sabato 30 novembre 2013
giovedì 28 novembre 2013
Piero Simondo, I monotipi 1954-1958
Domani 29 novembre 2013
alle 18.00
nello Spazio 42R di Palazzo Ducale a Genova
inaugura la mostra
"Piero Simondo: i monotipi 1954-1958".
domenica 24 novembre 2013
Bologna, 23 novembre. Alla ricerca di Arturo Martini
Visitare una mostra di
Arturo Martini suscita in noi, liguri di questo piccolo pezzo di
Ponente compreso fra Vado e Savona, emozioni strane.
Ché Martini era uno di
noi, nostri i suoi volti.
A Vado c'è ancora
qualcuno che ha conosciuto chi ha posato per l'artista. Operai, pescatori, donne
del popolo, ragazzi.
Presenze che abitano il nostro cuore, che sentiamo familiari.
E' un pezzo di noi che
andiamo a riscoprire, un brandello della nostra storia.
Qualcosa che ci portiamo
dentro, come un volto segnato dal tempo o un grido che non riesce a uscire.
Quelle di Martini sono
figure enigmatiche fatte di grida silenziose.
Sguardi inquietanti che ci fissano senza vederci
con occhi che scrutano dimensioni che non conosciamo e che pure sono
nostre.
Sguardi muti in cerca di
un altrove.
Guardano il cielo le
statue di Martini.
Lo fanno anche per noi,
che non ne siamo più capaci.
Noi che non sappiamo più volare.
Guardano in alto. Un cielo fatto di attese
in un presente che non riesce a diventare domani.
Ha senso questa attesa?
Ha senso la nostra attesa?
Un silenzio di terracotta ci avvolge, leggero come una cortina di nebbia, pesante come i ricordi.
Fuori, una pioggia triste accarezza un corteo di operai senza
lavoro.
mercoledì 20 novembre 2013
Genova. Rileggere il Marcatre
RILEGGERE IL MARCATRE
Sabato 23 novembre, a partire dalle ore 15,00, al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce di Genova (via Jacopo Ruffini) un incontro di studio dedicato al Marcatrè, rivista in cui si è rispecchiata in maniera esemplare la parte più avanzata della cultura italiana degli anni Sessanta.
giovedì 14 novembre 2013
Storie di migranti dall'Occitania alle Americhe. Marcel del Norat, vittima del Titanic. Un convegno a Dronero racconta la sua vita
Un convegno a Dronero ricorda Battista Bernardi (Marcel del Norat), migrante occitano, imbarcato come cameriere sul Titanic.
Comuni di Dronero,
Roccabruna, Villar San Costanzo
Istituto
Virginio-Donadio
Espaci
Occitan
“ANDIAMO! E’ TEMPO DI MIGRARE”
Storia e volti dell’emigrazione in Valle Maira tra Otto e Novecento
Marcel del Norat e gli altri…
22 Novembre 2013
“ANDIAMO! E’ TEMPO DI MIGRARE”
Storia e volti dell’emigrazione in Valle Maira tra Otto e Novecento
Marcel del Norat e gli altri…
22 Novembre 2013
Ore 9.30
Istituto alberghiero Virginio-Donadio
Via Valle Maira, 19 Dronero (ex-caserma Beltricco)
Presso Espaci Occitan
Istituto alberghiero Virginio-Donadio
Via Valle Maira, 19 Dronero (ex-caserma Beltricco)
Presso Espaci Occitan
Gino Bernardi (Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea) Il fenomeno dell’emigrazione in Val Maira tra XIX e XX secolo: da migrazione stagionale ad abbandono definitivo del paese d’origine
Yovonne Fracassetti Brondino (scrittrice, saggista ed ex-dirigente scolastico), I migranti di “seconda generazione”: tra conservazione, contaminazioni e novità culturali
Elda Gottero (Associazioni Voci dal Mondo), Un fenomeno recente: l’immigrazione in Dronero e valle oggi. Numeri, opportunità e risorse per il futuro
Maria Gervasini, Gigio Gallo (Istituto d’Istruzione superiore Virginio-Donadio), Diario di un viaggio nella memoria. Ricordando “Marcel del Norat”
Tavola rotonda con la partecipazione di ex-studenti dell’Istituto Alberghiero con la narrazione della loro esperienza all’estero, tra opportunità ed impegno
Seguirà la visita alla Mostra fotografica: Sulle tracce di “Marcel del Norat” e Buffet a base di prodotti tipici del territorio
Il fenomeno dell’emigrazione ha caratterizzato, in modo via via più intenso, il nostro territorio a partire dalla seconda metà del XIX secolo, presentandosi inizialmente come abbandono stagionale delle contrade più povere delle nostre vallate per poi assumere caratteri di esodo permanente. I Valmairesi offrirono, in questo contesto, un’impronta particolare, esercitando professioni originali e caratteristiche quali quelle dei caviè di Elva, degli anciuè di Celle Macra… che restano nella memoria e nella documentazione storica locali.
Alcuni tra essi andarono
ad offrire i propri servigi in luoghi e situazioni sconosciuti alla
maggior parte di noi. È il caso di Marcel che, partito dal Norat di
Roccabruna, si imbarcò come cameriere sul Titanic e perse la vita
nel suo tragico affondamento. La sua salma, recuperata, riposa oggi
nel cimitero di Halifax in Canada.
