TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 28 marzo 2015

Arma Strapatente. Alla ricerca della Grande Dea


Una giornata nel Finalese alla ricerca di antichi misteri.


Giorgio Amico

Arma Strapatente. Alla ricerca della Grande Dea


Oggi siamo andati nel Finalese alla ricerca dell'Arma Strapatente, una delle più scenografiche e misteriose della zona. Lasciata l'auto al parcheggio appena sopra Boragni, abbiamo preso il sentiero che sale alle palestre di roccia.


Il percorso è di una bellezza mozzafiato fra grandi parete di roccia calcarea coperte di fiori.


Alberi e rocce si uniscono a formare angoli misteriosi recintati da muri di pietra senza età.

 

Anfratti carichi di una magia antica.



Arrivati alla deviazione per il Muro di Boragni (una impressionante parete di roccia bianca), si sale per un sentierino piuttosto disagevole, ma breve. Quasi subito appare l'imboccatura dell'Arma. Entrati, lasciamo alle nostre spalle l'arco dei monti liguri.



Lo scenario che si presenta è unico: un lungo tunnel in discesa che attraversa la montagna e sbuca un centinaio di metri più sotto sulla Valle Nava. Tra stalagtiti e stalagmiti iniziamo a scendere.


Ci sono sale laterali e cunicoli che penetrano nelle viscere della montagna


Poi la luce che viene dalla Valle Nava


Quasi in fondo, un altare di pietra con una grande coppella centrale ci ricorda che forse questo era un luogo sacro per gli antichi liguri.


Ce lo dice il nome della valletta sottostante, boscosissima e misteriosa. Il termine Nava, risalente ad una epoca precedente l'arrivo degli indoeuropei, indicava infatti un luogo sacro in cui si riunivano gli abitanti del territorio per celebrare riti di fertilità.


Appena sopra l'imboccatura inferiore una grande colonna, ricorda la primordiale Dea Madre.


Questo antro sacro, con le sue due aperture, forse era per quegli antichissimi pastori la porta su un altrove magico, una specie di utero cosmico consacrato al mistero della vita.


Fuori sole, profumo di fiori e canto di uccelli. Una brezza dolce ci accarezza. Ci piace pensare che sia il respiro della Grande Dea.




venerdì 27 marzo 2015

La guerra non era finita. I partigiani della Volante Rossa


NEL 70° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE






Giovedì 2 aprile ore 18

incontro con lo scrittore
FRANCESCO TRENTO

e presentazione del libro

La guerra non era finita.
I partigiani della Volante Rossa”
(Editori Laterza)

Introduce GIORGIO AMICO
In collaborazione con l’ANPI e l’ISREC di Savona


martedì 24 marzo 2015

Dino Gambetta, Primavera alla campagna


lunedì 23 marzo 2015

Pasqua ad Onzo tra ulivi e opere d'arte

Nella Settimana Santa, a Onzo Dipinti antichi della tradizione Cristiana, sculture Kongo, bronzi di Kriester. 


Non tutti sanno che da qualche anno a Onzo è attivo un laboratorio di idee (un frantoio del pensiero, ci verrebbe da dire , visto che siamo in terra d'ulivi) che mescola antropologia, arte, musica, filosofia e giardinaggio a ricomporre in forme umane (e dunque concretamente utopiche) la frammentarietà di un presente apparentemente sempre più privo di senso.

Tra ulivi e alberi da frutto, opere d'arte di altre culture, simboli religiosi e la scultura essenziale e senza tempo di Rainer Kriester, ci ricordano che la Pasqua è morte, ma anche resurrezione e che è ancora possibile dare un senso al vivere. Laico o religioso, poco importa. Ciò che vale è che sia compiutamente umano.


sabato 21 marzo 2015

Al Circolo degli Artisti di Albisola le ceramiche d'arte di Mario Pastorino e Mirella Fiore



Oggi, sabato 21 marzo - ore 17.00 al Circolo degli Artisti di Albissola Marina (SV)

per chiacchierare in compagnia e ammirare le belle Ceramiche d'arte Pastorino

un appuntamento da non perdere



Mario Pastorino (così come la sua compagna di vita e d'arte Mirella Fiore), è una figura storica nel campo della ceramica, rappresentativa dei migliori anni della storia dell'artigianato e dell'arte nelle Albissole

La mostra si avvale di un esauriente catalogo pubblicato a cura della famiglia, con testi di Antonio Licheri (Presidente del Circolo degli Artisti), Mauro Baracco, Federico Marzinot e Paolo Pastorino.
Resterà aperta fino al 6 aprile.




