TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


martedì 2 febbraio 2021

Art means art - liberate L'ARTE

 


Art means art

Arte è il nome dell’arte, è non fare arte, voler fare arte senza fare arte, è fuggire dall’arte per trovare che non c’è nessuna arte, è scoprire che l’arte c’è ma non si sa dove, vedere che se tutto è arte l’arte è niente o non è, che l’arte è un paradiso artificiale, che è l’eccezione e la regola, che la follia è la guardiana dell’arte, che la morte dell’arte non è ancora avvenuta come si crede, che quello che ieri era arte lo è anche oggi, che nessuno ha mai saputo cosa fosse l’arte ma si è sopravvissuti lo stesso, che l’arte è il fantasma delle gallerie, che le gallerie fanno più arte quando sono chiuse, che sopra la panca l’arte non campa, che i musei ci sono e forse ci saranno ancora, che artisti si nasce e critici può darsi, che l’arte noiosa ti tiene sveglio la notte, che i collezionisti hanno sempre ragione, che i curatori fanno di tutto ma non abbastanza, che chi cerca arte trova arte e basta, che l’arte sta dove il sole non batte, che l’arte ha bisogno di molto denaro sempre che lo trovi, che l’avanguardia ha la sua metà, che l’arte è povera per finta, che l’arte può essere così veloce che va a sbattere, che l’arte è sotto tutela, che l’arte bella è così così, che l’arte a volte ti guarisce dall’arte, che chi soffre per l’arte entrerà nel regno dei cieli, che l’arte chi la fa l’aspetti, che l’arte gioca a moscacieca con il prossimo suo, che chi dipinge non piglia pesci, che l’arte è meglio farsela da soli, che l’ignoranza è una scappatoia dell’arte, che tutti i sensi vietati sono arte ma non di domenica, che i filosofi stanno in cantina e l’artesulla luna, che l’arte è per chi non ne ha voglia, che dimenticare l’arte sarebbe facile se non fosse inutile, che l’arte è il peggior incubo dai tempi di poe, che tutti gli artisti sono santi in convento, che l’etica dell’arte è fregarsene dell’arte, che l’arte è non saper cosa dire-fare-baciare, che l’arte a digiuno dà il voltastomaco, che l’arte è il baco nella mela di biancaneve, che se l’arte non ci fosse non bisognerebbe inventarla

Dodici frasi (non queste o tra queste), dodici timbri, dodici poster sull’arte non fatta, non pensata, non vista, firmati da C.A.GE., sigla già comparsa un paio d’anni fa su un manifesto giallo che chiedeva in giro chi ha paura dell’arte contemporanea, e che ancor prima, in incognito e in tempi non sospetti, invitava i proletari di tutte le arti a unirsi; una sigla che potrebbe essere un omaggio a uno strano micologo statunitense, un ipotetico coordinamento di artisti genovesi, una formula del caos genetico, o forse niente del tutto art means art, una mostra nello spazio di entr’acte, allestita per restare chiusa ma probabilmente aperta, con tutte le cautele prescritte, fino a nuovo ordine ovvero per una corta unità di tempo,perdurando dalle nostre parti il dominio del giallo … l’arte riapre?

Entr’acte – via Sant’Agnese 19r, Genova – dal 4 febbraio 2021 –giovedì-venerdì ore 16-19 (chiuso giovedì 11 febbraio) no inaugurazione – ingressi contingentati