Narratori della leggera
Vagabondi, prostitute, ladri. Gente che vive di espedienti, a tempo pieno o in alternanza a periodi di lavoro più o meno “normale”. Abitatori di margini al contempo fisici – come le rive del Po su cui costruiscono baracche e inventano modi di vita – e sociali, non essendo inquadrabili in alcuna classe, benché ovviamente più vicini al proletariato o sottoproletariato. Sono i rappresentanti della leggera, ai quali il grande sociologo cremonese Danilo Montaldi chiese di scrivere o di dettare le proprie vite. Adottando il metodo pionieristico della “conricerca”, Montaldi rivelò all’Italia un’immagine di sé complessa e stratificata, mostrando un paese in travagliato cammino dalla civiltà contadina a quella industriale, il tutto visto dalla specola “bassa” di cinque geniali semicolti che raccontavano senza freni le proprie straordinarie esistenze. Ne nacque un libro divenuto in qualche modo leggendario negli anni Sessanta e Settanta: Le autobiografie della leggera.
(dalla quarta di copertina)
Narratori della leggera
Danilo Montaldi e la letteratura dei marginali
Carocci editore, Roma 2020
14 euro