorio che abitano. In realtà si
tratta di una serie di termini: Ligues, ligustiché ghé, ligus,
ligur, ligusticus, ligures. Tutti derivano dalla radice lig che
indicherebbe un suono stridente, acuto. Insomma coloro che parlano
un linguaggio barbarico, non comprensibile. Ma anche sonoro,
armonico.
Omero
per primo usa l'aggettivo “ligure” per indicare il canto con cui
le sirene stregano Ulisse.
“Ma le
sirene con il canto sonoro [ligure] lo stregano”.
Un'altra
ipotesi voleva invece che il nome venisse da "liga" (acquitrino) e
indicasse le paludi alle foci del Rodano dove appunto arrivarono i
Focei a fondare Massalia, l'attuale Marsiglia.
Platone
nel Fedro fa dire a Socrate “Suvvia, o Muse, dette dalla voce
sottile [ligeiai] per il tono del canto o perché prendete questo
soprannome dalla stirpe musicale dei Liguri”.
La lingua
dei Liguri richiama dunque per gli antichi Greci il canto delle
sirene e il fischio del vento, per diventare poi secondo il mito di
Fetonte ( di cui tratteremo più oltre) il canto melodioso e
straziante del cigno morente.
Oggi
gli studiosi concordano sulla prima ipotesi, quella di Omero, che è
anche la più poetica e carica di fascino.
Un popolo
antichissimo che vive alla fine del mondo
Per i Greci
(e poi per i Romani) i Liguri sono un popolo misterioso.
Esiodo
(VIII sec. a.C.), citato da Strabone, li colloca tra i popoli
che vivono ai confini estremi del mondo. I Liguri vivono all'estremo
Nord, come gli Sciti a Est e gli Etiopi a Sud.
“Gli
Etiopi, i Liguri e gli Sciti allevatori di cavalli”, dice Esiodo.
Un'etnia di
cui è difficile cogliere l'identità. Chi li dice autoctoni, chi
provenienti da Oriente, chi discesi dall'estremo Nord, dal paese
degli Iperborei seguaci di Apollo”. (Dio della musica, da qui la
definizione di popolo musicale).
Avieno, un
poeta latino del IV sec. d.C. riprende e approfondisce questa tesi
in un poemetto in cui descrive le coste dell'Impero. Dell'opera,
probabile rifacimento di un antico testo greco, databile al 6º sec.
a. C., integrato sulla base di fonti posteriori, resta una parte del
Primo libro in cui si legge:
“Se di qui
dalle isole Estrimniche qualcuno osa spingersi la prora sulle onde,
là dove dal carro di Licaone [l'Orsa] l'aria è fatta ghiaccia,
troverà la terra originaria dei Liguri vuota dei suoi abitanti,
perché a causa dei Celti e a causa delle frequenti guerre essa è
stata spopolata […] I Liguri scacciati giunsero nella terra che ora
abitano, quasi ovunque irta di boschi, colma di asperità, dove rupi
a picco e monti minacciosi sembrano toccare il cielo.”
Le isole
Estrimniche sono state identificate con le Cassiteridi (oggi le
Scilly), al largo ella Cornovaglia, dove secondo il greco Pitea i
mercanti fenici andavano a acquistare lo stagno.
Personaggio
interessante questo Pitea. Navigatore e scrittore greco di Marsiglia,
visse nel IV secolo a.C. e fu autore di un viaggio oltre le colonne
d'Ercole alla scoperta del Mare del Nord. Le notizie sulla sua opera
dateci da Strabone, Diodoro, Plinio e altri autori sono scarse e
talvolta contraddittorie. Il viaggio dovette avere scopo commerciale
e scientifico: da Marsiglia, costeggiando la Spagna, Pitea passò
nell'Atlantico e navigò lungo le coste britanniche; poi, dopo aver
raccolto notizie sull'isola chiamata Tule, forse l'Islanda, proseguì
lungo le coste del mare del Nord fino a luogo imprecisato,
probabilmente la Scandinavia e il Baltico. Considerato per molto
tempo un'opera di fantasia, oggi non si ha più dubbio sulla
veridicità sostanziale del racconto di Pitea; le sue osservazioni
specialmente sulle latitudini, sulle maree, sul Circolo polare artico
sono oggi ritenute attendibili perché collimano perfettamente con le
nostre attuali conoscenze.
Il Novecento
vide gli studiosi confrontarsi in un interminabile dibattito sulle
origini dei Liguri, se preindoeuropee (come per i baschi e i
berberi) o indoeuropee. Il fascismo prima sposa la prima tesi (già
degli storici liguri come il savonese Vittorio Poggi (1833-1914, il
finalese Emanuele Celesia (1821-1889) e il genovese Arturo Issel
(1842-1822). Per questi studiosi i Liguri erano un antichissimo
popolo mediterraneo. La tesi serviva a sostenere contro l'Inghilterra
il predominio, considerato naturale proprio perché antichissimo
dell'Italia sul Mediterraneo, "Mare nostrum". Più tardi,
dopo l'alleanza con la Germania nazista e le leggi razziali, questa
tesi fu abbandonata a favore dell'antica teoria delle origini
nordiche. In questo modo si garantiva agli Italiani una presunta
purezza ariana, superiore persino a quella germanica.
Il dibattito
era fondato oltre che sulle fonti antiche sulle tracce rimaste della
lingua dei Liguri (toponimi e nomi di persona). Per molto tempo
considerata lingua preindoeuropea (come il basco) oggi si ritiene
l'antico ligure come una lingua indoeuropea con significativi
lasciti anteriori e fortemente influenzata dai Celti.
1. continua