TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 24 dicembre 2017

L'Olandese


Auguri di Buone Feste a tutti gli Amici di Vento Largo con questa piccola storia.

Giorgio Amico

L'Olandese

Lo chiamavano l'Olandese, perchè da giovane era andato a lavorare in Olanda. Non si era mai davvero capito se fosse un semplice soprannome, un'usanza antica in quella valle, o una presa in giro. Qualunque cosa fosse, per tutti era l'Olandese, e questo bastava.

Si ostinava a lavorare quattro fasce di terra pietrosa. In alto sopra il paese. Non lo faceva più nessuno ormai. E questo aggiungeva un elemento di stranezza a quel nome che si portava dietro.

L''Olandeise, quellu du Cian de prie. Dicevano in paese. E la cosa suonava strana anche per chi lì era nato e cresciuto. Strana e ridicola. Che senso aveva continuare ad affannarsi su una terra ingrata che non rendeva nulla? Meglio scendere a valle, vivere in mezzo agli altri e non in alto, tra quei monti, come un eremita. A meno che uno non fosse fuori di testa o non avesse qualcosa da nascondere.

Su questo il paese si divideva. Solo i vecchi non si ponevano domande. Seduti in fronte all'ultimo sole sotto i platani della piazza parlavano fra loro di tutto e di niente. Guardavano venire la sera con occhi che avevano visto tutto. Guerra e miseria. Una fame antica e tenace e poi il tempo del consumo e dello spreco. Nulla poteva stupirli, neppure l'Olandese, quello du Cian de prie.

Come al solito, scese in paese che il giorno era finito da un pezzo. Ad una svolta della strada gli apparve il mare, lontano al termine della valle, al fondo della piana, dopo le luci gialle del casello dell'autostrada. Ritrasse subito lo sguardo. Troppe luci. Troppa gente. Troppo rumore. Troppe case. Una costa distrutta, perduta per sempre. Un altro mondo.

Parcheggiò la macchina nello spiazzo asfaltato sotto le vecchie case del borgo e salì per il vicolo stretto che portava alla piazzetta dove c'era l'unico caffè del paese. La sera era calda, senza un alito di vento. Attraversò la piazza lentamente, guardando davanti a sé.

Bona, Olandeise. Qualcuno lo salutò. Rispose con un cenno del capo.

Il bar era caldo e accogliente. Un tempo, forse, era stato una stalla o magari una cantina. Un soffitto a volta di mattoni ricordava quei tempi. In un angolo lo sfarfallio delle luci su un albero di plastica ricordavano che si era a Natale. Una ragazza in minigonna si mosse da dietro il banco.

Il solito, disse lui, senza guardarla.

Il vino era forte e aspro. Sapeva di salmastro e di vento, i sapori di quella terra.

Beveva lentamente, assorto nei suoi pensieri. Pensava a quel paese, a come era stato e a cosa era diventato. Un non luogo, senza più anima né storia. Quattro case di pietra meta in estate di turisti frettolosi e distratti. Eppure non era stato sempre così. Quelle antiche pietre avevano visto tempi migliori. Anni di miseria, certo, ma anche di vita.

Finì il suo vino. Poi andò al banco a pagare.

Attraversò la piazza e imboccò il vecchio vicolo che portava al parcheggio. Salì in macchina, mise in moto e riprese la strada di casa che si inerpicava con tornanti stretti lungo la montagna. Alla prima svolta, in alto, sopra il paese, gli apparve una luna bianchissima.

Appoggiato all'uscio di casa, l'Olandese fumava. Una leggera brezza saliva dal mare e increspava i rami degli ulivi. Pace in terra agli uomini di buona volontà, annunciava l'angelo nei presepi della sua infanzia. Una promessa o forse solo una speranza, a lenire la quotidiana fatica del vivere. Generazioni intere ci si erano aggrappate con fede.

In basso i latrati di un cane squarciavano il silenzio della valle. Buon Natale anche a te, pensò. Il mare lontano era una lastra d'ardesia striata d'argento. La notte era calda. Non sembrava neppure inverno.