giovedì 29 luglio 2010

Franco Astengo, Savona Economia



Pubblichiamo uno stimolante contributo di Franco Astengo sulle prospettive economiche dell'area savonese. Certo, la stagione forse richiederebbe argomenti meno impegnativi, ma noi di Vento largo siamo dell'idea che i problemi politici e sociali non vadano in vacanza con l'arrivo delle ferie estive.

Franco Astengo

Savona Economia

Martedì 27 Luglio 2010 l'inserto genovese di “Repubblica” ha pubblicato un ampio “reportage” sull'economia savonese che merita, a nostro avviso, una schematica interlocuzione, premettendo che vanno sollevate due questioni di metodo non secondarie: la prima, nelle pagine dedicate all'argomento non compaiono statistiche precise riguardanti – appunto – la provincia di Savona, statische relative, tanto per fare qualch esempio come il tasso di disoccupazione, le ore di cassa integrazione nell'industria (cassa integrazione che attualmente, se non andiamo errati riguarda diverse aziende fra le quali Ferrania, ormai in crisi da anni e la Piaggio), la nascita e la mortalità delle aziende,gli indici di produttività delle aziende manifatturiere, un rendiconto dare- avere delle presenze delle navi da crociera nel capoluogo (quanto costano, quali riscontri concreti sull'economia cittadina, quali oneri le compagnie versano alle casse delle istituzioni cittadine); la seconda che, salvo un accenno alle posizioni dei sindacati (regionali per altro) sull'ampliamento della centrale di Vado Ligure, non appaiono le posizioni di soggetti, sociali e politici diversi, dall'amministrazione comunale di Savona, l'Unione Industriali e l'Autorità Portuale (nessuna voce di altre parti sociali, quali, appunto il sindacato oppure potenzialmente dissonanti quali quelle delle associazioni ambientaliste).
In queste nostre brevi note ci riferiremo essenzialmente ai cinque progetti elencati nell'articolo firmato dal Presidente dell'Unione Industriali (alcuni discutibili, altri condivisibili: piattaforma Maersk, ampliamento Centrale di Vado, infrastrutture, Ferrania, trasferimento Piaggio) notando però, come ci è capitato tante volte in passato,come manchi una analisi delle condizioni generali della crisi, della situazione a livello regionale, e di una storia complessiva della Provincia di Savona posta soprattutto sul piano della prospettiva economica che si presenta nelle condizioni che conosciamo, dopo che è stato condotto esemplarmente un processo di deindustrializzazione, in chiave meramente speculativa (sul quale in passato, è bene ricordarlo sempre, si innestò un filone importante della “questione -morale” pre-Tangentopoli), come dimostrano, in particolare, le vicende del Comune capoluogo.
Tutti i progetti che sono elencati nell'articolo citato presentano , inoltre,controindicazioni pesantissime sul piano ambientale, la loro proposizione ha sviluppato un ampio movimento d'opinione nel senso contrario,alcuni appaiono chiaramente obsoleti, come nel caso della piattaforma Maersk) rispetto alle novità che la crisi finanziaria ed economica internazionale ha introdotto sulla scena, a tutti i livelli.
Ci è già capitato di affermare che il modello trasportistico – turistico è superato, anzi è sempre risultato debole e che è necessario un modello di sviluppo diverso che rilanci la provincia di Savona sotto tre aspetti fondamentali: le infrastrutture, l' ambiente, il rilancio industriale sul terreno dell'innovazione tecnologica.

In più, per quel che riguarda Savona città, il vero e proprio volano potrebbe venire dal rilancio della presenza culturale ad alto livello (Università, Biblioteca) svolto in contemporanea con il recupero dei grandi e pregiati contenitori storici presenti nel centro cittadino, ed oggi abbandonati ed in piena decadenza.
Centro cittadino che si presenta con migliaia di case vuoti e la presenza di ecomostri poco o per nulla abitati in zone strategiche, ormai irrimedibilmente occupate dalla logica del cemento ad ogni costo.
A Savona si voterà, per il rinnovo dell'amministrazione comunale del capoluogo, nel prossimo 2011: servirà un bilancio di questa amministrazione che continua ad essere legata, anche leggendone le intenzioni future ( Stadio, Nuovo Ospedale, ampliamento del polo tecnologico) alla logica meramente speculativa cui avevamo già accennato, di sudditanza ad interessi privati nell'utilizzo del territorio di una Città che al centro, come in periferia è già stato abbondantemente martoriato.
Chiediamo si rifletta, sul serio, circa l'utilizzo dei contenitori storici per quel che riguarda l'avvenire della Città di Savona:senza un progetto riguardante il rilancio culturale, che abbiamo schematicamente riassunto anche perché in passato ci è capitato più volte di esporlo in dettaglio e non vorrei annoiare, la situazione sarà destinata ulteriormente a degradarsi.



La questione delle infrastrutture, poi, sia stradali, sia ferroviarie appare urgentissima: occorre abbandonare la logica, anch'essa del tutto obsoleta, dei porticcioli (fermare la Margonara, quindi..) ed attrezzare, in particolare, il Ponente all'operazione di trasferimento della Piaggio che comporterà non soltanto il problema dell'utilizzo delle aree dismesse in quel di Finale, ma soprattutto sconvolgerà l'assetto socio – economico ed il paesaggio della piana di Albenga.
La questione del raddoppio della ferrovia da Finale ad Andora appare ormai lontana da essere affrontata: eppure si tratta di una priorità assoluta, quasi come quella di un rafforzamento della linea Savona – Genova e, ancor di più, di quella Savona – Torino.
Non siamo ambientalisti d.o.c., neppure individuiamo nell'edilizia il nemico, o nelle crociere un inutile spreco: la realtà è che questioni come quella della Tirreno Power appaiono decisive per la qualità della vita nelle nostre zone nel senso della necessità di sbarrare la strada ad ampliamenti improvvidi; l'edilizia è stata, fin qui, in chiave di deindustrializzazione meramente speculativa senza restituire nulla al territorio (e si continua a pensare di andare avanti, come abbiamo visto...), le crociere hanno soffocato il porto commerciale di Savona e non rappresentano certo un volano di sviluppo; inoltre, sempre per restare in tema di portualità, esiste una questione di spazi per retroporti, nell'immediato o più lontano entroterra, che rischia di diventare l'occasione per un utilizzo di spazio assolutamente devastante per la possibilità di installazione di attività produttive, ad alto livello.
Si dovrebbe aprire, a questo punto, il discorso sulle istituzioni, con la Regione che ci pare lontana dall'aver sciolto il nodo del ruolo dei diversi comparti di sviluppo a livello dell'intera Liguria, la Provincia che appare ben lontana dall'esprimere un ruolo progettuale e da funzionare come riferimento per la traduzione sul territorio di una capacità di iniziativa degli Enti Locali.
Del Comune di Savona abbiamo già detto.
Non resta che pensare ad elaborare un progetto diverso, un progetto che sarà necessario continuare a reclamare.

Savona, li 27 Luglio 2010


Franco Astengo, politogo e storico della sinistra, collabora con la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Genova. E' autore di numerosissimi saggi apparsi su giornali e riviste.