TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 10 agosto 2019

Il decreto sicurezza bis è una manomissione illiberale della democrazia




La forza dei regimi autoritari è la passività dei cittadini. Chi tace e fa finta di non capire che in Italia Salvini sta, passo dopo passo, ponendo le basi di un regime illiberale, è complice. Non mi piacciono le catene su FB, ma questa volta chiedo a chi  è d'accordo con l'intervento di Salinari , di condividerlo e farlo circolare.

Raffaele K. Salinari

Il decreto sicurezza bis è una manomissione illiberale della democrazia

Il Decreto sicurezza bis ha, tra gli altri, uno scopo preciso: criminalizzare il Diritto internazionale dei diritti umani. Nell’ambito della visione sovranista e xenofoba del mondo, delle relazioni tra popoli e nazioni, tra chi è nel supermercato globale come compratore e chi ne è invece merce, come i migranti, impedire per legge l’attuazione e le pratiche che, di fatto, si riferiscono alla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, è la madre di tutte le battaglie politiche. Il resto delle progressive restrizioni, sul piano dell’inclusione sociale, della riduzione per gli spazi di dissenso e democrazia, viene di conseguenza.

Il Governo, o chi lo conduce verso questa strada, sa bene che le norme del Decreto sono incostituzionali, che ledono tutta una lunga serie di Convenzioni internazionali che il nostro Paese ha, sino ad ora, almeno cercato di onorare. Se non ci fossero proprio questi ampi margini di incostituzionalità e di violazione palese, che senso avrebbe avuto fare il Decreto? La posta in gioco è proprio il creare la lesione, portare sino alla massima profondità possibile il vulnus per modificare radicalmente un sistema di certezze. Il Diritto Internazionale dei Diritti umani è come una diga: una volta praticato un foro, prima o poi l’acqua rompe gli argini e travolge tutto.

E la parte ong, quella dell’azione umanitaria e della cooperazione allo sviluppo, è oggi evidentemente la più esposta a questi attacchi, dato che si pone alla frontiera del rispetto di Diritti che, oggi conculcati per i migranti, tra poco, già ora, lo saranno per quanti dissentono e rivendicano la loro coerenza democratica.

Noi sappiamo, o dovremmo, che nel recente passato molti regimi liberali, o formalmente tali, sono stati trasformati progressivamente in illiberali attraverso la manomissione degli stessi strumenti della democrazia. Questo è successo perché le forze progressiste non hanno capito quando era arrivato il momento di porre un argine forte, ampio, ai continui smottamenti illiberali.  Bene, almeno per noi ong, questo momento è già arrivato.

Da una parte si riducono drasticamente i fondi per gli aiuti allo sviluppo per i paesi di provenienza, con tagli che fanno retrocedere il Paese a percentuali del Pil ridicole, e questo, evidentemente non perché i fondi non ci siano, ma proprio per marcare, ancora una volta, la distanza da quegli impegni internazionali già presi.

Dall’altra si decreta di comminare multe milionarie e chi quegli stessi impegni ha il dovere, ed il diritto, sì perché la salvaguardia della vita umana è anche un diritto da esercitare, di far rispettare.
Non è ancora abbastanza per capire che l’attacco è alle fondamenta dello Stato di Diritto? Alla Costituzione? Alle normative comunitarie? Al multilateralismo?

In una parola a tutto ciò che rende il consesso umano ancora in grado di dialogare e risolvere le grandi questioni globali: il clima, la povertà, le disparità di genere? Noi ong ci siamo ritrovati ad essere sempre una postazione avanzata, non solo a denunciare ciò che di inammissibile ed ingiusto avviene nel mondo, ma anche a portare soluzioni concrete, con una visione semplice: la Terra ha bisogno di mantenere la sua biodiversità nel rispetto per tutte le forme del vivente, a partire dalla nostra, non di diseguaglianza ed esclusione.

Continueremo a attuare questa nostra visione, ciascuno nella sua singola missione. Siamo tante noi ong, ed oggi, come sempre, continuiamo il nostro cammino, nonostante tutto, nonostante chi vorrebbe normalizzarci.

E in questo ruolo ci sentiamo soprattutto di chiamare al nostro fianco tutti coloro i quali hanno colto lo spirito dei tempi, affinché le nostre azioni, come la ragazzina che tiene chiuso il buco della diga nella favola, siano finalmente viste come ciò che sono: patrimonio comune dell’Umanità.

il Manifesto, 10 agosto 2019