giovedì 31 ottobre 2019

Essere nonni




Giorgio Amico

Essere nonni

"Frequentemente i nonni descrivono il loro ingresso nella dimensione della nonnità come un nuovo ruolo genitoriale, totalmente diverso da quello che erano abituati a svolgere con i figli; un ruolo che permette loro di esercitarsi con competenze spesso definite come “femminili”, ad esempio quelle che riguardano l’emozionalità, con la speranza di essere un nonno migliore di quanto siano stati come padri".

Ho trovato questa frase in un testo della Fondazione Erich Fromm e mi ci sono immediatamente riconosciuto. Mi ha permesso di riflettere sulla rimozione della nostra parte "femminile" che una educazione patriarcale ci ha fin dall'infanzia portato a fare, fino a considerare l'emozionalità una debolezza di cui vergognarsi e da nascondere. E allora la nonnità è un ritornare alla completezza delle origini. Ricostituire quell'equilibrio tra ragione e sentimento che rende l'essere umano unico fra tutti i viventi.

Si, è proprio così: essere nonni, significa riconciliarsi con la parte femminile di sé, aprirci (qualche volta addirittura riscoprire) al piacere infinito della tenerezza, ai sentimenti, alla dolcezza di una carezza o di uno sguardo.

Piccole cose, ma forse proprio in questo consiste la "saggezza" che da sempre la tradizione attribuisce agli anziani.