TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 8 settembre 2019

Menorah e Mezuzah. Ricordo degli ebrei di Fiuggi




Ciociaria: appunti di viaggio

Giorgio Amico

Menorah e Mezuzah. Ricordo degli ebrei di Fiuggi

Girellando per le viuzze dell'antico borgo medievale di Anticoli (che con la nascita delle terme e lo sviluppo della nuova area urbana a valle prese nel 1911 il nome di Fiuggi) ci si imbatte in uno stretto e affascinante vicolo, chiamato via del Macello. Sotto un archivolto si trova murata una antica Menorah, il candeliere sacro a sette braccia, testimonianza dell'esistenza secolare nel borgo ciociaro di una importante comunità ebraica.



I primi documenti relativi alla presenza di ebrei a Fiuggi (Anticoli) risalgono al 1183, ma la comunità diventò numerosa ed importante alla fine del 1200, quando il borgo ospitò un nutrito numero di famiglie ebraiche arrivate dalla Sicilia per sfuggire alle persecuzioni degli spagnoli che avevano appena conquistato l'isola.

Si trattava in gran parte di artigiani che si impiantarono ad Anticoli e svilupparono numerose e fiorenti attività artigiane. La prova della presenza di questa comunità, soprattutto nei secoli XIV e XV, è fornita dal ritrovamento dei locali di una fornace per la lavorazione del vetro e di due vasche rituali che fanno pensare all'esistenza di una sinagoga.

Recentissima la scoperta poco lontano su di una porta murata di una Mezuzah, lo stipite rituale posto sulle case degli ebrei che conteneva al suo interno una pergamena con passi della Torah.

Come si legge in un sito dell'ebraismo italiano: "La Mezuzah va fissata sullo stipite destro della porta di entrata, lievemente in diagonale, la parte superiore rivolta verso l'interno. come simbolo di compromesso e di ricerca di Shalom Bayit (pace della casa).
La Mezuzah non e' un portafortuna. Essa testimonia che Dio e' partner in quella casa: Se l'eterno non costruisce la casa, invano lavorano i suoi costruttori (Salmo 127:1). La funzione della Mezuzah é di rendere ognuno cosciente dei propri doveri verso Dio e verso gli altri, sia che si trovi dentro casa che fuori".

Insomma, la Mezuzah simboleggia la santità della casa e come metter su casa (nel senso di costruire una famiglia) sia partecipare direttamente all'opera divina della creazione.

La presenza di una comunità ebraica organizzata a Fiuggi termina dopo il 1555, quando il papa Paolo IV, ferocemente antisemita, obbliga gli ebrei residenti nello Stato pontificio ad abbandonare le loro case per concentrarsi (e dunque poter essere meglio controllati) nel Ghetto di Roma a loro riservato.


Oggi di quella presenza restano solo ricordi, ma che affascinano profondamente il visitatore, come il gatto che un po' sospettoso ci guarda passare per il vicolo di cui è ormai il solerte custode.