TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 24 gennaio 2021

L'orto. Magia senza tempo

 


Il rapporto con i libri è molto simile a quello con gli uomini. Ci sono libri che attirano e poi, appena aperti e conosciuti un po' meglio, ti respingono. Ci sono libri che invece sono destinati a incontrarti. Ti aspettano, su uno scaffale di libreria o un banchetto di mercatino, sapendo che prima o poi passerai di lì e li incontrerai e sarà amore a prima vista. Sono occasioni fortunate per chi ama i libri perché si fanno scoperte che, come tutti gli amori, ti segnano nel profondo. A me è capitato ancora pochi giorni fa in edicola, dove, seminascosta fra libri illustrati per bambini e riviste dei più vari tipi, ho visto, mentre aspettavo di essere servito, la copertina di un libriccino che sembrava facesse di tutto per farsi notare. E così ho scoperto un libro affascinante, semplice e profondo, pieno di richiami al mondo della mia infanzia, alla scoperta della montagna, a quella Val Varaita, conosciuta per caso durante il servizio militare, che è con la Valle d'Aosta parte del mio cuore. Insomma quel piccolo libro conteneva un mondo. Ed è stato amore a prima vista. Di cosa tratta questo libro? Di una cosa semplice, ma fondamentale per la vita, antropologicamente e culturalmente molto più complessa di quanto si possa immaginare, una sorta di microcosmo e di storia condensata dell'umanità: l'orto di casa ed in particolare l'orto della gente della montagna. Come scrive l'autore: l'antico sogno alpino della famiglia contadina. Un libro da ricercare e da leggere per chi ama i libri, le piante, i fiori e la montagna. Di seguito la presentazione editoriale, l'indice e una scheda dell'autore.

G.A.

Fin da quando l’uomo è diventato agricoltore, la necessità di far crescere piante alimentari, ornamentali ed aromatiche, accanto all’abitazione, non si è ancora spenta. La limitata superficie agraria iniziale si è successivamente allargata e diversificata: le coltivazioni hanno occupato vasti appezzamenti, per poter produrre per il mercato, e la creazione del giardino gli ha consentito di soddisfare il proprio gusto estetico. Col tempo, quindi, l’agricoltura ha cambiato aspetto e dimensione, mentre gli ornamenti vegetali hanno sottolineato, con importanza certamente non minore, gli stili architettonici delle varie epoche. Ma l’elemento primitivo, originario di tutto questo, l’orto, l’antica dispensa famigliare, è rimasto immutato in ogni ambiente, cultura e tradizione. Molto probabilmente, è il più antico segno che l’uomo ha lasciato e che ancora oggi continua a “tracciare” ovunque esista un suo insediamento, rurale o urbano. Quasi un carattere del suo patrimonio genetico, che continua a tenerlo legato alla terra e che gli ricorda le sue primordiali origini.

Questo libro ne analizza gli aspetti riferiti al territorio alpino, dove l’orto ha mantenuto, pressoché inalterate, le sue caratteristiche, fin dalla notte dei tempi. Uno spazio che è anche l’unico tipo di giardino che, in questo ambiente morfologicamente e climaticamente difficile, è possibile realizzare, mescolando piante ornamentali ad ortaggi. La ricerca di testimonianze, sia storiche che attuali, è stata orientata, in particolare, alle valli Po e Varaita, in provincia di Cuneo, non solo in quanto sono le più conosciute dall’autore, attraverso esperienze di vita e di studi, ma anche perché hanno costituito la parte più estesa dell’antico Marchesato di Saluzzo. Un piccolo territorio che, nei suoi circa cinquecento anni di storia, tra il XII ed il XVI secolo, ha visto svolgersi le proprie vicende in un’area essenzialmente montana. In essa si sono amalgamati, anche con gli ambienti transalpini confinanti, diversi aspetti culturali, che sono leggibili soprattutto nelle tradizioni, rimaste vive fino ad alcuni decenni fa, e nei secolari elementi antropici del paesaggio.

Perché questo libro

Introduzione
Il territorio alpino
Tipologia dell’orto
L’orto nella storia documentata
L’uomo e il tempo
La Luna e la vita
La donna
Posizionamento dell’orto
Il terreno e le pratiche colturali
Gli attrezzi
Recinzioni
I ripari
Malattie delle piante
Gli spaventapasseri
Toponomastica
Ortaggi
Nuove piante dalle Americhe
Piante aromatiche e officinali
Fiori
Frutta nell’orto
Alimentazione in montagna
Ricette
Orti in Valle Varaita
Dall’orto al giardino
Orti nel Novecento
Orto didattico

Bibliografia

Aldo Molinengo, agronomo paesaggista, è nato a Saluzzo (CN) nel 1953 e vive a Rifreddo, in Valle Po. Ha conseguito la specializzazione in Parchi e Giardini presso la Facoltà di Agraria dell'Università di Torino, e si occupa di tematiche del paesaggio.