Giorgio Amico
La Massoneria di colore negli Stati Uniti
Come è stato autorevolmente affermato, nonostante il suo ampio radicamento sociale e la grande vitalità, « la carenza dell'attuale Massoneria statunitense sta nell'illiberalità della non ammissione delle genti di colore » (1). Fra le quali, tuttavia, si sono create Obbedienze anche di notevole consistenza, come la cosiddetta « Massoneria di Prínce Hall ».
Secondo la tradizione Prince Hall sarebbe stato un nero libero nato nel 1748 a Bridgetown, nelle isole Barbados, da padre inglese e da madre di colore. Nel 1765 il giovane si sarebbe trasferito a Boston, nell'allora colonia inglese del Massachussetts, per dedicarsi all'attività di pellettiere.
L'ascesa sociale del giovane antillano deve essere stata rapida, se solo dieci anni più tardi lo ritroviamo affermato artigiano e benestante proprietario terriero, nonché predica-tore della locale Chiesa Metodista.
Il 6 marzo 1775 Prince Hall e altri 14 bostoniani di colore vengono iniziati e subito innalzati al grado di Maestro in una loggia militare inglese al seguito delle truppe del generale Gage. Questa loggia garantisce a Prince Hall ed ai suoi confratelli l'autorità di lavorare massonicamente, di partecipare alle celebrazioni della festa di S. Giovanni e di avere funerali rituali, ma non di iniziare nuovi membri o conferire gradi.
Nel 1784 viene perciò fatta esplicita richiesta alla G.L. d'Inghilterra di una patente regolare che permetta di superare tali limitazioni. Concessa nel mese di settembre di quello stesso anno, a causa di incredibili vicissitudini la patente non viene consegnata che tre anni più tardi nell'aprile del 1787.
Finalmente il 6 maggio 1787 la prima loggia massonica di colore in territorio americano è ufficialmente insediata nel pieno dei suoi poteri col titolo distintivo di « African Lodge n. 459 » di Boston. Quattro anni più tardi l'African Lodge si unisce ad altre due logge di colore a formare la «African Grand Lodge » con Prince Hall come Gran Maestro, ufficio questo che il prestigioso leader rivestirà fino alla sua morte, sopraggiunta nel dicembre 1807. Il 24 giugno 1808 in suo onore l'African G.L. cambierà il proprio nome in «Prince Hall Grand Lodge of Massachussetts».
Fin qui la tradizione che ha goduto e gode ancora oggi di grande favore negli Stati Uniti, tanto da condizionare spesso pesantemente la stessa storiografia ufficiale (2). Tale ricostruzione non ha retto alle più recenti e accurate indagini storiografiche, tanto, che la sua credibilità ha subito negli ultimi anni duri colpi.
In realtà Prince Hall sembra essere stato un africano, nato verso il 1735 in un punto imprecisato del continente nero, catturato tra gli 11 e i 14 anni e venduto come schiavo nel New England. Da un certificato di manomissione conservato nella Boston Athenaeum Library risulta incontrovertibilmente che egli lavorò per 21 anni alle dipendenze di un certo William Hall che lo liberò, concedendogli come allora d'uso il suo nome, il 9 aprile 1770 (3). Abile artigiano, Prince Hall riuscì a raggiungere una modesta agiatezza, rivestendo anche cariche pubbliche e dedicandosi attivamente al progresso e alla tutela della popolazione di colore di Boston e del Massachusetts.
Se la vita profana di Prince Hall è ormai conosciuta anche nei dettagli, le circostanze della sua ammissione alla Massoneria rimangono in gran parte oscure. Di certo si sa che egli fu iniziato il 6 marzo 1775 assieme ad altri 14 cittadini di colore in una loggia militare probabilmente alle dipendenze della G.L. d'Irlanda. Ad iniziarli fu un certo John Batt, un avventuriero dalla carriera militare non molto limpida, tanto che si è perfino ipotizzato che tutto l'affare altro non sarebbe stato che un elaborato imbroglio architettato da un gruppo di militari burloni e squattrinati per intascare le 45 ghinee, una cifra rilevante per i tempi, che i 15 profani dovettero versare come tassa d'iniziazione (4).
