TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


venerdì 9 novembre 2018

"Maledetta sia la guerra". Gli Occitani e la prima guerra mondiale




Riprendiamo il documento del PNO (Partito della Nazione Occitana) sul centesimo anniversario della fine della prima guerra mondiale (che in Francia si festeggia l'11 novembre).

11 novembre 1918: si deve celebrare la «vittoria»?

E' il centesimo anniversario dell'armistizio dell' 11 novembre 1918, che fu seguito dal Trattato di Versailles. Questo trattato, punitivo verso i vinti, non fu un trattato di pace. Esso è all'origine dell'ascesa del nazismo in Germania e in Austria, del fascismo in Italia e della seconda guerra mondiale.

Il bilancio di questo conflitto mondiale durato poco più di quattro anni è spaventoso: 18 milioni di morti di cui poco più della metà militari. Quanto allo Stato francese: 1,4 milioni di soldati e 300 mila civili uccisi, più di 4 milioni di feriti in una guerra che, secondo il Partito della Nazione Occitana, nulla poteva giustificare, ma che si spiega con lo scontro degli imperialismi francese e tedesco.

L'esercito francese ha mandato alla morte migliaia di soldati occitani e degli altri popoli di Francia per riprendere alla Germania un territorio che era e che è sempre etnicamente tedesco: l'Alsazia.

L’Occitania ha pagato un pesante tributo a questo conflitto che non la riguardava per nulla. Una generazione di Occitani nel fiore dell'età è stata decimata. La loro morte ha accelerato l'indebolimento della nostra lingua nazionale, l'occitano.

Il Partito della Nazione Occitana ritiene che l'occasione non sia quella di una celebrazione indecente di un macello e ancor meno di una vittoria di Pirro, ma piuttosto quella del raccoglimento e del ricordo dei nostri cari scomparsi.

Chi infatti non ha avuto nella sua famiglia almeno un morto o un ferito a causa di questa guerra atroce che avrebbe potuto essere evitata, cosa che avrebbe a sua volta probabilmente evitato la seconda guerra mondiale?



Decine di comuni occitani hanno eretto monumenti ai morti «pacifisti», che, come quelli di Gentioux o d’Aniane, proclamano «Maledetta sia la guerra» o «La guerra qu’an volguda es la guerra a la guerra / Son morts per nostra terra et per tota la terra». (« La guerra che hanno voluto è la guerra alla guerra/sono morti per la nostra terra e per tutta la terra»)

L’Europa unita, malgrado tutti i suoi difetti, è il frutto di questi due conflitti sanguinosi. Essa è stata concepita dai suoi fondatori per impedire la guerra e per stabilire definitivamente la pace tra i popoli d'Europa così pronti a massacrarsi.

Il Partito della Nazione Occitana invita le elettrici e gli elettori a ricordarsene al momento delle elezioni europee dell'anno prossimo.

Il Partito della Nazione Occitana non si riconosce dunque nella battaglia manichea che Emmanuel Macron ci invita a condurre per il progressismo e contro ciò che egli chiama nazionalismo e populismo.

L’Unione europea attuale riunisce degli Stati in maggior parte divisi da questi conflitti o da altri più antichi; certi negano l'esistenza di più nazioni nel loro seno o non concedono a queste che una relativa autonomia.

Il Partito della Nazione Occitana invece auspica un'Unione europea dei popoli, che riconosca il diritto dei Catalani, dei Baschi, degli Occitani, ecc. a uno Stato indipendente allo stesso titolo dei Francesi, degli Spagnoli e degli Italiani.  

PNO – Partito della Nazione Occitana