Ai compagni dalla memoria corta e agli orfani di Stalin Riprendiamo la Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre sull'importanza della memoria, che condividiamo largamente. Aggiungiamo due considerazioni: La memoria è indivisibile. Non si può occultarne una parte. I crimini dello stalinismo non sono una invenzione della propaganda. Fino almeno dal 1956 (ma per chi ha memoria anche dai grandi processi moscoviti degli anni Trenta) è chiaro che ridurre gli orrori dello stalinismo a presunti errori di Stalin significa mistificare la realtà. Lo stalinismo non fu una deviazione, ma la politica ufficiale dell'Unione Sovietica dal 1924 fino agli anni '80 del secolo scorso e comportò veri e propri crimini contro l'umanità, a partire dalle vittime (cinque milioni) della grande carestia nell'Ucraina del 1931-33. Negare che la seconda guerra mondiale sia stata preparata dal patto Ribentrop-Molotov e scatenata materialmente dall'aggressione nazi-staliniana alla Polonia e che questo costò milioni di morti, a partire dai trentamila ufficiali polacchi fucilati dai russi a Katyn, è puro revisionismo storico. Esattamente come negare la Shoah. Detto questo, prima di tranciare sbrigativi giudizi e gridare allo scandalo, invitiamo a leggere il testo della risoluzione (che alleghiamo integralmente). E' comunque deprimente verificare come lo stalinismo e le sue menzogne resti ancora oggi così profondamente parte del modo di pensare di una certa sinistra che pure si vuole moderna e rifondata. Risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre 2019 sull'importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa |
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Il Parlamento europeo,
– visti i
principi universali dei diritti umani e i principi fondamentali
dell'Unione europea in quanto comunità basata su valori comuni,
– vista
la dichiarazione rilasciata dal primo Vicepresidente Timmermans e
dalla Commissaria Jourová il 22 agosto 2019, alla vigilia
della Giornata europea di commemorazione delle vittime di tutti i
regimi totalitari e autoritari,
– vista
la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni
Unite adottata il 10 dicembre 1948,
– vista
la sua risoluzione del 12 maggio 2005 sul sessantesimo
anniversario della fine della Seconda guerra mondiale in Europa,
l'8 maggio 1945,
– vista
la risoluzione 1481 dell'Assemblea parlamentare del Consiglio
d'Europa, del 26 gennaio 2006, relativa alla necessità di
una condanna internazionale dei crimini dei regimi totalitari
comunisti,
– vista
la decisione quadro 2008/913/GAI del Consiglio, del 28 novembre
2008, sulla lotta contro talune forme ed espressioni di razzismo e
xenofobia mediante il diritto penale,
– vista
la Dichiarazione di Praga sulla coscienza europea e il comunismo,
adottata il 3 giugno 2008,
– vista
la sua dichiarazione sulla proclamazione del 23 agosto come
Giornata europea di commemorazione delle vittime dello stalinismo
e del nazismo, approvata il 23 settembre 2008,
– vista
la sua risoluzione del 2 aprile 2009 su coscienza europea e
totalitarismo,
– vista
la relazione della Commissione del 22 dicembre 2010 sulla
memoria dei crimini commessi dai regimi totalitari in Europa
(COM(2010)0783),
– viste
le conclusioni del Consiglio del 9-10 giugno 2011 sulla
memoria dei crimini commessi dai regimi totalitari in Europa,
– vista
la Dichiarazione di Varsavia del 23 agosto 2011 sulla
Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi
totalitari,
– vista
la dichiarazione congiunta del 23 agosto 2018 dei rappresentanti
dei governi degli Stati membri dell'Unione europea per commemorare
le vittime del comunismo,
– vista
la sua storica risoluzione sulla situazione in Estonia, Lettonia e
Lituania, approvata il 13 gennaio 1983 in risposta al
cosiddetto "appello baltico", presentato da 45 cittadini
di detti paesi,
– viste
le risoluzioni e le dichiarazioni sui crimini dei regimi
totalitari comunisti, adottate da vari parlamenti nazionali,
– visto
l'articolo 132, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,
A. considerando
che quest'anno si celebra l'ottantesimo anniversario dello scoppio
della Seconda guerra mondiale, che ha causato sofferenze umane
fino ad allora inaudite e ha portato all'occupazione di taluni
paesi europei per molti decenni a venire;
B. considerando
che ottanta anni fa, il 23 agosto 1939, l'Unione Sovietica
comunista e la Germania nazista firmarono il trattato di non
aggressione, noto come patto Molotov-Ribbentrop, e i suoi
protocolli segreti, dividendo l'Europa e i territori di Stati