Tre persone, tra cui due
docenti dell’Istituto Viginio-Donadio, nell’estate scorsa hanno
percorso un itinerario nel Paese nord americano portando l’omaggio
postumo della Valle Maira questo suo sfortunato rappresentante. Quasi
un viaggio nella memoria che trova oggi il suo compimento con questo
piccolo convegno storico sul fenomeno migratorio in Val Maira e con
la Mostra fotografica che ripercorre le tappe del viaggio.
Un Convegno che si svolge
nel mese di san Martino, periodo consueto per le scadenze e i rinnovi
dei contratti d’affitto in campagna, giorno di traslochi, quasi un
anticipo ed una premessa di viaggio ed esodi di ben più lunga
gittata e termini temporali.
mercoledì 13 novembre 2013
13 novembre 2013 Conferenza a Savona su "I danni da combustione a carbone”
Arte in Osteria a Cairo Montenotte (SV)
Domenica 17 novembre
Ore 16.00
VERNICE
Gemma Ciarlo/
MAssimiliano MArchetti/ Alex Raso!
Ore 18.00
performance con
lavagna luminosa & lamette di Alex Raso
+
improvvisazione di
suoni multimediali di MAMA!
Ovviamente con
abbondate aperitivo
tutto all'Osteria del
Vino Cattivo
a Cairo Montenotte
venerdì 8 novembre 2013
A Varigotti fra gli ulivi e il mare.
A Varigotti fra gli
ulivi e il mare.
Usciti da Varigotti in
direzione Ponente, un sentiero quasi invisibile (non ci sono cartelli
o indicazioni solo un pallino rosso come segnavia) parte dall'Aurelia
e si inerpica sulla montagna che grava sul mare.
Si sale tra muri di
villette, frutto dell'ondata di cemento degli anni '60. Niente a che
fare con le mostruosità di Borgio Verezzi o di tanti altri luoghi
della Riviera, gli edifici sono circondati dal verde e non stonano
troppo con il paesaggio circostante, ma l'impressione è comunque di
una presenza estranea. Sarà che pare un villaggio fantasma. Porte e
finestre sbarrate a indicare un utilizzo solo balneare.
Poi, all'improvviso,
tutto cambia. Entriamo nel bosco. Avanziamo in una galleria verde, in
lontananza Punta Crena e la vecchia torre trecentesca. L'impressione
di straniamento è forte. Pare di essere fuori dal mondo, di essere
penetrati in una dimensione diversa.
Tutto attorno a noi
muretti in pietra ci ricordano che solo di un'impressione si tratta.
Quelle balze scoscese erano un tempo coltivate con un attaccamento e
una devozione che aveva del religioso. Generazione dopo generazione
su quelle fasce sassose, su quella terra aspra i nostri padri hanno
tirato un'esistenza difficile, senza perdere mai la speranza.
Restano a testimoniarlo
chilometri di muretti a secco (le nostre piramidi) e le tracce che
qui è là ancora appaiono delle antiche mulattiere acciottolate che
risalgono la montagna e la stringono come in un abbraccio.
Arriviamo a Isasco,
antico insediamento ligure-romano, e ci mettiamo a cercare quello che
resta della necropoli scavata nei primi anni Cinquanta. Non ci sono
cartelli, né indicazioni di alcun genere. Anche per chi c'è già
stato è difficile orientarsi. Sul sito, abbandonato da decenni, la
vegetazione spontanea ha preso campo. Quello che ricordavamo come un
cantiere archeologico è diventato un bosco. E non è un modo di
dire. Finalmente fra gli alberi, i cespugli e i rovi, ritroviamo
alcune di quelle tombe che testimoniano di un presenza millenaria.
Dall'alto la veduta sulla
costa è stupefacente. Sotto un cielo gonfio di nubi nere il mare è
una lastra d'ardesia solcata da squarci bianchi.
Nel pomeriggio il cielo schiarisce di nuovo, scendiamo
a Varigotti seguendo un sentiero di cornice che attraverso zone
boscate e coltivi conduce al mare. Anche questo è un percorso
antichissimo, ricco di suggestione. Ad una svolta del sentiero ci
appare un monolite che si stacca imperioso dalla parete. Un fallo di
roccia che ci ricorda Penn, il signore delle vette degli antichi
liguri che in suo onore alzavano pietre che ancora oggi marcano i
sentieri.
Punta Crena, con le
vecchie mura bizantine oggi sommerse dagli ulivi, è un tuffo nella
storia. Saliamo alla torre che domina l'abitato e la spiaggia di
Varigotti. La veduta è incantevole da entrambi i lati. Nei giorni
limpidi, si possono vedere verso il largo i delfini tuffarsi fra le
onde.
Sostiamo tra i resti di
antiche mura. Dove oggi dominano macchia mediterranea e ulivi
inselvatichiti, un tempo erano case e strade. Quelle antiche pietre
sono intrise delle vite e dei sogni degli uomini e delle donne che lì
condussero la loro vita.
Il capo roccioso chiudeva
una piccola baia da dove partivano navi per i porti dell'Oriente,
finché i genovesi non l'interrarono, preludio di quello che sarebbe
poi toccato a Savona.
Dall'altro lato del capo
la chiesetta di San Lorenzo, un luogo magico, carico di suggestioni.
Mura di pietra calcinate dal sole e dal salino, un portale e pochi
scalini su cui sedersi ad ascoltare la voce del vento e lo stridio
dei gabbiani.
Scendiamo al litorale che
è sera. La spiaggia è coperta di detriti portati dal mare. Qualcuno
(forse dei bimbi) ci ha giocato a costruir ripari che paiono opere
d'arte.
Ombre scure tagliano la
linea dell'orizzonte e il mare è una promessa di quiete.
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