TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 30 maggio 2012

Franco Astengo, Terremoto



Il terremoto svela le debolezze di un modello di sviluppo, quello padano, incentrato sulla elusione generalizzata delle norme per poter massimizzare i profitti e continuare a competere sul mercato globale. Un modello arretrato che non può portare che a catastrofi.

Franco Astengo

Terremoto

In un Paese, l’Italia, dove si sta toccando davvero il fondo della moralità e della qualità nella convivenza civile e politica anche l’abbattersi di una calamità naturale come il terremoto rappresenta la spia di un disagio profondo e di una scarsa, se non inesistente, attenzione alla qualità della vita delle cittadine e dei cittadini.

Pur con il massimo rispetto per tutte le persone che hanno subito danni e per la vera e propria tragedia che ha colpito intere comunità, non può che essere rimarcato il fatto che la maggior parte delle vittime siano lavoratori uccisi durante lo svolgimento delle loro mansioni, all’interno di capannoni industriali miseramente crollati.

Si pone un problema di fondo relativo alla qualità di queste edificazioni (tutte risalenti a tempi piuttosto recenti) e agli evidenti problemi di speculazione edilizia che emergono: speculazione portata avanti nella fretta di accumulazione del profitto che ha contraddistinto il modello del Nord-Est del Paese a partire dagli anni’80, quelli in cui si è avviata la liberazione dai “lacci e lacciuoli” ed è venuta avanti l’idea vincente della “fabbrichetta” luogo d’intensivo profitto e altrettanto intensivo sfruttamento.

Una fretta che probabilmente ha accompagnato l’urgenza del dichiarare i capannoni agibili, allo scopo di riprendere il più rapidamente possibile il ciclo produttivo.

Nell’ambito della gravissima crisi economica che stiamo attraversando vengono al pettine i nodi di un modello economico profondamente sbagliato, per il quale eviteremmo di usare la consueta allocuzione “ di sviluppo”.

Un’occasione di profondo ripensamento per molti, pagata però un prezzo del tutto inaccettabile.