TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 21 luglio 2013

I guardiani di pietra delle Alpi del Mare


 
Giorgio Amico
 
I guardiani di pietra delle Alpi del Mare
Appunti da una giornata in Valle Arroscia

A pochi minuti di macchina dalle spiagge affollate della Riviera l'alta Valle Arroscia è come un universo parallelo fatto di silenzi, di vento, di acqua che scorre. Il tempo qui acquista un valore diverso.



In alto, Rezzo fatto di case di pietra, abbarbicate alla roccia, che cercano la luce come girasoli.


Tetti fatti di lose coperte di sassifraghe e licheni che avrebbero fatto sognare Sbarbaro.


Ovunque i segni di una devozione antica, testimonianze di vita di uomini e donne della montagna ligure.



E poi dappertutto i fiori di pietra che i lapicidi di Cenova hanno seminato nelle valli del Ponente, dalla Valle Arroscia alla Val Roya.



Lungo i vicoli che risalgono la montagna, volti sbucano dalla pietra. Guardiani di un mondo che non esiste più. Presenze inquietanti che ci scrutano da un'altra dimensione.


E poi, echi rimbalzati fra le montagne della grande pittura del Quattrocento, gli affreschi di Pietro Guido da Ranzo.




Volti di donna che addolciscono una valle aspra di boschi e di rocce, via di valico dagli alpeggi al mare.