Giornata Mondiale della Poesia


venerdì 20 marzo 2015

Claudio Carrieri, Cantico




giovedì 19 marzo 2015

Passi per ricordare. Sul cammino della speranza


Si svolge domenica prossima la manifestazione “Passi per ricordare”, terza edizione della camminata transfrontaliera al Passo del Cornà, conosciuto anche come “il passo della speranza” e luogo attraverso il quale, negli anni, si sono incrociati migliaia di fuggitivi.

A 1042 metri di altezza gli ebrei cercavano, quasi 100 anni fa, una via di fuga dall’Europa dell’est e dai suoi persecutori. Quando... anche la Francia venne occupata dai nazisti, anni dopo, il Passo divenne la strada della speranza verso l’Italia. Con il trascorrere degli anni sono cambiati i volti e le bandiere dei fuggitivi, ma il sentiero viene ancora utilizzato per la ricerca della libertà. È il caso dei profughi afghani, che sono stati tra gli ultimi a valicarlo, pochi anni fa per giungere in Francia. “No all’antisemitismo, al razzismo e all’intolleranza religiosa. No alla violenza!” sarà il messaggio che verrà lanciato una volta raggiunta la vetta. La marcia simbolica partirà da Villatella alle 8.30 e alle 9 da Castellar. L’arrivo al Passo del Cornà è previsto per ore 12.00 e sarà dedicato alle riflessioni.

(Dalla pagina FB di Alberto Cane)


sabato 7 marzo 2015

Mauro Baracco, Ricordo di Mario Pastorino



Ricordo di un ceramista che ha fatto la storia di Albisola

Mauro Baracco

...a Joe Tazzina
Carmencita e Caballero”

...le dita scorrono veloci sulla tastiera di un computer che ha deciso di non ubbidire più al suo signore e padrone; l'eroico tecnico smanetta e si accinge a domare l'elettronico ribelle...ogni tanto l'occhietto (suo) vaga: “scusi...Lei si interessa di arte?!...sa...io sono il figlio di Mario Pastorino”..

Questo l'inizio di una conoscenza occasionale che si trasformerà in amicizia e l'aprirsi di un “mondo” di nuovi saperi ed emozioni.

In successive e più sapienti righe, il Prof. Federico Marzinot scriverà “criticamente” circa l'operato intellettuale della figura che oggi andiamo a ricordare; al sottoscritto, parziale testimone di un tempo trascorso, interessa unicamente cogliere l'occasione per alcune riflessioni che saranno universalmente considerate banali ma...a me va così ed in assoluto disordine vado ad esporle:

Ottimo che questo omaggio a Mario Pastorino si concretizzi parallelamente a questa fase delle celebrazioni per il Centenario della nascita del Maestro Asger Jorn ed alla serie di eccellenti iniziative promosse in proposito ad Albisola e Savona, considerato il rapporto che in quel tempo intercorse tra queste due figure di “belli uomini”.

Lo testimoniano le immagini in bianco e nero di allora e le parole scritte da Mario alla sorella Piera dalla lontana Danimarca, nella quale si era recato nel 1959 con Eliseo Salino per posizionare la bella, gigantesca ed universalmente nota opera ceramica di 27 metri di lunghezza eseguita dal vichingo Maestro alla San Giorgio di Albissola Marina per lo Statsgymnasium di Aarhus.

Mi piace altresì considerare questo momento come un corale ringraziamento rivolto a tutti i “coraggiosi” (ben sapendo quanto il coraggio, spesso, sia dettato da esigenze assolutamente poco romantiche) che in tempi implacabilmente difficili seppero portare avanti, tra mille difficoltà, l'antica arte figulina, essenza di questo territorio (basti riflettere sul fatto che l'attività del giovanissimo Mario inizia in pieno periodo bellico, nel 1944, all'ICA di Albisola Superiore).

In questa stessa fabbrica, il ragazzo assunto come apprendista assumerà successivamente il ruolo di capo del settore produttivo...legittimo pensare che i tempi del conflitto e della successiva ricostruzione fossero quanto mai selettivi rispetto le qualità e capacità dei singoli.

Immagino, scrivendo “due righe in libertà” per Mario Pastorino, di rivolgere un pensiero un po' meno distratto a tanti Amici che pur vivendo in tempi diversi ho con lui condiviso: cito per tutti Emilio Scanavino, Wifredo Lam, Attilio Mangini, Agenore Fabbri, Ansgar Elde.



