TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 8 gennaio 2023

Il Movimento Lavoratori per il Socialismo

 


Mettendo ordine nel mare magnum di riviste, giornali, appunti e schede di lettura è saltato fuori un quaderno di un centinaio di pagine, redatto all'inizio degli anni Ottanta in vista di una possibile pubblicazione e poi, tanto per citare Carletto, abbandonato alla rodente critica dei topi. In base al principio ligure del “qui non si butta via niente”, ne riprenderemo alcune schede in un rubrica un po' malinconica: riordinando i cassetti della memoria. Pensiamo che ci si riconosceranno in molti, come noi ormai settantenni, ma nutriamo anche la speranza che qualche giovane possa trovarla di un qualche interesse.

Giorgio Amico

Riordinando i cassetti della memoria

Il Movimento Lavoratori per il Socialismo


Nel febbraio 1976 un congresso durato ben 9 giorni, dal 21 al 29, celebra la morte del vecchio Movimento studentesco della Statale e la nascita di un nuovo soggetto politico, il Movimento Lavoratori per il Socialismo (MLS).

Il congresso chiude un ciclo di dibattiti e aspri scontri durato due anni nel corso del quale era stato sconfitto ed espulso il gruppo capeggiato dall'ormai ex leader storico Marco Capanna che proponeva di mantenere il movimento come un movimento settoriale capace di orientare i figli della borghesia ad un’alleanza col movimento operaio e attivo nell’interesse delle masse popolari. Tale linea fu bollata dal nuovo gruppo dirigente (Cafiero-Toscano) come ‘deviazionismo di destra’, incapace di comprendere che la fase della contestazione si era chiusa definitivamente e che se ne apriva un’altra totalmente diversa e dunque la necessità di una riconversione politica del movimento.

Nel gennaio-febbraio 1974 Capanna, Fabio Guzzini e Giuseppe Liverani andranno a costituire il "Movimento autonomo degli studenti di Milano", al di là del nome altisonante di fatto un gruppuscolo che andrà presto ad accasarsi nel Pdup.

L'espulsione di Capanna non placò le polemiche. Alla fine di ottobre sempre del 1974, dopo un lungo dibattito interno, un folto gruppo di quadri dirigenti (circa 300) si allontanò dal Movimento Studentesco, con un manifesto murale intitolato "Perché usciamo dal Movimento Studentesco". Il gruppo prese il nome di "Coordinamento dei Comitati antifascisti" di Milano e finì poi per confluire nella nascente area dell'autonomia.

Il nuovo leader sarà Salvatore Toscano fautore di una nuova linea imperniata sostanzialmente su tre punti:

  1. allargare il campo d'azione del movimento all'intera società

  2. trasformarsi da movimento in partito, dotandosi di un'organizzazione adeguata.

  3. uscire dall'ambito milanese per estendere il proprio intervento a tutto il territorio nazionale.

Al Congresso di fondazione 500 delegati in rappresentanza, secondo il resoconto ufficiale, di ben 106 sezioni sparse su tutto il territorio nazionale – sezioni, va detto, della cui esistenza ben pochi si erano fino a quel momento accorti fuori dagli ambiti lombardi – approvano 20 pagine di tesi congressuali in cui si sostiene come prioritario superare “il settarismo e il dogmatismo del passato” al fine di portare avanti un ambizioso processo di unificazione delle forze autenticamente marxiste-leniniste. A questo fine  rapporti vengono stretti con l'Organizzazione Comunista Marxista-Leninista (OCML) presente soprattutto in Puglia e Avanguardia Comunista (AC) forte a Roma e nel Lazio.

Avanguardia comunista era nata nel febbraio 1974 dall'unificazione del gruppo Il comunista (a sua volta formatosi dall'unione dei Nuclei comunisti rivoluzionari di Franco Russo e Paolo Flores d'Arcais con il Fronte comunista rivoluzionario calabrese) con il Comitato comunisti romani Marxisti-Leninisti, meglio conosciuto come Viva il comunismo, di cui era leader Augusto Illuminati. Caratteristica di questa organizzazione era un maoismo ultrastalinista nonostante tutti gli esponenti citati si fossero formati e avessero militato fino al 1968 anche con incarichi dirigenti (Illuminati) nei Gruppi comunisti rivoluzionari, la sezione italiana della Quarta Internazionale trotskista, fondata e diretta da Livio Maitan.

    una pagina del quaderno

Per il MLS versare lacrime su un mitico '68 “perduto” non porta da nessuna parte. “Noi – affermano con toni perentori i dirigenti della nuova organizzazione – rifiutiamo questo atteggiamento: il '68 non è naufragato , ma i temi della sua lotta si sono allargati, coinvolgendo ampi strati di lavoratori, il movimento delle donne, le masse giovanili. L'MLS non nasce dalle ceneri della contestazione sessantottesca, bensì dalle spinte reali del paese”. (l'Espresso n.10, marzo 1976).

Il nuovo partito punta molto sul una attività di propaganda rivolta ai vecchi quadri della frazione del PCI riunita attorno a Secchia di cui in implicitamente si considera l'erede. Impostazione rafforzata dall'adesione di alcune prestigiose figure della Resistenza come Giuseppe Alberganti, nominato presidente del partito, e del critico d'arte Raffaele De Grada. Il richiamo è al PCI della “democrazia progressiva” (1945-1948), già evidente nel titolo “Fronte Popolare” della rivista settimanale.

Nonostante gli sforzi di radicamento sul territorio nazionale il MLS rimase una realtà prevalentemente milanese con un certo seguito al Sud, in particolare dopo l'unificazione con Avanguardia comunista in Sicilia (Palermo, Catania, Siracusa, Agrigento, Termini Imerese) ed grazie all'OCML in Puglia. Sezioni più piccole operarono anche a Napoli, Reggio Calabria, Bologna, Firenze.

Dopo la sua fondazione, una volta verificatasi irrealizzabile l'ipotesi di formare un polo marxista-leninista in alternativa alle principali organizzazioni della estrema sinistra (PdUP, LC, AO), il MLS tentò di superare l'immagine settaria guardando prima con grande attenzione alla sinistra del PSI e poi avvicinandosi al PdUP per il comunismo, in cui confluì nel congresso di Roma del 1981.