lunedì 7 ottobre 2024

Chi sono gli amici di Hamas in Italia



Il 7 ottobre segna un anno da quando Hamas ha invaso le difese di confine nel sud di Israele, attaccato obiettivi militari, preso ostaggi – per lo più civili – ed è tornato alle sue basi.

Questo l'inizio del delirante comunicato con cui un sedicente Partito comunista dei lavoratori rivendica il pogrom antisemita di Hamas.
Evidentemente per questi "comunisti rivoluzionari" erano obiettivi militari i bambini, gli anziani, le donne trucidati in modo orribile nelle case dei kibbutz invasi, i ragazzi e le ragazze uccisi a centinaia mentre partecipavano a un concerto, le centinaia di ragazze violentate o gli ostaggi esibiti come trofei nelle strade di Gaza.

Ma se è così, se ogni ebreo è in quanto tale un obiettivo militare, con che coerenza definire genocidio la risposta militare di Israele a Gaza?

In realtà, ciò che li anima è una avversione totale all'Occidente e a tutto ciò che questo rappresenta. Per questo oggi sono sostenitori di Hamas, come lo furono del terrorismo islamico ai tempi della guerra in Iraq, quando il loro leader, allora ancora in Rifondazione, coniò lo slogan "Uno, cento, mille Nassyria" presentando come una azione rivoluzionaria la strage dei soldati italiani in missione di pace, o quando, dopo l'11 settembre, dichiararono il loro pieno appoggio ai Talebani afghani.

Una gruppettino insignificante, si dirà, che esaspera i toni per far vedere che esiste e reclutare qualche militante nell'ala estrema del movimento pro Palestina. Certo, ma sufficiente a rendere sempre più impronunciabile la parola comunismo e ad alimentare l'antisemitismo ancora ben presente fra noi.