mercoledì 10 gennaio 2018

Parlano il dialetto di Mentone le fiabe di Liguria


La favolistica ligure ha la sua culla nell'estremo Ponente, a Mentone terra di limoni e di fiabe.

Giorgio Amico

Parla mentonasco la fiaba di Liguria

Nell'introduzione alla sua grande raccolta di fiabe italiane Italo Calvino riconosce a malincuore di aver trovato “pochissimo della Liguria”. “Per me -scrive - era come per chi, girando il mondo, passi davanti a casa sua e trovi l'uscio chiuso”.

Il “pochissimo” in questione consisteva soprattutto in un libriccino apparso nel 1892 a Parigi con il titolo di Contes ligures.Traditions de la Riviere recueillis entre Menton et Gênes., ad opera di un certo Andrews: “Un folklorista inglese che abitava a Mentone”, lo definisce sbrigativamente Calvino.

In realtà non si trattava di uno membro della nutrita colonia inglese della Costa Azzurra, ma di un americano, James Bruyn Andrews, nato a New York nel 1843, discendente diretto di una di quelle famiglie olandesi che nel Seicento fondarono sull'isola di Manhattan la colonia di Nuova Amsterdam destinata a un grande destino sotto il dominio inglese con il nome di Nuova York.

Come tutti i giovani dell'alta borghesia newyorchese, Andrews studia nella prestigiosa università di Yale, laureandosi uin legge con il massimo dei voti. Dopo qualche anno di pratica legale, il rigore del clima e una salute compromessa lo obbligarono ad abbandonare la professione forense e a lasciare gli Stati Uniti in cerca di un ambiente più adatto alle sue condizioni.

Dopo un primo soggiorno in Messico, Andrews visse in Spagna, a Valencia, dove svolse per qualche anno le funzioni di console degli Stati Uniti, per poi nel 1871 stabilirsi definitivamente a Mentone in una grande villa affacciata sul mare.

           La prima edizione delle fiabe liguri di Andrews

Affascinato dalla cultura locale, ancora tipicamente ligure visto che la cittadina era francese da pochi anni, Andrews si dedicò con estremo impegno a una sistematica opera di ricerca sul dialetto mentonasco e sulle tradizioni popolari del territorio. Il risultato saranno alcuni libri fra cui un dizionario francese-mentonasco e la raccolta di favole a cui poi attingerà Calvino.

Nell'introduzione l'autore spiega così i criteri usati nella raccolta e nella trascrizione in francese dei testi:

“I racconti sono stati raccolti dalla bocca di persone del posto. Ho preso tutte le precauzioni in modo da avere solo storie originali. Avrei voluto pubblicarli con il testo originale a fronte, ma sarebbe stato troppo lungo, faticoso e soprattutto di un interesse troppo specialistico. Ho dunque cercato nel tradurre di mantenere la massima fedeltà al testo originale anche se ciò causerà qualche imperfezione stilistica. Non ho aggiunto, né tagliato nulla per paura di alterare il significato delle storie e di far perdere il taglio popolare che ne garantisce l'originalità. Da questo punto di vista sono stato più scrupoloso di quel narratore che non ha esitato a introdurre in due racconti una fata, sebbene nella superstizione locale non ci sia alcuna traccia di tali figure”.

La raccolta, che ebbe un grande e duraturo successo tanto da essere periodicamente ristampata fino ai giorni nostri, contiene 64 favole in larga parte relative all''estremo ponente ligure. Ben 44 provengono da Mentone, Roccabruna e Sospello, 6 dal tratto di Riviera compreso tra Ventimiglia e il paesino di Arzeno d'Oneglia e solo 14 dal Genovesato.

    Arzeno d'Oneglia

Comune denominatore di molte delle favole raccolte è il mare, a cui si aggiunge una campagna desolata e povera con famiglie troppo numerose tormentate dal problema di nutrire e far crescere i figli. Italo Calvino parlerà di un estremo realismo espressione “d'una condizione d'estrema miseria, di fame, di mancanza di lavoro” su cui si innestano storie “d'un gusto fantastico goticizzante e grottesco”.

Andrews morirà nel 1909, in Germania, ad Aquisgrana dove si era recato a “passare le acque” come si diceva allora. Di lui non ci restano fotografie, né dati più precisi, neppure esiste più soppiantata ormai da una selva di palazzi la grande villa che abitò a Mentone. Nonostante ciò resta fondamentale il suo ruolo nella riscoperta e nello studio della tradizione popolare ligure. Lo aveva ben capito Calvino che nella stesura della sua raccolta di 200 favole italiane si baserà per il breve capitolo dedicato alla Liguria (7 storie in tutto) esclusivamente sull'opera dello studioso americano, riconoscendolo così a pieno titolo come il vero padre della fiaba ligure.