venerdì 22 novembre 2024

Potere Operaio n.1 (1969)

 


A metà settembre del 1969, nel pieno della più grande stagione di lotte operaie del dopoguerra, usciva il primo numero del settimanale “Potere Operaio”. Il giornale, espressione dell'omonimo gruppo politico, si poneva in diretta continuità con l'esperienza della rivista “La Classe” uscita nei mesi precedenti. Ne proponiamo i principali articoli in cui si fissava la linea politico-strategica del gruppo a partire da un punto fermo: la lotta operaia non doveva essere vista in un'ottica meramente contrattuale, ma come lotta immediatamente politica contro il potere del capitale e del suo Stato. Il linguaggio è molto duro, come duri erano quei tempi.

Nell'articolo Per una direzione politica delle lotte leggiamo:

Sappiamo anche che i tempi del contrattacco padronale saranno quelli dell'attacco operaio. Ma quello che ora soprattutto vogliamo sottolineare non sono tanto i contenuti specifici del suo contrattacco quanto la forma in cui questo verrà portato: la forma della violenza statale. Lo stato in prima persona scenderà nella lotta a tutelare contro gli operai gli interessi dei padroni, mascherati dietro la mistificazione dell'interesse generale, del bene di tutti, delle necessità oggettive dello «sviluppo». Lo stato fa questo, deve fare questo perché esso è «la direzione politica» della classe dei capitalisti”.

Lette oggi, a distanza di tanti anni, queste frasi sembreranno probabilmente a molti una tipica manifestazione di quel massimalismo parolaio che la vulgata dei vincitori, eredi del PCI berlingueriano compresi, associa da sempre alla pratica politica dei gruppi della muova sinistra. Tre mesi dopo, il 12 dicembre, la strage di Piazza Fontana e subito dopo l'assassinio di Giuseppe Pinelli avrebbero dimostrato che non di vuota retorica si trattava, ma di una lucidissima visione politica.


Il quaderno è liberamente consultabile sul sito www.academia.edu


lunedì 18 novembre 2024

Metropoli- Reprint del n.1 (1979)

 



Metropoli è stata una rivista politica dell'area larga della Autonomia Operaia, fondata, tra gli altri, da Franco Piperno e Oreste Scalzone. La rivista ha una lunga gestazione.

Alcuni dei redattori della rivista (Scalzone, Piperno, Lauso Zagato) furono arrestati in seguito all'operazione "7 aprile", ancora prima cioè che il numero arrivasse in edicola. Due giorni dopo la sua apparizione, la rivista fu subito sequestrata e mandati di cattura furono poi spiccati contro altri suoi redattori. Il secondo numero apparve solo un anno dopo, nell'aprile del 1980.

Progettata per essere un mensile, solo a partire dal numero 3, apparso nel febbraio del 1981, la rivista esce con regolarità bimestrale fino al dicembre dello stesso anno, quando appare il numero 7, l'ultimo.


Il quaderno, consultabile sul sito www.academia.edu, propone il reprint del primo numero con il famoso fumetto sul caso Moro che  portò al sequestro della rivista e all'arresto di alcuni suoi redattori.


domenica 10 novembre 2024

venerdì 1 novembre 2024

Dove tutto è iniziato

 





Mia nonna materna, Rosa Giribaldi, orgogliosamente portorina (era nata alla fine dell'Ottocento nel cuore del Parasio), allora giovane operaia socialista, si fece scattare questa foto nel 1915 alla partenza di mio nonno, Giuseppe Carli, per il fronte.

Un pegno d'amore, una promessa per la vita.

Mio nonno la portò con sé nelle trincee del Monte Pasubio, dove cadde il fiore della gioventù del Ponente ligure, e poi la conservò gelosamente per tutta la vita. Dal 1980 la custodisco io con altrettanta cura, perché senza il loro amore, simboleggiato da questa foto, io non ci sarei, né ci sarebbe mio figlio, né i miei nipoti.



Scienza e società




In una società come l'attuale, tanto complessa e articolata, dove i diritti di cittadinanza sono erosi, se non radicalmente rimessi in discussione da una crisi economica di lungo periodo e da un vero e proprio default delle forme e degli ambiti della rappresentanza, la scienza, o meglio una corretta informazione scientifica può fungere da argine al processo, che appare in atto in tutto l'Occidente, di marginalizzazione della volontà popolare? Detto altrimenti, una più puntuale comprensione del dato scientifico, può davvero migliorarci la vita e renderci cittadini più consapevoli al momento delle scelte (vedi referendum sul nucleare e i beni comuni, dibattito sulle staminali o la procreazione assistita, ecc)?


Il testo è scaricabile da: www.academia.edu