TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 4 dicembre 2010

Sulla funzione dell'arte



Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dell'amico Claudio Carrieri, voce importante del panorama artistico savonese, le cui opere adornano i giardini antistanti la Fortezza del Priamar di Savona.


Claudio Carrieri

Sulla funzione dell’arte

Le società sono in rapido cambiamento, spinte, nello svolgimento inarrestabile della rete globale, a nuovi processi di relazione, a nuove connessioni.
Esercizio continuo dell’arte è adeguarsi ai nuovi aspetti con il compito di definire quali saranno i nuovi canoni del bello.
Il concetto di bello è compreso in quello di modo di vedere, e quindi, più in generale, di “Metodo”. Ma sono convinto che il Metodo, quand’anche tentassimo di circoscriverlo al campo della Phisis, non possa prescindere dal nostro sentire morale Ecco perché il fare artistico è una delle più ardue attività umane e perché è necessario, oggi più che mai, che la sua funzione si rivolga verso nobili scopi come quello di porsi a trait d’union fra le persone e le loro comunità.



L’arte è complementarietà.
Il “manufatto” artistico a questo punto si definisce anche attraverso le qualità che derivano dalla sua funzione, funzione che l’arte non può più trovare dialogando con se stessa, tramite un dibattito intellettuale che rischia di essere solo auto referenziale, bensì partecipando al dibattito civile, non per rappresentare fazioni o ideologie, ma intervenendo direttamente nella definizione dei valori.
La leva emotiva, centrale nella tessitura di un migliore equilibrio sociale, appartiene, nella sua accezione più alta, all’arte.
Pensieri e culture apparentemente lontani, se non addirittura inconciliabili, attraverso l’arte possono trovare affinità, possibilità per un completamento che non resti congelato in cieli puramente intellettuali, ma venga assimilato nelle coscienze, diffuso attraverso una luce anche spirituale.

Questo tentativo è il valore aggiunto che salverà l’arte dal rischio di arrendersi a quelle attività intellettualistiche che svettano dalla torre d’avorio del concettuale o si compiacciono di rivisitare il già visto o si ammantano dei neri estetismi nichilisti, tradendo il limite di un concetto borghese del bello che, sviluppato ormai in tutti i suoi aspetti, non riuscendo a superarsi, decade e, decadendo, dell’arte annuncia la morte.
L’intento è quindi rivoluzionario: innovare, cambiare i parametri, assumere nuovi canoni di riferimento, fare piazza pulita del vecchio.
Ma Rivoluzione qui non significa sovversione dell’ordine sociale, al contrario, significa integrazione, reciproca acquisizione, sinergia valoriale: un processo di sviluppo culturale, dove l’arte diventa elemento catalizzatore, capace di stimolare la curiosità per l’altro, favorendo l’incontro, l’armonia fra le diversità con lo scopo di una crescita civile comune.

Cairo Montenotte ottobre 2010




Claudio Carrieri. Nato a Prince George (Canada) nel 1956 e oggi residente a Savona, lavorando nelle fabbriche di Albissola entra presto a contatto con artisti e ceramisti del posto e dal 1977 inizia a esporre come pittore e scultore in numerose mostre personali e collettive in Italia, Spagna, Portogallo, Canada.