indipendenti tra i due regimi totalitari e raggruppandoli in sfere
di interesse, il che ha spianato la strada allo scoppio della
Seconda guerra mondiale;
C. considerando
che, come diretta conseguenza del patto Molotov-Ribbentrop,
seguito dal "trattato di amicizia e di frontiera"
nazi-sovietico del 28 settembre 1939, la Repubblica polacca fu
invasa prima da Hitler e due settimane dopo da Stalin, eventi che
privarono il paese della sua indipendenza e furono una tragedia
senza precedenti per il popolo polacco; che il 30 novembre 1939
l'Unione Sovietica comunista iniziò una guerra aggressiva contro
la Finlandia e nel giugno 1940 occupò e annesse parti della
Romania, territori che non furono mai restituiti, e annesse le
Repubbliche indipendenti di Lituania, Lettonia ed Estonia;
D. considerando
che, dopo la sconfitta del regime nazista e la fine della Seconda
guerra mondiale, alcuni paesi europei sono riusciti a procedere
alla ricostruzione e a intraprendere un processo di
riconciliazione, mentre per mezzo secolo altri paesi europei sono
rimasti assoggettati a dittature, alcuni dei quali direttamente
occupati dall'Unione sovietica o soggetti alla sua influenza, e
hanno continuato a essere privati della libertà, della sovranità,
della dignità, dei diritti umani e dello sviluppo socioeconomico;
E. considerando
che, sebbene i crimini del regime nazista siano stati giudicati e
puniti attraverso i processi di Norimberga, vi è ancora
un'urgente necessità di sensibilizzare, effettuare valutazioni
morali e condurre indagini giudiziarie in relazione ai crimini
dello stalinismo e di altre dittature;
F. considerando
che in alcuni Stati membri la legge vieta le ideologie comuniste e
naziste;
G. considerando
che, fin dall'inizio, l'integrazione europea è stata una risposta
alle sofferenze inflitte da due guerre mondiali e dalla tirannia
nazista, che ha portato all'Olocausto, e all'espansione dei regimi
comunisti totalitari e antidemocratici nell'Europa centrale e
orientale, nonché un mezzo per superare profonde divisioni e
ostilità in Europa attraverso la cooperazione e l'integrazione,
ponendo fine alle guerre e garantendo la democrazia sul
continente; che per i paesi europei che hanno sofferto a causa
dell'occupazione sovietica e delle dittature comuniste
l'allargamento dell'UE, iniziato nel 2004, rappresenta un ritorno
alla famiglia europea alla quale appartengono;
H. considerando
che occorre mantenere vivo il ricordo del tragico passato
dell'Europa, onde onorare le vittime, condannare i colpevoli e
gettare le basi per una riconciliazione fondata sulla verità e la
memoria;
I. considerando
che la memoria delle vittime dei regimi totalitari, il
riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi
dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo, nonché la
sensibilizzazione a tale riguardo, sono di vitale importanza per
l'unità dell'Europa e dei suoi cittadini e per costruire la
resilienza europea alle moderne minacce esterne;
J. considerando
che trent'anni fa, il 23 agosto 1989, ricorreva il cinquantesimo
anniversario del patto Molotov-Ribbentrop e le vittime dei regimi
totalitari sono state commemorate nella Via Baltica, una
manifestazione senza precedenti cui hanno partecipato due milioni
di lituani, lettoni ed estoni, che si sono presi per mano per
formare una catena umana da Vilnius a Tallinn, passando attraverso
Riga;
K. considerando
che, nonostante il 24 dicembre 1989 il Congresso dei deputati del
popolo dell'URSS abbia condannato la firma del patto
Molotov-Ribbentrop, oltre ad altri accordi conclusi con la
Germania nazista, nell'agosto 2019 le autorità russe hanno negato
la responsabilità di tale accordo e delle sue conseguenze e
promuovono attualmente l'interpretazione secondo cui la Polonia,
gli Stati baltici e l'Occidente sarebbero i veri istigatori della
Seconda guerra mondiale;
L. considerando
che la memoria delle vittime dei regimi totalitari e autoritari,
il riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi
dalla dittatura comunista, nazista e di altro tipo, nonché la
sensibilizzazione a tale riguardo, sono di vitale importanza per
l'unità dell'Europa e dei suoi cittadini e per costruire la
resilienza europea alle moderne minacce esterne;
M. considerando
che gruppi e partiti politici apertamente radicali, razzisti e
xenofobi fomentano l'odio e la violenza all'interno della società,
per esempio attraverso la diffusione dell'incitamento all'odio
online, che spesso porta a un aumento della violenza, della
xenofobia e dell'intolleranza;
