TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


mercoledì 29 luglio 2020

Lettera aperta ad un amico riguardo a chi da giovane militò nella Repubblica Sociale.




Lettera aperta ad un amico riguardo a chi da giovane militò nella Repubblica Sociale.

Le Forze Armate repubblichine contarono circa 600 mila uomini. Non tutti erano fascisti convinti e forse neppure la maggioranza. Molti erano giovani che, magari su sollecitazione delle famiglie, avevano risposto al bando di leva. Io ne ho conosciuti alcuni, uno in particolare, mio stimatissimo e amatissimo professore al liceo che non ce lo nascose, ma ci raccontò la sua storia "normale" di giovane del 1923 arruolato a vent'anni. Vidi poi piangere un mio collega durante una visita scolastica al sacrario partigiano in Valle Pesio. Gli chiesi dove avesse fatto il partigiano, mi rispose che era stato soldato repubblichino all'aereoporto di Alessandria e che piangeva per la vergogna di non aver capito allora cosa era giusto fare. Lo abbracciai e lo ringraziai perché mi aveva ricordato che non si deve mai giudicare e che l'uomo resta un mistero per l'uomo.

Capii allora che quelli erano stati anni difficili e difficile era anche capire cosa fosse giusto fare, soprattutto se non si veniva da famiglie antifasciste. E ancora più difficile, poi farlo. Certo altra cosa erano le Brigate Nere o la X MAS, anche se anche su quest'ultima la realtà è complessa. Può sembrare strano ma anche nella Decima non tutti erano fascisti fanatici. Ho conosciuto un anarchico savonese, militante per anni dei GAAP di cui conservava con orgoglio la tessera, che era stato con la Decima, motorista su una silurante ormeggiata al porto di Oneglia. Suo fratello era stato partigiano. Era un operaio e lo raccontava senza vergogna.

Alle volte penso che siamo come i giapponesi rimasti sull'isola, mentre dovremmo avere il coraggio di prendere atto che quella guerra è finita. Il che sia chiaro non significa equiparare fascismo e antifascismo, ma guardare a quegli uomini con la pietas che sempre ci vuole quando si affrontano tragedie immani come quella di una guerra civile.

Passati gli anni giovanili degli slogan sanguinari (che purtroppo per molti non rimasero solo parole), da quando penso di capire un po' di più della vita, degli uomini e anche delle mie debolezze e contraddizioni, considero questa pietas la vera sostanza del mio antifascismo.

"Per dignità, non per odio", scrisse Calamandrei, anche se l'odio purtroppo, come era inevitabile, ci fu e da entrambe le parti. Una frase che vale però anche per molti giovani repubblichini, educati nel culto della Patria e a cui era sembrato un tradimento il capovolgimento di alleanze del 1943.

“Avendo applicato l’animo mio alla politica, per trattare di questa scienza con la stessa libertà d’animo, con cui ci accostiamo alle ricerche matema­tiche, mi occupai con diligenza di non deridere, di non pian­gere, di non condannare, ma solo di comprendere le azioni umane: e così considerai le passioni umane come l’amore, l’odio, l’ira, l’invidia, l’orgoglio, la pietà e le altre commozioni dell’animo, non come vizi della natura umana, ma come proprietà che le appartengono, come alla natura dell’aria il freddo, il caldo, il temporale, il tuono e simili”

Scriveva così un filosofo ebreo, di professione intagliatore di lenti, in un'epoca feroce di guerre religiose e civili e questo lo rese estraneo alle passioni del suo tempo e dunque un pericolo per cattolici, protestanti e persino per i suoi correligionari che lo cacciarono dalla comunità. Ma di più e di meglio, non un filosofo, ma un Uomo, ancora oggi cosa potrebbe dire?

Con amicizia

Giorgio