TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 7 novembre 2010

Guido Seborga, Attesa


Oltre che romanziere e pittore, Guido Seborga fu poeta raffinato e intenso, capace di esprimere con immediatezza sentimenti profondi, come in questa poesia dedicata alla moglie Alba.


Seborga pittore e poeta


"Guido Seborga, pittore, scultore, ascrittore e poeta, visse a Parigi tra le due guerre, frequentando i surrealisti e gli esponenti dell'avanguardia internazionale. Amico di Eluard, Tzara, Seghers, ha pubblicato romanzi da Mondadori e da Calmann-Levy a Parigi e le raccolte di poesia: "Se avessi una canzone", "Occhio folle, occhio lucido" (Ceschina, 1968), "Vivere disvivere" (Carte Segrete, 1972). Nella poesia di Seborga l'intensità della visione si accompagna all'immediatezza del verso." (a.mi.)



ATTESA (ad Alba)


Come navigare ancora
in una notte
che frantuma l'azzurro
ormai disperso
e non ti vedo più

Nel silenzio dei tuoi occhi vividi
ardeva la vita integra
degradato
da tutti i mali nel mio corpo
mi risollevo ancora nell'estrema
vita inconscia da anni conosco
ogni rivolta
e non muta mai il mio
animo disincantato

Nasce il fluire del vento
che impenna
il mio corpo nel sole e nella luna

Nel silenzio che tu partendo
hai lasciato


(Da: La Stampa del 7 agosto 1991)