Ieri ricorrevano 150 anni dalla morte di Giuseppe Mazzini. Proponiamo una pagina del suo libro “Doveri dell'uomo” in risposta a chi accusa gli Ucraini di fomentare la guerra rifiutando ostinatamente di arrendersi, a chi chiede che senso abbia resistere. Basta una parola per rispondere a questa domanda ed è “DIGNITÁ” . Ce lo ricorda Piero Calamandrei chiamando la Resistenza un “patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità e non per odio”. È il patto che lega oggi le donne e gli uomini d'Ucraina contro l'invasore russo, come ieri legava donne e uomini d'Italia contro l'invasore tedesco. Ma è inutile spiegarlo a chi ostinatamente non vuol capire. Che almeno abbiano il pudore di non parlare in nome dei partigiani e della pace.
Giuseppe Mazzini
Dei doveri dell'uomo
Un popolo, il Greco, il Polacco, il Circasso, sorge con una bandiera di patria e d'indipendenza, combatte, vince, o muore per quella. Cos'è che fa battere il vostro cuore al racconto delle battaglie, che lo solleva nella gioia alle sue vittorie, che lo contrista alla sua caduta?
Un uomo, vostro o straniero, si leva, nel silenzio comune, in un angolo della terra, proferisce alcune idee, ch'ei crede vere, le mantiene nella persecuzione e fra i ceppi, e muore, senza rinnegarle, sul palco. Perché lo onorate col nome di Santo e di Martire ? Perché rispettate e fate rispettare dai vostri figli la sua memoria ? E perché leggete con avidità i miracoli d'amor patrio registrati nelle storie Greche e li ripetete ai figli vostri con un senso d'orgoglio quasi fossero storie dei vostri padri ?
Quei fatti Greci sono vecchi di duemila anni e appartengono a un'epoca d'incivilimento che non è la vostra, né lo sarà mai. Quell'uomo che chiamate Martire moriva forse per idee che non sono le vostre, e troncava a ogni modo colla morte ogni via al suo progresso individuale quaggiù. Quel popolo che ammirate nella vittoria e nella caduta, è popolo straniero a voi, forse pressoché ignoto: parla un linguaggio diverso, e il modo della sua esistenza non influisce visibilmente sul vostro: che importa a voi se chi lo domina è il Sultano o il Re di Baviera, il Russo o un governo uscito dal consenso della nazione ?
Ma nel vostro cuore è una voce che grida: « Quegli uomini di duemila anni addietro, quelle popolazioni ch'oggi combattono lontane da voi, quel martire per le idee del quale voi non morreste, furono, sono fratelli vostri: fratelli non solamente per comunione di origine e di natura, ma per comunione di lavoro e di scopo. Quei Greci antichi passarono; ma l'opera loro non passò, e senza quella voi non avreste oggi quel grado di sviluppo intellettuale e morale che avete raggiunto. Quelle popolazioni consacrano col loro sangue un' idea di libertà nazionale per la quale voi combattete. Quel martire insegnava morendo che l'uomo deve sacrificare ogni cosa, e, occorrendo, la vita a quel ch'egli crede essere la Verità.
Importa lo sviluppo dell'Umanità. Importa che la generazione ventura sorga, ammaestrata dalle vostre pugne e dai vostri sacrifici, più alta e più potente che voi non siete nella intelligenza della Legge, nell'adorazione della verità.