TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


venerdì 12 gennaio 2024

Chiesa cattolica e Massoneria negli anni della Ricostruzione (1945-1949)

 


È disponibile sul sito www.academia.edu l'ultimo dei quaderni dedicati alla storia della Massoneria. Ne proponiamo l'introduzione. 


Quale fosse il clima esistente in Italia negli anni della Ricostruzione emerge con grande chiarezza dalla ricerca dello storico cattolico Andrea Riccardi sui rapporti fra il Vaticano e la Democrazia Cristiana (A. Riccardi, Pio XII e Alcide De Gasperi. Una storia segreta, Laterza, RomaBari , 2023).

Nel libro Riccardi pubblica per la prima volta i verbali degli incontri, tenuti rigorosamente segreti, fra Alcide De Gasperi e monsignor Pietro Pavan (delegato dal cardinal Tardini prosegretario della Segreteria di Stato della Santa Sede). Dai documenti si evince come il Pontefice rimproverasse alla DC e in particolare al suo leader De Gasperi di mantenere un impegno insufficiente contro il PCI nonostante il rischio che questi, sfruttando i meccanismi della riconquistata democrazia, potesse arrivare al potere per vie legali. Pericolo che andava ad ogni costo scongiurato, aprendo a destra a monarchici e missini, limitando per legge la libertà di stampa e riducendo il peso dei partiti laici di governo, soprattutto di quel Partito Repubblicano, considerato anticlericale e strettamente legato alla Massoneria.

Se questa era la posizione del vertice della Chiesa, non può stupire che nel Paese si andasse via via sviluppando una accesa campagna antimassonica con pronunciamenti delle gerarchie ecclesiastiche locali che in alcuni casi non esitavano a riprendere e rilanciare il tema caro alla propaganda fascista della Massoneria come forza antinazionale, responsabile di non aver permesso al Congresso di Versailles che l'Italia potesse godere a pieno dei frutti della vittoria. Insomma l'antica polemica sulla "vittoria tradita" per colpa di una Massoneria asservita alla grande finanza internazionale.

Argomenti - va detto - destinati a riapparire decenni più tardi, in un'Italia completamente trasformata, ma dove il pregiudizio antimassonico persiste inalterato, nelle tesi di forze politiche come la Lega, Fratelli d'Italia o Movimento 5 Stelle contro l'Europa dell'alta finanza, ovviamente espressione della Massoneria internazionale, o nei deliri da tastiera sul "caso Soros", versione aggiornata del complotto "pluto-giudaico-massonico" di mussoliniana memoria.

Tornando al tema del presente quaderno, abbiamo creduto di un qualche interesse storico riprendere alcuni fra i più significativi interventi delle gerarchie ecclesiastiche del tempo, come la circolare del vescovo di Marsica e Potenza del febbraio 1945, il pronunciamento dell'episcopato ligure della seconda metà del 1947 e di quello calabrese del gennaio 1949. Il tutto non per rinfocolare polemiche, ma a dimostrazione di una continuità di posizioni e atteggiamenti destinata a durare almeno fino ai primi anni Sessanta e al Concilio Vaticano II. Conclude il quaderno un discorso tenuto nell'autunno 1947 dal Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, Guido Laj, che testimonia efficacemente delle posizioni della Massoneria in una Italia che, faticosamente e con grandi contraddizioni, cercava, nonostante le ingerenze ecclesiastiche, di superare il passato fascista e di allinearsi alle grandi democrazie laiche occidentali.

G.A.