TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


venerdì 24 febbraio 2023

Per un' Ucraina libera e indipendente

 


Per un' Ucraina libera e indipendente 

Pieno sostegno al popolo ucraino che resiste da un anno all'invasione russa.


La Russia moderna fin dall'inizio del Settecento con Pietro il Grande e poi con Caterina si è costruita sull'idea di Terza Roma, erede di Roma e Costantinopoli come centro della cristianità e della civiltà. In base a questo concetto si costruì un impero che andava dal confine polacco alla Manciuria, esteso su due continenti. L'unico impero rimasto, nonostante il crollo, prima dello zarismo e poi del comunismo sovietico. Lenin e i bolscevichi presero il potere nel 1917 proclamando il diritto all'autodeterminazione delle nazionalità non russofone. Forse ci credevano davvero, ma sicuramente fu uno strumento di propaganda importante nella lotta per la presa del potere. Alla prima occasione, nel 1939 approfittando della guerra scatenata insieme alla Germania nazista, la Russia, diventata URSS, si riprese gli Stati baltici (Estonia, Lettonia, Lituania), larga parte della Polonia e una parte della Finlandia. Insomma, Stalin, in nome del diritto dell'URSS ad avere confini sicuri, rioccupò una gran parte dei territori persi con la caduta dello zarismo.

Putin sta ora facendo la stessa cosa, non in più in nome del comunismo, ma della restaurazione del passato imperiale. Lo si vede anche nei simboli: l'aquila zarista come stemma della nuova Russia, il legame con il patriarcato di Mosca, la ripresa della teoria della Terza Roma.

Centrale nella visione putiniana è la ricomposizione dell'impero. L'indipendenza dell'Ucraina, dei paesi baltici, della Moldavia è considerata una ferita che deve essere sanata. E così dopo la pacificazione (leggi annientamento) della Cecenia, sono venute nel 2008 l'aggressione alla Georgia con l'annessione di parte del territorio, il sostegno alla secessione della Transnistria dalla Moldavia e poi l'occupazione della Crimea nel 2014, il sostegno al tentativo di secessione del Donbass, la creazione di un vero e proprio protettorato in Bielorussia e un anno fa l'invasione dell'Ucraina.

Eppure, nonostante questo, c'è chi cavilla sugli interessi russi minacciati, sulle ragioni che comunque Putin avrebbe avuto. Se costoro fossero onesti, con gli stessi argomenti, dovrebbero riconoscere le ragioni non molto diverse che spinsero Hitler nel 1939 (assieme a Stalin, lo ricordiamo ancora per chi non ama sentirlo) a invadere la Polonia e a scatenare la seconda guerra mondiale.

La guerra in Ucraina è una guerra d'aggressione, che viola le basi del diritto internazionale e della pacifica convivenza dei popoli. Per questo va condannata e fermata.

Ormai è evidente che, come per gli USA in Vietnam, Putin non si fermerà e accetterà di trattare solo quando sarà evidente che la guerra non può essere vinta.

Per questo è fondamentale fornire all'Ucraina i mezzi militari per potersi difendere dall'aggressione. Sostenere che aiutare militarmente l'Ucraina significa far continuare la guerra è oltre che la negazione dell'evidenza, un'infamia. Chi lo fa si fa complice dell'aggressione e ha le mani sporche del sangue del popolo ucraino.

La guerra è una tragedia, ma sostenere chi si difende dall'aggressione e dalle barbarie è un dovere. Come  in Spagna nel 1936, come durante la Resistenza contro i nazisti, come in Vietnam contro gli americani.