Son contento (posso usare questa definizione assai poco paludata?!) dell'occasione di questo mio scrivere perchè con un po' di sana prepotenza mi permette di esprimere un concetto che mi è particolarmente caro: spesso e volentieri, quando si parla delle donne e del loro ruolo nel campo dell'arte ceramica, si tende amabilmente/misoginamente a sminuirlo a quello della “donna modesta” e/o tutt'al più “femmina collaboratrice di...”..ecco quindi servite: Geinin che forgia i macachi in Pozzo Garitta, le decoratrici in posa all'Alba Docilia, le povere criste che dispongono o camallano file di pignatte sulla spiaggia di Albissola per metterle ad asciugare e/o caricarle sui vecchi leudi. 

Tutto molto coreagrafico ma la donna è stata ed è altro e la figura di Mirella Fiore, compagna di vita e collaboratrice di Mario Pastorino, ne è testimonianza. Prima di tutto per il dato assolutamente concreto di essere stata anch'essa promotrice in prima persona della nascita dell'Azienda di famiglia e poi...

...decora qualunque supporto ceramico: pannelli, giare, fioriere...probabilmente anche quel suo cognome è un segno dell'ineluttabilità della cosa ma...guardate il vaso del Cunfeugo, la tradizionale cerimonia laica savonese, da lei prodotto nel 1998 e nel quale è raffigurata l'attività dell'antica Zecca savonese; è solo decorazione o possiamo sprecare anche qualche aggettivo in più?!...

Felicissimo infine che la prima presentazione di queste opere e del volumetto che le accompagna, avvenga in Pozzo Garitta: centro storico del paese figulino, centro della fatica di tante generazioni di donne e uomini, centro dei migliori avvenimenti culturali del tempo migliore anch'esso..

Vado a terminare queste mie un po' superflue considerazioni, ringraziando gratificato per la richiesta che me ne è stata fatta...ma...ho l'impressione che Caballero e Carmencita di Mario Pastorino mi sorridano...meglio che chiuda qui.





Ceramiche Pastorino, Albisola 1964-1998


giovedì 5 marzo 2015

Un ingiustificato silenzio - Poeti liguri dimenticati: Nicola Ghiglione



Un ingiustificato silenzio - Poeti liguri dimenticati”

ciclo di incontri a cura della Fondazione Mario Novaro
in collaborazione con l’Università di Genova

nell’ambito della rassegna “Hellzapoppin” del Teatro di Genova

Venerdì 6 marzo 2015
Foyer Teatro della Corte - Ore 17,30
Conferenza di Francesco De Nicola
su NICOLA GHIGLIONE

Nicola Ghiglione (Genova Voltri 1915 - Genova 1990) è stato il più bohémien dei poeti genovesi. Isolato, trasgressivo e scomodo come un vero e proprio outsider. Il suo ritratto umano e artistico sarà tracciato venerdì 6 marzo, alle ore 17,30, nel foyer del Teatro della Corte da Francesco De Nicola, professore di Letteratura Italiana Contemporanea dell’Università di Genova, nell’ambito del ciclo “Un ingiustificato silenzio - Poeti liguri dimenticati”, da lui stesso ideato per la Fondazione Novaro.

L’obiettivo della rassegna, ospitata nel più ampio “Hellzapoppin” organizzato dal Teatro Stabile di Genova, è proprio riportare in luce l’opera di poeti liguri spariti dalla memoria collettiva, nonostante il loro riconosciuto valore. 




Ghiglione era nato a Voltri, quando era ancora Comune a sé, ma aveva frequentato il liceo classico a Genova, prima il D’Oria poi il Vittorino da Feltre, quando il padre era stato assunto all’Ilva.

Di salute cagionevole, aveva presto rinunciato alla laurea in Lettere, ma mai alla scrittura dei versi, iniziata ancora adolescente. Scoprì la poesia nella fornita biblioteca di casa, dove la lettura era una radicata pratica che accomunava tutta la famiglia, di impronta cattolica e antifascista. Leggeva Montale e Caproni, quando ancora non erano nelle antologie.

Ghiglione pubblicò le prime poesie sulla rivista «Il Barco» nel 1941 e solo un anno dopo, nel 1942, il giovane ma già carismatico Carlo Bo gli diede il primo riconoscimento pubblico inserendo il suo nome in una conferenza sulla poesia contemporanea in Italia, organizzata dal Guf (Gruppo Universitario Fascista).

Durante la guerra fu assegnato agli uffici di Censura della Stazione Principe e conobbe da vicino gli orrori della guerra nella città bombardata, rifugiandosi quando possibile nella casa di Mignanego. Più tardi si sarebbe guadagnato da vivere come correttore di bozze per la redazione genovese de «L’Unità», pubblicando articoli sui quotidiani locali, sempre isolato, lontano da gruppi e cenacoli, da “outsider”, come lo ha definito Giorgio Bertone.

