TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


venerdì 7 febbraio 2025

Victor Serge, Contro Céline (1938)

 


Victor Serge aveva letto i capolavori di Céline, Viaggio al termine della notte e Morte a credito, ed era stato profondamente colpito dalla forza della scrittura e dal disprezzo verso una società e una cultura borghese in pieno disfacimento. La pubblicazione da parte di Céline nel 1936, dopo un breve viaggio in Russia, di Mea culpa e poi l'anno successivo di Bagattelle per un massacro fu per lui un'amara sorpresa. La rivolta intellettuale di Céline gli appariva ora come puro nichilismo, senza alcuna prospettiva. Frutto di un pessimismo e di una voglia di distruzione ai limiti del patologico, e proprio per questo vicina nei toni e nei contenuti al delirio della propaganda nazista. Comune era l'odio irrazionale e feroce verso tutto ciò che si richiamasse anche alla lontana all'ebraismo, la convinzione al limite del delirio paranoide che una gigantesca cospirazione legasse ogni aspetto della vita politica, culturale e sociale dell'Occidente e ne spiegasse l'irreversibile manifesta decadenza. Repulsione e orrore furono le sue reazioni, Durissima la sua denuncia. Un pezzo di grande scrittura, alla Zola, che è importante riproporre oggi di fronte al riapparire di quegli stessi spettri.


Il quaderno è liberamente consultabile e scaricabile dal sito www.academia.edu