TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 20 aprile 2024

Balma Boves, vecchie pietre calde d'amore


 
Balma Boves, vecchie pietre calde d'amore.


Balma Boves, un luogo magico se guardato con gli occhi del turista, ma anche testimonianza muta di una vita incomprensibile oggi, fatta di fatica e miseria, dove anche il poco era un piccolo segno di distinzione.

Ci si arriva con un sentiero prima largo, con mucche pigre che ci guardano passare con l'espressione di chi non si stupisce di nulla perché è in sintonia profonda con ciò che lo circonda: il pascolo, il cielo, la valle e i monti tutto intorno. 















Le mucche suscitano ogni volta in noi sensazioni strane, da quando, sempre in montagna, io e Vilma vedemmo caricare a forza un vitello su un furgone mentre altre mucche attorno muggivano disperate, circondavano quegli uomini, cercavano di spingerli via con il muso, consapevoli che quello sarebbe stato un viaggio senza ritorno. Restammo lì, muti e tristi, finché il furgone non fu partito con le mucche che continuavano a muggire. Un coro straziante, quasi umano o meglio totalmente umano. Da allora abbiamo guardato le mucche con occhi diversi, occhi di chi ha scoperto all'improvviso che la sofferenza è una condanna universale che non risparmia nessuno.

Il sentiero termina con una grande cascina, ora abbandonata, per trasformarsi in una stretta mulattiera fatta di pietre secolari che costeggia la roccia, passa sotto una cascata e sbocca in uno spiazzo in salita sotto un'enorme volta di pietra.












Balma Boves, tre case, una sorgente, una cantina, un forno. Case primordiali, fatte di pietra e fango, finestre senza vetri, piccolissime stanze con poca luce e pochi mobili e oggetti. Giusto il necessario per la sopravvivenza.

Non ci sono letti, si dormiva nella stalla scaldati dal fiato degli animali. E neanche tavoli. Gran parte dello spazio è dedicato agli animali o a far seccare le castagne, alimento fondamentale per quella gente.

Una vita durissima, impensabile oggi.

Eppure per secoli lì uomini e donne hanno vissuto, si sono amati, hanno fatto crescere figli. Un po' di quell'amore si coglie ancora, guardando la più grande di quelle case: due piani con un ballatoio che guarda la valle, bellissima e verde, che si apre sotto.

La guida ci racconta che quel secondo piano, fatto di due stanze più grandi e luminose, è stato costruito per ultimo in epoca abbastanza recente (la Balma è stata abitata fino agli inizi degli anni '70), da uno dei figli per viverci con la giovane sposa che aveva trovato in vallata.



Ora ospitano un piccolo museo della vita contadina che ha l'aria malinconica delle foglie appassite, ma mantiene ancora le vibrazioni forti dell'amore che aveva portato quella giovane donna, di cui non sappiamo nulla, ma che ci piace pensare bella e ridente, ad abbandonare la vita più facile dei paesi della valle per condividere con il suo compagno la durezza di un'esistenza fatta di fatica e sacrifici. Un po' di quell'amore è rimasto a scaldare le pareti, le uniche intonacate di tutto il piccolo villaggio, sufficiente a dare speranza a chi sa cogliere che anche in quel luogo, di una bellezza estrema ma terribile, c'è stata gioia e corpi intrecciati nell'atto d'amore e risate di bimbi.

Andare a Balma Boves è un ritorno alle origini, al senso autentico della vita, alla sua sacralità. Se ne ritorna un poco rigenerati nel mondo comodo ma avaro d'amore delle nostre città. Più fiduciosi nella forza misteriosa della vita che lega tutto ciò che esiste, dentro e fuori di noi.

Ancora una volta il cammino si è rivelato esperienza intima, prova iniziatica, viaggio alla ricerca di ciò che ci rende ciò che siamo.