Fra i libri pubblicati figurano: Finestre, Poesie edite e inedite (1939-1989) a cura di Francesco De Nicola (De Ferrari Edizioni), Lunarietto sportivo a cura di Francesco De Nicola (De Ferrari Edizioni), Canti civili con l’introduzione di Francesco De Nicola (San Marco dei Giustiniani Edizioni).

Giorgio Caproni, uno dei suoi primi recensori, di lui scrisse: “Sei un poeta isolato, fuori commercio... Colpa (o virtù) anche tua, senza dubbio. Del tuo carattere ‘genovano’, irsuto e liscoso... Sia come sia, son certo che i tuoi Canti civili, che hanno resistito intatti per tanto tempo, non si logoreranno in futuro, resteranno vivi negli annali delle nostre lettere, anzi della nostra poesia”.



martedì 3 marzo 2015

Il Re dei Gatti




Martedì 10 marzo  ore 18:

“Il Re dei Gatti”

incontro con la scrittrice

BARBARA FLORINDA BARBANTINI
e l’illustratore ALEX RASO

e presentazione del libro

(Editore Artebambini).

Per bambini dai 5 ai 99 anni!

Introduce GIORGIO AMICO con cui parleremo di arte e del pittore Balthus…


Un pomeriggio d’autunno Anna incontra un grosso gatto grigio con scintillanti occhi gialli. Comincia così un viaggio che narra di un’amicizia speciale e della magia della creazione artistica…

Un omaggio al pittore Balthus, il Re dei Gatti, ed al suo misterioso mondo popolato di specchi, gatti e bambine che si mescola con la genesi del quadro “Il gatto allo specchio” presente nel libro.


Nell’appendice oltre al quadro già citato è presente anche l’autoritratto di Balthus che da il titolo al libro “il Re dei gatti” e un simpatico “Balthusiario” con nomi e curiosità utilissimo per chi vuole immergersi nel mondo dell’artista.


lunedì 2 marzo 2015

Quando i piemontesi preferivano le bionde





    L’11 Marzo alle ore 20 presso l’Aula Magna del Liceo S.G. Calasanzio, su iniziativa del Comune di Carcare verrà presentato il libro “Quando i piemontesi preferivano le bionde”. Il testo, scritto da Attilio Ianniello e promosso dall’Associazione Piccoli Allevatori Razza Piemontese “La Piccola”, svela poco per volta una ricerca fatta intorno ad un ceppo di razza bovina Piemontese caratterizzata dal mantello color “fromentino”, color del grano maturo; “la bionda”, come la chiamavano gli allevatori delle Langhe e dell’Entroterra ligure.

domenica 1 marzo 2015

Per un 8 marzo di sostanza: “Le donne nella Resistenza”



Comitato provinciale ANPI - Savona - Comitato territoriale ARCI

In occasione dell’8 marzo - giornata internazionale della donna

“Le donne nella Resistenza”

SABATO 7 MARZO 
S.M.S. “F.Leginese” (Milleluci) Savona

Programma:

Ore 17,15 presentazione del libro:

Ci chiamavano libertà. Partigiane e resistenti in Liguria 1943-1945”

Autrice, la giornalista di “Repubblica” Donatella Alfonso, che sarà presente all’evento

La Resistenza attraversa le vite di migliaia e migliaia di donne, ragazze e bambine, nell’Italia occupata, tra l’8 settembre del ’43 e la Liberazione. La attraversa, la segna e la trasforma, anche più di quanto loro stesse non abbiano voluto ammettere e ricordare, sul filo dei decenni. La storia si è facilmente dimenticata di loro e loro stesse, in gran parte, hanno scelto il silenzio; magari cominciando a raccontarsi solo 50 anni dopo. In Liguria, dove peraltro il ruolo delle donne nella lotta partigiana è stato fondamentale, è accaduto forse più che altrove. Ed è tempo di ridare loro voce, tra memoria e futuro. in questo libro, fra le altre, sono raccontate le storie delle partigiane: Mariuccia FAVA “Asta” e Rosalda PANIGO “Pina”

Ore 18,30 spettacolo teatrale

Diario di una donna

dal diario di Nonna Giuseppina e tratto dal monologo teatrale “Calafrica”
di e con Manuela Valenti

Diario di una donna è la narrazione di una donna realmente vissuta negli anni dell’occupazione fascista in Italia. Nonna Peppina lascia traccia di sé e della sua numerosa famiglia in un diario che ne racconta le gesta e le avversità in tutta la semplicità di una donna del Sud migrata a Genova.


Ore 20,00 Cena su prenotazione