1. ricorda
che, come sancito dall'articolo 2 TUE, l'Unione si fonda sui
valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della
democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del
rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone
appartenenti a minoranze; rammenta che questi valori sono comuni a
tutti gli Stati membri;
2. sottolinea
che la Seconda guerra mondiale, il conflitto più devastante della
storia d'Europa, è iniziata come conseguenza immediata del
famigerato trattato di non aggressione nazi-sovietico del 23
agosto 1939, noto anche come patto Molotov-Ribbentrop, e dei suoi
protocolli segreti, in base ai quali due regimi totalitari, che
avevano in comune l'obiettivo di conquistare il mondo, hanno
diviso l'Europa in due zone d'influenza;
3. ricorda
che i regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa,
genocidi e deportazioni, causando, nel corso del XX secolo,
perdite di vite umane e di libertà di una portata inaudita nella
storia dell'umanità, e rammenta l'orrendo crimine dell'Olocausto
perpetrato dal regime nazista; condanna con la massima fermezza
gli atti di aggressione, i crimini contro l'umanità e le massicce
violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime nazista, da
quello comunista e da altri regimi totalitari;
4. esprime
il suo profondo rispetto per ciascuna delle vittime di questi
regimi totalitari e invita tutte le istituzioni e gli attori
dell'UE a fare tutto il possibile per garantire che gli orribili
crimini totalitari contro l'umanità e le gravi e sistematiche
violazioni dei diritti umani siano ricordati e portati dinanzi ai
tribunali, nonché per assicurare che tali crimini non si ripetano
mai più; sottolinea l'importanza di mantenere vivo il ricordo del
passato, in quanto non può esserci riconciliazione senza memoria,
e ribadisce la sua posizione unanime contro ogni potere
totalitario, a prescindere da qualunque ideologia;
5. invita
tutti gli Stati membri dell'UE a formulare una valutazione chiara
e fondata su principi riguardo ai crimini e agli atti di
aggressione perpetrati dai regimi totalitari comunisti e dal
regime nazista;
6. condanna
tutte le manifestazioni e la diffusione di ideologie totalitarie,
come il nazismo e lo stalinismo, all'interno dell'Unione;
7. condanna
il revisionismo storico e la glorificazione dei collaboratori
nazisti in alcuni Stati membri dell'UE; è profondamente
preoccupato per la crescente accettazione di ideologie radicali e
per il ritorno al fascismo, al razzismo, alla xenofobia e ad altre
forme di intolleranza nell'Unione europea ed è turbato dalle
notizie di collusione di leader politici, partiti politici e forze
dell'ordine con movimenti radicali, razzisti e xenofobi di varia
denominazione politica in alcuni Stati membri; invita gli Stati
membri a condannare con la massima fermezza tali accadimenti, in
quanto compromettono i valori di pace, libertà e democrazia
dell'UE;
8. invita
tutti gli Stati membri a celebrare il 23 agosto come la
Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi
totalitari a livello sia nazionale che dell'UE e a sensibilizzare
le generazioni più giovani su questi temi inserendo la storia e
l'analisi delle conseguenze dei regimi totalitari nei programmi
didattici e nei libri di testo di tutte le scuole dell'Unione;
invita gli Stati membri a promuovere la documentazione del tragico
passato europeo, ad esempio attraverso la traduzione dei lavori
dei processi di Norimberga in tutte le lingue dell'UE;
9. invita
gli Stati membri a condannare e contrastare ogni forma di
negazione dell'Olocausto, compresa la banalizzazione e la
minimizzazione dei crimini commessi dai nazisti e dai loro
collaboratori, e a prevenire la banalizzazione nei discorsi
politici e mediatici;
10. chiede
l'affermazione di una cultura della memoria condivisa, che
respinga i crimini dei regimi fascisti e stalinisti e di altri
regimi totalitari e autoritari del passato come modalità per
promuovere la resilienza alle moderne minacce alla democrazia, in
particolare tra le generazioni più giovani; incoraggia gli Stati
membri a promuovere l'istruzione attraverso la cultura
tradizionale sulla diversità della nostra società e sulla nostra
storia comune, compresa l'istruzione in merito alle atrocità
della Seconda guerra mondiale, come l'Olocausto, e alla
sistematica disumanizzazione delle sue vittime nell'arco di alcuni
anni;
11. chiede
inoltre che il 25 maggio (anniversario dell'esecuzione del
comandante Witold Pilecki, eroe di Auschwitz) sia proclamato
