TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


venerdì 2 giugno 2023

René Lefeuvre e i Cahiers Spartacus

 


Alla fine degli anni 60, tra il 1968 e il 1969, su sollecitazione di un ex bordighista che manteneva stretti rapporti con il milieu internazionalista parigino, mi abbonai ai Cahiers delle Edizioni Spartacus. In quella occasione René Lefeuvre mi spedì una raccolta dei quaderni apparsi dalla fine degli anni Quaranta alla metà degli anni Sessanta, accompagnati da una lettera gentilissima. Essendo allora poco più di un ragazzino la cosa mi riempì di orgoglio. Quel materiale, così generosamente donato, mi aprì gli occhi sulla realtà dei crimini dello stalinismo in Spagna e sull'orrore della realtà del gulag sovietico. Erano libri preziosi, quasi del tutto sconosciuti in Italia, un antidoto alla vulgata tardo togliattiana di chi, come la Rossanda o Ingrao, dopo il 1956 e il XX Congresso, quando quella realtà non si potè più negare, si nascondevano dietro a frasi ipocrite del tipo "noi non sapevamo...allora non si poteva sapere". E invece si sapeva e come, bastava volerlo e alzare lo sguardo verso la Francia dove da sempre quei materiali circolavano, nonostante gli attacchi violentissimi degli stalinisti del Pcf e degli intellettuali al loro servizio che li bollavano come falsità, fatte circolare ad arte da chi, calunniando la "gloriosa" esperienza sovietica, voleva fermare l'avanzata del movimento operaio.

Con il '68 e il dilagare di un'editoria di sinistra, oggi quasi del tutto scomparsa, alcuni di quei lavori apparvero anche in Italia, ma spesso frutto di traduzioni frettolose e abborraciate. Nessuno cenno venne però fatto al lavoro svolto per oltre mezzo secolo da Lefeuvre e dai suoi compagni.

Questo quaderno cerca di colmare almeno parzialmente questo vuoto e al tempo stesso essere un ringraziamento postumo a chi, come René Lefeuvre, per tutta la sua vita credette fermamente nei giovani, convinto che, come affermato da Condorcet, "la verità appartiene a coloro che la cercano e non a coloro che pretendono di possederla".

Giorgio Amico


Il quaderno è consultabile e liberamente scaricabile dal sito academia.edu