Di sicuro c'è che negli archivi delle tre G.L. (d'Inghilterra, d'Irlanda e di Scozia) alle cui dipendenze operavano le 14 logge militari di stanza allora in Boston, nulla risulta circa questo avvenimento, an-che se va considerato il fatto che la documentazione può essere andata perduta a cause delle alterne vicende della guerra d'indipendenza americana scoppiata poco dopo.
La situazione si regolarizzò comunque nel 1784 con la concessione di una patente da parte della G.L. d'Inghilterra (Moderns), patente che, come si è visto, fu consegnata solo dopo tre anni.
È impossibile stabilire con esattezza quando e in base a quale autorità l'African Lodge assunse i poteri di una G.L.. Secondo la Massoneria americana bianca, che basa essenzialmente su questo dato il proprio non riconoscimento, si trattò di un'usurpazione in quanto l'African Lodge non aveva alcun potere di fondare nuove logge. Comunque già, il 22 marzo 1797 un certo Peter Mantore di Filadelfia chiese a Prince Hall una patente per una nuova loggia. Egli aveva precedentemente rivolta la stessa richiesta alla G.L. della Virginia (bianca), ma la domanda era stata respinta. Prince Hall si rivelò ben lieto di allargare gli angusti limiti della sua Obbedienza e concesse un duplicato della propria patente originale, determinando così la nascita di una «African Lodge n. 459 » a Filadelfia (5).
Dopo il 1792, per motivi ancora oggi sconosciuti, viene a cessare ogni rapporto tra l'African Lodge e la G.L. d'Inghilterra, tanto che nel 1813 la nuova G.L. Unita, nata dalla riunificazione di "Antichi" e "Moderni", decise di radiare dai propri ruoli la loggia di Boston che non aveva dato da anni più notizie di sé. Dal canto suo l'African Lodge non sembra essere stata informata di ciò, né dell'unificazione avvenuta nello stesso anno dei due tronconi in cui si era divisa la Massoneria inglese, tanto che ancora nel 1824 l'allora G.M. in carica, S. H. Moody, scriveva a Londra per informare la G.L. Madre sul buon andamento dei lavori.
Sicuramente nei primi due decenni dell'Ottocento la loggia di colore sofferse una grave crisi, come d'altronde testimonia la quasi assoluta mancanza di verbali. Verso il 1824 si iniziano ad intravvedere sintomi di ripresa che culminano nella dichiarazione di indipendenza del 1827.
Gran Maestro era allora John Telemachus Hilton, un mulatto nato in Pennsylvania nel 1801 e innalzato al grado di maestro nel 1823, da poco eletto alla suprema dignità. Dotato di grandi capacità organizzative e di un'assoluta fiducia nelle possibilità di una Massoneria di colore negli Stati Uniti, Hilton operò prima lo sganciamento della propria loggia da ogni legame con altri corpi massonici (Dichiarazione formale d'Indipendenza del 18 giugno 1827) e poi diede un contributo determinante a trasformare l'African Lodge in una vera G.L., costituendo a tal fine logge a New York e Providence.
Gli ideali di Hilton erano destinati ad avere una rapida attuazione. Agli inizi degli anni Quaranta negli Stati Uniti operavano ormai ben tre corpi massonici di colore, infatti all'African G.L. di Boston si erano via via aggiunte la First Independent African Grand Lodge of North America, nata nel 1815 dalla vecchia African Lodge di Filadelfia, con logge in Pennsylvania, New Jersey, New York, Maryland e District of Columbia (6), e la Hiram Grand Lodge of Pennsylvania, nata nel 1837 da una scissione della First G.L..
Dopo anni di intense rivalità e di polemiche feroci, nel 1847 J. T. Hilton prese l'iniziativa di convocare una Gran Convenzione Nazionale di tutti i gruppi massonici di colore operanti sul territorio degli Stati Uniti al fine di costituire una G.L. Nazionale unificata. La Convenzione, tenutasi a Boston il 23-24 giugno 1847, portò alla formazione di un'unica organizzazione col nome di National Grand Lodge of Free and Accepted Ancient York Masons of United States of North America. Gran Maestro Nazionale fu eletto Io stesso Hilton. La Convenzione adottò anche una « Dichiarazione d'Intenti » in cui si riprendevano le linee principali della dichiarazione d'indipendenza del 1827 e si rivendicava il diritto di concedere patenti o dispense a tutte le G.L. di Stato sotto le giurisdizione della nuova G.L. Nazionale. Conformemente a ciò, all'indomani della Convenzione tutte le logge restituirono le loro patenti e furono ricostituite ex-novo dalla G.L..