"Giornata internazionale degli eroi della lotta contro il
totalitarismo", in segno di rispetto e quale tributo a tutti
coloro che, combattendo la tirannia, hanno reso testimonianza del
loro eroismo e di vero amore nei confronti dell'umanità, dando
così alle future generazioni una chiara indicazione
dell'atteggiamento giusto da assumere di fronte alla minaccia
dell'asservimento totalitario;
12. invita
la Commissione a fornire un sostegno effettivo ai progetti di
memoria e commemorazione storica negli Stati membri e alle
attività della Piattaforma della memoria e della coscienza
europee, nonché a stanziare risorse finanziarie adeguate nel
quadro del programma "Europa per i cittadini" per
sostenere la commemorazione e il ricordo delle vittime del
totalitarismo, come indicato nella posizione del Parlamento sul
programma "Diritti e valori" 2021-2027;
13. dichiara
che l'integrazione europea, in quanto modello di pace e di
riconciliazione, è il frutto di una libera scelta dei popoli
europei, che hanno deciso di impegnarsi per un futuro comune, e
che l'Unione europea ha una responsabilità particolare nel
promuovere e salvaguardare la democrazia e il rispetto dei diritti
umani e dello Stato di diritto, sia all'interno che all'esterno
del suo territorio;
14. sottolinea
che, alla luce della loro adesione all'UE e alla NATO, i paesi
dell'Europa centrale e orientale non solo sono tornati in seno
alla famiglia europea di paesi democratici liberi, ma hanno anche
dato prova di successo, con l'assistenza dell'UE, nelle riforme e
nello sviluppo socioeconomico; sottolinea, tuttavia, che questa
opzione dovrebbe rimanere aperta ad altri paesi europei, come
previsto dall'articolo 49 TUE;
15. sostiene
che la Russia rimane la più grande vittima del totalitarismo
comunista e che il suo sviluppo in uno Stato democratico
continuerà a essere ostacolato fintantoché il governo, l'élite
politica e la propaganda politica continueranno a insabbiare i
crimini del regime comunista e ad esaltare il regime totalitario
sovietico; invita pertanto la società russa a confrontarsi con il
suo tragico passato;
16. è
profondamente preoccupato per gli sforzi dell'attuale leadership
russa volti a distorcere i fatti storici e a insabbiare i crimini
commessi dal regime totalitario sovietico; considera tali sforzi
una componente pericolosa della guerra di informazione condotta
contro l'Europa democratica allo scopo di dividere l'Europa e
invita pertanto la Commissione a contrastare risolutamente tali
sforzi;
17. esprime
inquietudine per l'uso continuato di simboli di regimi totalitari
nella sfera pubblica e a fini commerciali e ricorda che alcuni
paesi europei hanno vietato l'uso di simboli sia nazisti che
comunisti;
18. osserva
la permanenza, negli spazi pubblici di alcuni Stati membri, di
monumenti e luoghi commemorativi (parchi, piazze, strade, ecc.)
che esaltano regimi totalitari, il che spiana la strada alla
distorsione dei fatti storici circa le conseguenze della Seconda
guerra mondiale, nonché alla propagazione di regimi politici
totalitari;
19. condanna
il fatto che forze politiche estremiste e xenofobe in Europa
ricorrano con sempre maggior frequenza alla distorsione dei fatti
storici e utilizzino simbologie e retoriche che richiamano aspetti
della propaganda totalitaria, tra cui il razzismo, l'antisemitismo
e l'odio nei confronti delle minoranze sessuali e di altro tipo;
20. esorta
gli Stati membri ad assicurare la loro conformità alle
disposizioni della decisione quadro del Consiglio, in modo da
contrastare le organizzazioni che incitano all'odio e alla
violenza negli spazi pubblici e online, nonché a vietare di fatto
i gruppi neofascisti e neonazisti e qualsiasi altra fondazione o
associazione che esalti e glorifichi il nazismo e il fascismo o
qualsiasi altra forma di totalitarismo, rispettando nel contempo
l'ordinamento giuridico e le giurisdizioni nazionali;
21. sottolinea
che il tragico passato dell'Europa dovrebbe continuare a fungere
da ispirazione morale e politica per far fronte alle sfide del
mondo odierno, come la lotta per un mondo più equo e la creazione
di società aperte e tolleranti e di comunità che accolgano le
minoranze etniche, religiose e sessuali, facendo in modo che tutti
possano riconoscersi nei valori europei;
22. incarica
il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al
Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli
Stati membri, alla Duma russa e ai parlamenti dei paesi del
partenariato orientale.
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