TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 20 febbraio 2020

Una lingua "travolgente e incendiaria". Studi sul Futurismo




Biblioteca Universitaria di Genova
Via Balbi 40 (Sala Conferenze)
Mercoledì 19 febbraio 2020, ore 17

Presentazione del volume:

UNA LINGUA “TRAVOLGENTE E INCENDIARIA.
STUDI SUL FUTURISMO”
di STEFANIA STEFANELLI
Editrice Clinamen – Firenze

Intervengono:
Paolo Giannone, Direttore Biblioteca Universitaria di Genova
Marco Berisso, DIRAAS, Università di Genova
Marcello Frixione, DAFIST, Università di Genova
Marco Innocenti, scrittore e saggista
Stefania Stefanelli, già docente alla Scuola Normale di Pisa
Modera il dibattito:
Giuliano Galletta, giornalista e scrittore

«È dall’Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il “Futurismo”, perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologhi, di ciceroni e d’antiquarii». Così esordiva Marinetti nel suo Manifesto di fondazione del Futurismo, dando l’avvio a quella furia incendiaria e distruttrice che coinvolse l’universo dell’arte in tutte le sue manifestazioni e non poté certo risparmiare lo strumento creativo forse più potente e più diffuso, la lingua letteraria, ma anche quella del quotidiano parlare. Gli scrittori futuristi generarono un’antilingua che coinvolse un pubblico ampio ed eterogeneo, e che, attraverso la sapiente strategia retorica dei manifesti e dei volantini, investì tanto il linguaggio cόlto quanto il linguaggio diretto. Ma principalmente investì il linguaggio iconico delle tavole parolibere, nelle quali ogni norma grammaticale viene abbandonata per colpire l’occhio dello spettatore con parole che liberamente si scatenano sullo spazio bianco del foglio. La rivoluzione del Futurismo si propagò a campi inconsueti, come il teatro, la politica, la gastronomia, l’aviazione, la moda, creando ferventi seguaci in tutta l’Italia ed anche, soprattutto, oltre i confini: dalla Russia, alla Romania, al Portogallo, alla Spagna, fino al Giappone. Un potente impulso rivoluzionario che si è allargato nello spazio e nel tempo, come un incendio alimentato dai turbini del vento.

STEFANIA STEFANELLI è stata ricercatrice di Linguistica italiana presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Manifesti futuristi. Arte e lessico (Sillabe 2001); Va in scena l’italiano (Cesati 2006); Scrittura verbovisiva e sintestetica (con L. Pignotti, Campanotto 2011). Ha curato: Avanguardie e lingue iberiche nella prima metà del Novecento (Edizioni della Normale 2007); Varietà dell’italiano nel teatro contemporaneo (Edizioni della Normale 2009); La lingua italiana e il teatro delle diversità (Accademia della Crusca 2012). Ha altresì curato e introdotto la ristampa anastatica di F. T. Marinetti - F. Azari, Primo Dizionario aereo (futurista) (apice libri 2015).

In concomitanza con la presentazione del volume, viene allestita nella Sala Conferenze una mostra di pubblicazioni futuriste appartenenti alle raccolte della Biblioteca Universitaria.
La mostra sarà visitabile dalle ore 16 del 19 febbraio 2020.