Il 28 aprile 1848 l'African G.L. di Boston si trasformò così in Prince Hall Grand Lodge of Massachusetts. All'indubbio successo rappresentato dalla Convenzione di Boston seguirono anni non lieti. Risorsero ben presto le antiche rivalità e vecchie polemiche mai del tutto sopite divisero l'Istituzione.
La polemica principale verteva proprio sull'opportunità che esistesse una G.L. Nazionale con poteri sulle G.L. di Stato. Da un lato vi erano i sostenitori dei diritti sovrani di ogni G.L. di Stato che credevano fosse più opportuno imitare l'esempio della Massoneria bianca che, gelosa delle prerogative sovrane di ogni singola G.L., mai aveva voluto costituire un'organizzazione unificata per l'intero territorio americano. Dall'altro lato si schieravano i difensori della G.L. Nazionale i quali sostenevano che una G.L. con pieni poteri sul territorio nazionale avrebbe evitato contrasti fra le G.L. di Stato e conferito più autorevolezza all'Istituzione nel suo complesso.
Nel 1871 la G.L. dell'Ohio, che si era apertamente ribellata alla G.L. Nazionale in difesa degli «States' Rights», fu espulsa; analoga sorte toccò due anni più tardi alla stessa Prince Hall G.L. of Massachusetts.
Via via altre GL si staccarono dall'organizzazione nazionale e per distinguersi, oltre che per rivendicare una maggiore purezza massonica, adottarono il nome di Prince Hall. Infine nel 1877 si arrivò alla spaccatura definitiva tra le due componenti, la National G.L. e le ribelli «States' Rights G.L.». Nel 1909, ad imitazione della Massoneria bianca, queste ultime decisero di istituire periodiche conferenze dei G.M. e proprio nel corso di una di queste conferenze, svoltasi ad Hot Springs (Arkansas) nel 1944, stabilirono che tutte le G.L. associate dovessero obbligatoriamente assumere il titolo distintivo di Prince Hall Grand Lodge.
Attualmente negli Stati Uniti la Prince Hall Freemasonry è la più diffusa Obbedienza di colore con circa 40 G.L. associate; viene poi la National G.L. con 27 G.L. di Stato. Nessuna di queste G.L. è riconosciuta da G.L. bianche ad eccezione della «Alpha Lodge» n. 116 del New Jersey che rappresenta finora l'unico esempio di una loggia di colore alle dipendenze di una G.L. bianca (7).
Note
1) Cfr. Massoneria oggi, in « Delta », febbraio 1983.
2) A questo proposito si vedano: W. H. Grimshall, Official History o/ Freemasonry Among the Coloured People, Washington 1903; H. E. Davis, Freemasonry Among Negroes in America, United Supreme Council, 1964; Prince Hall Masonic Year Book (pubblicazione ufficiale della Conferenza dei GM della Massoneria Prince Hall).
3) Cfr. G. D. Draffen, Prince Hall Freemasonry, in «Ars Quatuor Coronatorum», vol. 89, 1976, pp. 70 e sgg.
4) Cfr. G. D. Draffen, op. cit., p. 73.
5) Cfr. J. H. Sherman, The Negro "National" or "Compact" Grand Lodge, in «Ars Quatuor Coronatorum», vol. 92, 1979, p. 153.
6) Cfr. C. Woodlin, The Masonic National Union: a History of the Origin of Ancient Freemasonry Among the Coloured People in the United States of America, 1855.
7) Cfr. l'appendice di H. W. Coil a Sherman, cit., p. 168.
Fonte: Delta, 6, febbraio 1984, pp. 27-32.
Completa il Quaderno un'appendice documentaria contente le Patenti della GL d'Inghilterra, il regolamento generale della Loggia Africana e la Petizione contro la schiavitù indirizzata da Prince Hall al Consiglio e alla Camera dei Rappresentanti del Massachusetts il 13 gennaio 1777.