TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 21 dicembre 2016

Quando la Corsica non era lontana...



Per noi liguri ponentini la Corsica è un miraggio lontano sul mare. La vedi spuntare soprattutto d'inverno, nella luce dell'alba o nel rosso del tramonto. Tutti abbiamo almeno una volta sognato d'andarci. Un libro racconta questo sogno che ci portiamo dentro da sempre. Marino Magliani ne parla con l'autrice.

Quando la Corsica non era lontana...

Marino magliani intervista l'autrice, Marisa Rovea


Buongiorno Marisa, ho letto il suo stupendo libretto in un paio d'ore. Posso chiederle quando le è venuta l'idea e la voglia di scriverlo, se era da tanto che pensava al progetto o se è stata una neccessità improvvisa?

Innanzi tutto grazie di cuore per aver apprezzato il mio piccolo libro. L'idea non è stata mia, ma suggerita dalla mia meravigliosa mamma che sin da bambina aveva un sogno: vivere in riva al mare, in un paese pieno di luce e di sole caldo. Perché in quel piccolo paese di montagna dove era nata aveva patito tanto il freddo. Con fatica e tenacia aveva coltivato e realizzato il sogno ed era cosi contenta che ne parlava con chiunque andava a trovarla. Un giorno, alla soglia dei novant'anni, la trovai molto pensierosa e triste. Le chiesi il motivo e lei, porgendomi un quaderno, mi disse: "Non so per quanto tempo riuscirò ancora a raccontare la vita meravigliosa che ho trascorso con voi e con papà in quel luogo da sogno. E allora, perché non lo fai tu? Scrivi tutto ciò che ricordi su questo quaderno, danne una copia alle tue sorelle e a tuo fratello e conservatelo preziosamente. Così, un domani, i vostri figli e i vostri nipoti conosceranno le loro radici, la nostra bella storia e ne saranno senz'altro felici.

Quando la Corsica non era lontana... (Centro Editoriale Imperiese) racconta un mondo intero, e la sua forza sta proprio in questo incanto, nel farcelo vivere come se fosse il sogno dell'America. Solitamente il lettore di questo genere di letteratura, potendo scegliere, chiede all'autore pagine incredibili, avventurose traversate oceaniche, statue della Libertà in dirittura di arrivo, miracoli, insomma, benessere raggiunto dopo la tempesta, con la California  e altre promesse... E se ci spostiamo di parallelo, visioni di pampe, sconfinati appezzamenti popolati da mucche e gauchos dopo essere partiti da magre e ossute terre liguri, da terre di fame e di carestie provocate da mosche che divorano il frutto della raccolta, mentre la pampa che trovi è fin da subito un giardino da seminare e raccogliere in abbondanza... Poi, si sa, a parte casi rari, i miracoli li fa solo la letteratura. E a me, il suo, Marisa, sembra davvero un libro che racconta queste cose, ma  senza America  e senza Pampa, perché qui il sogno è quello ligure. Questa nostra terra estrema, emozionante. Ci parli allora per favore di questo mondo raccontato come se lo si leggesse ai bambini, con le difficoltà ben note di chi sa che scrivere per gli adulti e i bambini assieme non sia mai cosa da poco.

E allora cari bambini ecco la bella favola della mia famiglia. Un papà e una mamma molto giovani e i loro quattro figlioletti, tre sorelline e un fratellino. Eravamo molto poveri, abitavamo sulla spiaggia, in un magazzino, un tempo ricovero per le barche dei pescatori. Non avevamo la luce, ma un lume a petrolio, non avevamo l'acqua in casa, ma un pozzo nell'orto. Avevamo poco o niente di tutto ma eravamo tanto felici. Non conoscevamo la solitudine e tutti insieme, in quell'unica stanza, si ballava, si cantava, alla sera si riposava cullati dalle onde del mare e al mattino venivamo svegliati dal rumore delle barche dei nostri amici pescatori.



I luoghi possono appartenere a quelli di una linea degli autostraporti. Andora-Cipressa. Ma stavolta al posto della corriera si viaggia in bicicletta... Una giovane coppia alla ricerca della vita (“Il sogno era cominciato tanti anni prima in Piemonte, dove entrambi vivevano.”) giunge in un bellissimo campo abbandonato, troppo bello per essere incolto, un terreno che guarda le alture e il mare, e si sa, i liguri, che non gettano mai via niente, non lascerebbero mai per nulla al mondo un campo del genere... Forse solo se gli si chiedesse in cambio la vita. E infatti è il caso del campo in questione, il cui terreno... “che all'apparenza sembrava un grande orto, era in realtà un campo minato...”

E poi una volta liberato dalle mine in quel campo c'eravamo noi bambini, io ero la capo banda, la pioniera, sempre alla ricerca di nuovi luoghi da scoprire, di nuove avventure da provare.

E allora eccoci, piccoli pescatori, partivamo con la nostra barchetta, forse già sognando la Corsica o altre traversate. Franchina e Ginetta ai remi, Giannino con la fiocina a caccia di polpi, io con una canna da pesca costruita con una canna del fiume e un filo di nylon,  partivamo a caccia di acciughe e gianchetti.

Ed eccoci ancora a nuotare fino allo scoglio rosso, a caccia delle decine e decine di patelle, che lo ricoprivano, attaccate come ventose. Le staccavamo con una pietra, battendo forte, per poterle mangiare e con il nostro bottino, facevamo ritorno a casa.
Ed eccoci un'altra volta a scalare i ruderi della vecchia torre saracena, inventando storie di pirati e principesse prigioniere.

Ci racconti ancora degli eroi bambini di questa storia. Di Marisa, del piccolo Paolo, del piccolo Giannino che partirà per andare lontano , e tornerà molto tempo più tardi, della zia Iole. E dei pescatori e dei fantastici polpi che vivevano aggrappati agli scogli di un altro secolo.

I bambini di questo libro, da me ai miei fratelli, dal Giannino che diventerà missionario in America Latina al piccolo Paolo, non sono diversi da voi, dai bambini di oggi. Hanno gli stessi desideri, la stessa voglia di essere felici. Purtroppo, però, a differenza di allora non si insegna più che, per ottenerli, ci vuole impegno e, a volte, anche fatica.

La sua è una memoria anche automobilista, ci sono Topolino e Balilla... E il miracolo è il lontano miracolo economico per dire che bisogna crederci?

Il miracolo economico lo abbiamo vissuto, non solo come semplici spettatori, perché, fin da piccoli, i nostri genitori ci hanno abituati a lavorare, a raccogliere la legna che il fiume, ingrossato dalla pioggia, spingeva fin sulla spiaggia e a farne provvista per l'inverno, ad aiutare mamma e papà nella raccolta della verdura che coltivavano per poi rivendere al mercato. Ore e ore chinati a raccogliere ora le patate, ora i pomodori, ora i fagiolini.

E la Corsica non è più un sogno, o forse non potrebbe non esserlo? Ma questo non lo raccontiamo... Diciamo invece che vorremmo, a me personalmente farebbe piacere, che questo libretto lo adottassero le scuole, che lo leggessero i bambini, sicuro che poi sarebbero loro a farlo leggere ai grandi, perché Quando la Corsica non era lontana... ha due categorie di lettori, chi l'ha amato e chi non lo ha ancora letto.

Il libro può essere chiesto al Centro Editoriale Imperiese

cei-imperia@libero.it