TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 30 novembre 2013

Proverbi savonesi illustrati da Dino Gambetta


giovedì 28 novembre 2013

Piero Simondo, I monotipi 1954-1958



Domani 29 novembre 2013 
alle 18.00
nello Spazio 42R di Palazzo Ducale a Genova
inaugura la mostra 

"Piero Simondo: i monotipi 1954-1958".



domenica 24 novembre 2013

Bologna, 23 novembre. Alla ricerca di Arturo Martini



Giorgio Amico

Bologna, 23 novembre.

Visitare una mostra di Arturo Martini suscita in noi, liguri di questo piccolo pezzo di Ponente compreso fra Vado e Savona, emozioni strane.
Ché Martini era uno di noi, nostri i suoi volti.



A Vado c'è ancora qualcuno che ha conosciuto chi ha posato per l'artista. Operai, pescatori, donne del popolo, ragazzi.
Presenze che abitano il nostro cuore, che sentiamo familiari.



E' un pezzo di noi che andiamo a riscoprire, un brandello della nostra storia.
Qualcosa che ci portiamo dentro, come un volto segnato dal tempo o un grido che non riesce a uscire.



Quelle di Martini sono figure enigmatiche fatte di grida silenziose.


Sguardi inquietanti che ci fissano senza vederci con occhi che scrutano dimensioni che non conosciamo e che pure sono nostre.



Sguardi muti in cerca di un altrove.



Guardano il cielo le statue di Martini.



Lo fanno anche per noi, che non ne siamo più capaci.
Noi che non sappiamo più volare.


Guardano in alto. Un cielo fatto di attese in un presente che non riesce a diventare domani.



Ha senso questa attesa? Ha senso la nostra attesa?
Un silenzio di terracotta ci avvolge, leggero come una cortina di nebbia, pesante come i ricordi.



Fuori, una pioggia triste accarezza un corteo di operai senza lavoro.



mercoledì 20 novembre 2013

"E a finestra c'è la morti. Pinelli: chi c'era quella notte".



Sabato 23 novembre 2013 alle ore 17 e 30 presso la sede della Fai Gruppo Pietro Gori di Piazza Bologna a Savona il legale Gabriele Fuga e il militante del Ponte della Ghisolfa Enrico Maltini presentano il volume "E a finestra c'è la morti. Pinelli: chi c'era quella notte".


Genova. Rileggere il Marcatre






















RILEGGERE IL MARCATRE

Sabato 23 novembre, a partire dalle ore 15,00, al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce di Genova (via Jacopo Ruffini) un incontro di studio dedicato al Marcatrè, rivista in cui si è rispecchiata in maniera esemplare la parte più avanzata della cultura italiana degli anni Sessanta.




Torino. A teatro Occhio lucido, occhio folle di Guido Seborga


giovedì 14 novembre 2013

Storie di migranti dall'Occitania alle Americhe. Marcel del Norat, vittima del Titanic. Un convegno a Dronero racconta la sua vita



Un convegno a Dronero ricorda Battista Bernardi (Marcel del Norat), migrante occitano, imbarcato come cameriere sul Titanic.


Comuni di Dronero, Roccabruna, Villar San Costanzo
Istituto Virginio-Donadio
Espaci Occitan 



“ANDIAMO! E’ TEMPO DI MIGRARE”

Storia e volti dell’emigrazione in Valle Maira tra Otto e Novecento
Marcel del Norat e gli altri…

22 Novembre 2013
Ore 9.30

Istituto alberghiero Virginio-Donadio
Via Valle Maira, 19 Dronero (ex-caserma Beltricco)
Presso Espaci Occitan


Gino Bernardi (Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea) Il fenomeno dell’emigrazione in Val Maira tra XIX e XX secolo: da migrazione stagionale ad abbandono definitivo del paese d’origine

Yovonne Fracassetti Brondino (scrittrice, saggista ed ex-dirigente scolastico), I migranti di “seconda generazione”: tra conservazione, contaminazioni e novità culturali

Elda Gottero (Associazioni Voci dal Mondo), Un fenomeno recente: l’immigrazione in Dronero e valle oggi. Numeri, opportunità e risorse per il futuro

Maria Gervasini, Gigio Gallo (Istituto d’Istruzione superiore Virginio-Donadio), Diario di un viaggio nella memoria. Ricordando “Marcel del Norat”

