TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


sabato 5 giugno 2021

Massoneria e rivoluzione russa. Il Grande Oriente dei popoli della Russia

 

    A.F. Kerenskij

Giorgio Amico

Il Grande Oriente dei popoli della Russia


Quello del Grande Oriente dei popoli della Russia e del suo ruolo nella rivoluzione del febbraio 1917 rappresenta uno dei segreti meglio conservati della storia del Novecento.Solo quattordici anni dopo quegli avvenimenti uno dei protagonisti, lo storico Sergey Petrovich Mel'gunov (1879-1956) , già esponente del partito cadetto, poi condannato a morte dal potere sovietico e infine nel 1923 esiliato a Parigi, pubblicò un libro, «На путях к дворцовому перевороту»  (Sulla strada di un colpo di Stato di Palazzo) in cui si alludeva al ruolo importante giocato nella preparazione della caduta di Nicola II da una organizzazione massonica segreta. Ma fu solo nel 1955 con la pubblicazione a New York delle memorie del leader del partito cadetto Pavel Nikolayevich Miljukov (1859-1943) che si iniziò ad alzare il velo sulla appartenenza alla massoneria di molti esponenti di primo piano del Governo provvisorio nato dopo la rivoluzione di febbraio.

Il Grande Oriente dei Popoli della Russia (Великий восток народов России ) nato nel 1912 sulle ceneri delle logge russe create a partire dal 1905 dal Grande Oriente di Francia, aveva tagliato ogni legame con corpi massonici stranieri e si era convertito in una organizzazione cospirativa dedita al rovesciamento dell'autocrazia zarista e all'instaurazione in Russia di un regime parlamentare democratico. Proprio per meglio operare vennero quasi completamente abbandonate le attività rituali e si cominciò ad iniziare anche donne. L'obiettivo era contribuire da dietro le quinte a costruire una forte coalizione di tutte le forze liberali e radicali contro il regime dello zar Nicola II.

Negli anni fra il 1912 e il 1917 il Grande Oriente dei Popoli della Russia riuscì a costruire una rete di logge nei principali centri del paese con una partecipazione complessiva di circa 300-350 affiliati. Un piccolo numero per un paese delle dimensioni della Russia, ma in grado di esercitare una notevole influenza per il ruolo svolto sulla scena politica, economica e culturale dai suoi membri.

Membri dell'organizzazione erano ad esempio Aleksandr Fëdorovič Kerenskij  (1881-1970), esponente di punta della frazione dei trudoviki; Aleksandr Ivanovich Konovalov (1875-1045), grande industriale tessile e leader del partitio progressista; Yekaterina Dmitriyevna Kuskova (1869–1958) , influente giornalista; Nikolai Vissarionovich Nekrasov  (1879-1940), uno dei leader del partito cadetto; M. I. Terescenko (1886-1956), importante industriale e politico; l'ottobrista Aleksandr Ivanovič Gučkov (1862-1936), già presidente della Duma; il menscevico Nikolaj Semënovič Čcheidze (1864-1926) , il socialista popolare Vladimir B. Stankevič (1884-1968), il socialista rivoluzionario Boris Viktorovich Savinkov (1879-1925) e il bolscevico Semyon Pafnuteevich Sereda  (1871-1933). Come si vede il Grande Oriente dei popoli della Russia ospitava nelle sue logge elementi di primo piano di tutto lo schieramento progressista rivoluzionario dai liberali di sinistra del Partito Costituzionale democratico all'estrema sinistra bolscevica.

Conoscendo l'avversione dei bolscevichi per la massoneria, che misero fuori legge pochi mesi dopo la presa del potere, la partecipazione ad una organizzazione massonica segreta di militanti importanti del partito, come era Sereda, poi ministro di uno dei primi governi sovietici, può stupire. La cosa si spiega invece con il principio leninista, ribadito da Trotsky nel suo pamphlet del 1939, "La nostra morale e la loro", che per un rivoluzionario è morale tutto ciò che serve alla rivoluzione. D'altronde per lo stesso Lenin si parlò a lungo di una presunta affiliazione massonica durante il periodo dell'esilio, voce ancora ripresa oggi dai gruppi antisemiti che vedono la rivoluzione d'Ottobre, come d'altronde quella francese del 1789, come il frutto del complotto giudaico-massonico rivelato dai cosiddetti “Protocolli dei Savi di Sion”, il falso documentale creato nel 1903 dall'Ochrana, la polizia segreta zarista, con l'intento di diffondere l'odio verso gli ebrei nell'Impero russo. Ipotesi, nettamente smentita, almeno allo stato attuale della documentazione, dal principale storico della Massoneria russa nel Novecento, Andrej Ivanovich Serkov, nella sua fondamentale “Storia della Massoneria russa (1845-1945)”, in cui comunque si ammettono stretti rapporti personali fra il leader bolscevico ed esponenti non marginali del Grande Oriente di Francia.

(continua)