Il monumento ai tre carabinieri di Fiesole
Giorgio Amico
La memoria e il silenzio
Nel 2014 la RAI produsse
e mise in onda il film “A testa alta” che ricostruiva la
vicenda eroica dei tre giovani carabinieri di Fiesole trucidati dai
nazisti il 12 agosto 1944. Protagonista era Giorgio Pasotti che
interpretava la figura del loro comandante, il vicebrigadiere
Giuseppe Amico.
Giorgio Pasotti, in una scena del film
Nel
2015 Aldo Cazzullo dedicò ampio spazio a quella vicenda nel libro
Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza
in un capitolo dedicato al ruolo dei carabinieri nella guerra di
Liberazione.
Il 17 febbraio a Fiesole
verrà inaugurata la mostra Marcello Guasti, Giovanni Michelucci e
il Monumento ai Tre Carabinieri, curata dal Professore Jonathan
Nelson, che commemora i tre giovani eroi e la scultura voluta per ricordarli,
rendendo omaggio anche all’architetto che la scelse, Michelucci, e
all’artista che la realizzò, Guasti, uno degli scultori fiorentini
più importanti del dopoguerra, scomparso proprio in queste
settimane.
Nella prima bacheca della
mostra sono esposte le foto dei carabinieri e del loro comandante il
vicebrigadiere Giuseppe Amico di cui viene esposta la tessera del
Partito d'Azione nelle cui formazioni armate egli militò prima
clandestinamente come responsabile della caserma dei carabinieri di
Fiesole durante l'occupazione tedesca e poi apertamente durante la
battaglia per la liberazione di Firenze.
La tessera del Partito d'Azione
Giuseppe Amico era mio
padre. In casa non parlò mai di quelle vicende, che pure furono
eroiche. Alla sua morte mia madre trovò in una vecchia scatola
metallica che aveva contenuto biscotti un pacchetto di foto e
documenti, una parte dei quali sono ora esposti a Fiesole.
Credo che, come molti
protagonisti delle tragedie della seconda guerra mondiale, mio padre
si chiedesse perché proprio lui fosse sopravvissuto mentre tre suoi compagni
morivano. Di loro mantenne la memoria, raccolse e custodì le foto,
serbò i documenti. Lo fece in silenzio. Mai, neppure con i suoi famigliari, usò il loro eroismo per
mettere in luce se stesso.
Ciao Papà, ti sia lieve
la terra.