TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 7 novembre 2018

L'antifascismo non è questione di partito




L'antifascismo non è questione di partito

“E' doveroso contestare l'antifascismo quando esso diviene retorica o ideologia che irrigidisce la storia, ma tale critica non può avere nulla in comune con quella versione aberrante del revisionismo che vorrebbe porre sullo stesso piano chi combatteva per impedire Auschwitz e chi oggettivamente combatteva – qualsiasi fossero le sue motivazioni o illusioni personali – per mantenere ed estendere Auschwitz”.

Lo scriveva nel 1997 sul Corriere della sera Claudio Magris, intellettuale notoriamente non di partito.

Chi fa dell'antifascismo questione di partito, chi fra fascismo e antifascismo si dichiara apartitico, fa proprio questo: dimentica Auschwitz.

Ma Auschwitz c'è stata e non si può cancellare.

I morti di Auschwitz, i milioni passati per il camino, non smettono di chiedere a ognuno di noi: di fronte a tutto questo, tu da che parte stai?

Per questo la memoria fa paura.

Per questo tirarsi fuori, non prendere posizione significa comunque schierarsi.