Tavola rotonda con la partecipazione di ex-studenti dell’Istituto Alberghiero con la narrazione della loro esperienza all’estero, tra opportunità ed impegno

Seguirà la visita alla Mostra fotografica: Sulle tracce di “Marcel del Norat” e Buffet a base di prodotti tipici del territorio


Il fenomeno dell’emigrazione ha caratterizzato, in modo via via più intenso, il nostro territorio a partire dalla seconda metà del XIX secolo, presentandosi inizialmente come abbandono stagionale delle contrade più povere delle nostre vallate per poi assumere caratteri di esodo permanente. I Valmairesi offrirono, in questo contesto, un’impronta particolare, esercitando professioni originali e caratteristiche quali quelle dei caviè di Elva, degli anciuè di Celle Macra… che restano nella memoria e nella documentazione storica locali.

Alcuni tra essi andarono ad offrire i propri servigi in luoghi e situazioni sconosciuti alla maggior parte di noi. È il caso di Marcel che, partito dal Norat di Roccabruna, si imbarcò come cameriere sul Titanic e perse la vita nel suo tragico affondamento. La sua salma, recuperata, riposa oggi nel cimitero di Halifax in Canada.

Tre persone, tra cui due docenti dell’Istituto Viginio-Donadio, nell’estate scorsa hanno percorso un itinerario nel Paese nord americano portando l’omaggio postumo della Valle Maira questo suo sfortunato rappresentante. Quasi un viaggio nella memoria che trova oggi il suo compimento con questo piccolo convegno storico sul fenomeno migratorio in Val Maira e con la Mostra fotografica che ripercorre le tappe del viaggio.


Un Convegno che si svolge nel mese di san Martino, periodo consueto per le scadenze e i rinnovi dei contratti d’affitto in campagna, giorno di traslochi, quasi un anticipo ed una premessa di viaggio ed esodi di ben più lunga gittata e termini temporali.  


mercoledì 13 novembre 2013

13 novembre 2013 Conferenza a Savona su "I danni da combustione a carbone”






ACLI, ARCI, Comitato Acqua Bene Comune, Comitato Ambiente Spotorno-Noli, Gruppo Acquisto Solidale GASSA, Legambiente, Libreria Ubik, Movimento Consumatori, NuovoFilmstudio, Uniti per la Salute Onlus, Alleanza per l’Italia, Federazione dei Verdi, MoVimento 5 Stelle, Noi per Savona, Rifondazione Comunista.   Con il sostegno di: WWF Italia, Greenpeace Italia, ARCI nazionale, Legambiente Italia.



Mercoledì 13 novembre ore 18

  Sala Rossa del Comune di Savona

I danni da combustione a carbone”

Conferenza con grandi esperti del settore, sul tema dei danni sanitari e ambientali provocati dalla combustione della centrale a carbone, a cura della Rete Savonese fermiamo il carbone.

Sono previsti gli interventi (in presenza diretta o via skype):

ing. PAOLO RABITTI, tecnico impiantistico;
dott. GIOVANNI GHIRGA, referente ISDE medici per l’ambiente;
dott. VALERIO GENNARO, epidemiologo dell’IST Istituto Tumori;
MATTEO CERUTI, avvocato esperto di cause ambientali;
ANDREA BORASCHI, Responsabile Campagne Greenpeace Italia.


La Rete Savonese fermiamo il carbone vuole nuovamente richiamare l’attenzione della cittadinanza della nostra provincia sugli innumerevoli studi e dati allarmanti del nostro territorio, in varia misura collegati o collegabili alla centrale a carbone di Vado Ligure.

Sul tema abbiamo deciso nuovamente di far parlare esperti indipendenti e di fama internazionale (medici, tecnici, avvocati), per far conoscere meglio alla cittadinanza cosa vuol dire in termini scientifici vivere ‘all’ombra delle ciminiere’, anche alla luce dei recente documento dell’Università di Stoccarda commissionato da Greenpeace secondo cui il nostro territorio ha la maglia nera in Italia per danni sanitari e ambientali.


Arte in Osteria a Cairo Montenotte (SV)





Domenica 17 novembre


Ore 16.00

VERNICE

Gemma Ciarlo/ MAssimiliano MArchetti/ Alex Raso!

Ore 18.00

performance con lavagna luminosa & lamette di Alex Raso
+
improvvisazione di suoni multimediali di MAMA!

