TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 13 dicembre 2017

Andrea Corsiglia, "Noi eravamo tutto"


Mercoledì 20 dicembre ore 18
Libreria Ubik Savona
proiezione del documentario
"Noi eravamo tutto"
di Andrea Corsiglia

Autobiografia della Compagnia portuale di Savona attraverso le voci dei suoi camalli.
Partecipa Diego Scarponi Goz Scotto. A cura del Laboratorio Audiovisivi Buster Keaton, in collaborazione con gargagnanfilm.


Racconti densi di vita e di lavoro, di solidarietà e di libertà: sono le parole dei camalli che raccontano il loro mondo.

Un mondo capovolto dove non ci sono capi o superiori ma solo compagni di squadra con i quali condividere rischio, fatica e soddisfazioni: un mondo dove non ci sente oppressi ma liberi.

Quello che le voci dei portuali non ci dicono lo fanno i documenti e questi ci portano indietro al fino 1822, quando un editto del Comune di Savona annuncia la nascita della Compagnia di San Venanzio. É da qui che tutto ha inizio, da quell’editto, dove stanno scritte parole che diverranno sacre per i camalli: i guadagni del lavoro vanno equamente distribuiti fra i lavoratori.

Attraverso le decine di testimonianze raccolte, il libro racconta la vita del porto di Savona in un saggio di storia orale vivo e partecipe delle sorti dei portuali savonesi.



Dalla prefazione di Marco Bellonotto:


«Ecco allora che leggendo il libro di Andrea Corsiglia entriamo nelle stive delle navi durante le operazioni di carico e scarico; ci muoviamo tra cordami, bighi, imbragature, gru, e marinai provenienti da tutto il mondo; assistiamo alle prime giornate di lavoro dei giovanissimi portuali (non sono pochi fra loro ad avere cominciato a frequentare le banchine a quindici anni), veniamo a conoscere i rischi di un mestiere molto pericoloso... ma non c'è nulla di impressionistico, anzi il lavoro di Corsiglia smentisce, grazie a una ricostruzione puntale quanto efficace, luoghi comuni e stereotipi».