Questa mattina ho trovato nella posta una bella lettera di Roberto Massari sulla figura di Bruno Segre, che si chiudeva con l'invito di dedicargli un articolo su Vento largo. Lo faccio ben volentieri, usando le sue stesse parole. Io non saprei usarne di migliori e più adatte.
Caro Giorgio,
leggo sul Corriere di oggi che è morto Bruno Segre, alla bella età di 105 anni.
Cosa altro aggiungere? Noto solo che, come Il Corriere , anche altri giornali, vista la levatura culturale e morale del personaggio, hanno dedicato grande spazio alla notizia della morte di Segre. La Repubblica ne parla con un denso articolo nelle pagine della cultura, mettendone in luce le doti di rigoroso intellettuale, di esponente di punta delle grandi battaglie laiche come quella del divorzio. Ricordandone la militanza partigiana, lo definisce già nel titolo "Un simbolo dell'antifascismo"- Toni analoghi usa Il Manifesto che insiste particolarmente sul grande impegno pacifista di Segre.. Peccato che, oltre che concordi nell'elogio, le tre autorevoli testate siano egualmente concordi nel tacere che Bruno Segre oltre che partigiano, antifascista, difensore accanito delle libertà, fosse massone, membro autorevole del Grande Oriente d'Italia che lo commemora sulla sua pagina web ricordando come nel 2020 fosse stato insignito della massima onorificenza massonica proprio per il suo instancabile costante impegno in difesa della libertà e dei diritti dei cittadini.
Non è comunque una novità. Dei massoni sulla stampa italiana si parla solo se il nome dell'interessato è accompagnato da un avviso di garanzia. Allora quella appartenenza, anche se non c'entra nulla con gli eventuali addebiti, non solo non viene taciuta, ma enfatizzata, scritta a lettere cubitali nel titolo dell'articolo. Un segno di come profondo resti il pregiudizio antimassonico nel nostro paese. D'altronde perché stupirsi ? Fino agli anni Sessanta e al Concilio Vaticano Secondo nelle prediche domenicali e sulle pagine delle riviste cattoliche la Massoneria era definita "Sinagoga di Satana" a sottolineare il legame diretto con quei "perfidi giudei" il popolo deicida che non poteva essere perdonato. Bruno Segre, ebreo e massone, si è battuto per tutta la sua lunga vita contro questi pregiudizi, essendo stato in gioventù testimone diretto di quali orrori potesse provocare l'odio ideologico e il fanatismo.
Bruno Segre se ne è andato nella giornata dedicata alla Memoria. Lo salutiamo con affetto fraterno, ricordando come negli anni bui del terrore nazista in tutta Europa si svolse una feroce caccia ai massoni che a decine di migliaia, trentamila solo dalla Francia occupata, furono deportati e uccisi nei campi di sterminio.