domenica 28 aprile 2013

Contro venti e maree: Victor Serge




Giorgio Amico

Contro venti e maree. Victor Serge

Agli inizi del 1936, Victor Serge, espulso dall'URSS, trova rifugio in Belgio. Un giornale sindacale, La Wallonie, che esce a Liegi, gli permette di scrivere, mentre in Francia, la stampa di sinistra, espressione del Fronte Popolare, dominata dagli stalinisti, non solo rifiuta la sua collaborazione, ma lo dipinge come un calunniatore prezzolato dell'URSS e un provocatore trotskista. Qualcuno, riprendendo la sua antica condanna a cinque anni di carcere nel processo alla Banda Bonnot, lo definisce sprezzantemente “bandito anarchico”.

In una nota che esce ogni settimana Victor Serge racconta i grandi temi dell'attualità poltica internazionale di quattro anni di fuoco (1936-40): l'avanzata del fascismo, la degenerazione criminale dello stato sovietico, la rivoluzione spagnola. Una cronaca politica attenta ai particolari e mai ideologica, anche se Serge si considera orgogliosamente uomo di parte schierato senza pentimenti o remore dalla parte degli oppressi, che si condensa in 203 articoli, 93 dei quali raccolti in un volume intitolato Ritorno all'Ovest, pubblicato dalle edizioni Agone di Marsiglia.

“Scrittore militante”, come lui stesso si definisce nel suo primo articolo, Retour à l'Occident, del 12 giugno 1936, Victor Serge continua una battaglia iniziata molti anni prima proprio in Belgio e proseguita poi in Francia, Spagna, Russia, Austria, Germania e poi ancora in Russia, prima da anarchico individualista, poi da militante bolscevico e infine da comunista critico e libertario.
























Una battaglia combattuta con la penna e la parola, totalmente inserita nelle battaglie politiche e sociali del suo tempo, da grande giornalista militante capace di disegnare in poche frasi ritratti indimenticabili di uomini e di fatti. Una voce libera, nemica giurata di ogni forma di totalitarismo, che la repressione staliniana prima durante il suo soggiorno in URSS e la calunnia poi al tempo del ritorno in Occidente non riusciranno a zittire.

Grande autore ritratti, dicevamo. Ritratti di personaggi ancora oggi celebri o dimenticati, vittime della controrivoluzione staliniana e fascista: il sindacalista spagnolo Angel Pestana, l'anarchico italiano Francesco Ghezzi deportato da Stalin, l'antifascista Carlo Rosselli rifugiato in Francia e assassinato dall'estrema destra, lo scrittore russo Boris Pilniak, Edouard Berth, amico di Georges Sorel, Antonio Gramsci o ancora Léon Sedov, figlio di Trotsky, morto in condizioni mai chiarite a Parigi probabilmente per mano di agenti della GPU.

Ritratti che si mescolano alla denuncia sprezzante dei carnefici e all'amara constatazione del cedimento e del tradimento di chi, come Gorki, pure aveva saputo un tempo stare dalla parte giusta.

Pagine che raccontano l'eroismo e la dignità dei comunisti antistaliniani incarcerati nel gulag siberiano e in via di liquidazione fisica, o degli operai e contadini anarchici spagnoli che a mani quasi nude combattono contro le truppe di Franco sostenute e armate nell'indifferenza dell'Occidente democratico, dall'Italia di Mussolini e dalla Germania di Hitler.

Una voce libera che grida in un campo di rovine e che non si tacerà neppure con lo scoppio della guerra e l'invasione del Belgio da parte delle armate tedesche. Di nuovo esule, Victor Serge passerà in Francia, a Marsiglia e poi in Messico, minato nel fisico (è gravemente malato di cuore), ma non nel morale perchè «nessun pericolo, nessuna amarezza giustificano la disperazione – perché la vita continua ed essa avrà l'ultima parola.»

Victor Serge
Retour à l'Ouest
Agone, 2010
23 euro