Ovviamente con abbondate aperitivo

tutto all'Osteria del Vino Cattivo


a Cairo Montenotte 


venerdì 8 novembre 2013

A Varigotti fra gli ulivi e il mare.



Giorgio Amico

A Varigotti fra gli ulivi e il mare.

Usciti da Varigotti in direzione Ponente, un sentiero quasi invisibile (non ci sono cartelli o indicazioni solo un pallino rosso come segnavia) parte dall'Aurelia e si inerpica sulla montagna che grava sul mare.

Si sale tra muri di villette, frutto dell'ondata di cemento degli anni '60. Niente a che fare con le mostruosità di Borgio Verezzi o di tanti altri luoghi della Riviera, gli edifici sono circondati dal verde e non stonano troppo con il paesaggio circostante, ma l'impressione è comunque di una presenza estranea. Sarà che pare un villaggio fantasma. Porte e finestre sbarrate a indicare un utilizzo solo balneare.



Poi, all'improvviso, tutto cambia. Entriamo nel bosco. Avanziamo in una galleria verde, in lontananza Punta Crena e la vecchia torre trecentesca. L'impressione di straniamento è forte. Pare di essere fuori dal mondo, di essere penetrati in una dimensione diversa.

Tutto attorno a noi muretti in pietra ci ricordano che solo di un'impressione si tratta. Quelle balze scoscese erano un tempo coltivate con un attaccamento e una devozione che aveva del religioso. Generazione dopo generazione su quelle fasce sassose, su quella terra aspra i nostri padri hanno tirato un'esistenza difficile, senza perdere mai la speranza.

Restano a testimoniarlo chilometri di muretti a secco (le nostre piramidi) e le tracce che qui è là ancora appaiono delle antiche mulattiere acciottolate che risalgono la montagna e la stringono come in un abbraccio.



Arriviamo a Isasco, antico insediamento ligure-romano, e ci mettiamo a cercare quello che resta della necropoli scavata nei primi anni Cinquanta. Non ci sono cartelli, né indicazioni di alcun genere. Anche per chi c'è già stato è difficile orientarsi. Sul sito, abbandonato da decenni, la vegetazione spontanea ha preso campo. Quello che ricordavamo come un cantiere archeologico è diventato un bosco. E non è un modo di dire. Finalmente fra gli alberi, i cespugli e i rovi, ritroviamo alcune di quelle tombe che testimoniano di un presenza millenaria.



Dall'alto la veduta sulla costa è stupefacente. Sotto un cielo gonfio di nubi nere il mare è una lastra d'ardesia solcata da squarci bianchi.



Nel pomeriggio il cielo schiarisce di nuovo, scendiamo a Varigotti seguendo un sentiero di cornice che attraverso zone boscate e coltivi conduce al mare. Anche questo è un percorso antichissimo, ricco di suggestione. Ad una svolta del sentiero ci appare un monolite che si stacca imperioso dalla parete. Un fallo di roccia che ci ricorda Penn, il signore delle vette degli antichi liguri che in suo onore alzavano pietre che ancora oggi marcano i sentieri.



Punta Crena, con le vecchie mura bizantine oggi sommerse dagli ulivi, è un tuffo nella storia. Saliamo alla torre che domina l'abitato e la spiaggia di Varigotti. La veduta è incantevole da entrambi i lati. Nei giorni limpidi, si possono vedere verso il largo i delfini tuffarsi fra le onde.



Sostiamo tra i resti di antiche mura. Dove oggi dominano macchia mediterranea e ulivi inselvatichiti, un tempo erano case e strade. Quelle antiche pietre sono intrise delle vite e dei sogni degli uomini e delle donne che lì condussero la loro vita.



Il capo roccioso chiudeva una piccola baia da dove partivano navi per i porti dell'Oriente, finché i genovesi non l'interrarono, preludio di quello che sarebbe poi toccato a Savona.

Dall'altro lato del capo la chiesetta di San Lorenzo, un luogo magico, carico di suggestioni. Mura di pietra calcinate dal sole e dal salino, un portale e pochi scalini su cui sedersi ad ascoltare la voce del vento e lo stridio dei gabbiani.


Scendiamo al litorale che è sera. La spiaggia è coperta di detriti portati dal mare. Qualcuno (forse dei bimbi) ci ha giocato a costruir ripari che paiono opere d'arte.



Ombre scure tagliano la linea dell'orizzonte e il mare è una promessa di quiete.