TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


venerdì 2 giugno 2023

Malinconia

 


Malinconia


"La malinconia ci prende di sera", cantava Adriano Celentano ai tempi della mia giovinezza. Per me, invece, l'ora della malinconia è al risveglio. Nella penombra della camera, con accanto il respiro di Vilma ancora addormentata che lievemente segna il tempo dei miei pensieri, mi vengono alla mente i volti dei tanti amici persi in questi ultimi terribili anni. Amici e compagni con cui ho condiviso idee ed esperienze, il cibo, il vino, le risate e la rabbia. Con cui ho camminato sulle strade della vita. Alcuni più giovani di me, qualcuno di qualche anno più anziano. Portati via chi all'improvviso, come Pasquale Indulgenza, altri dopo una lunga battaglia con la malattia, come Piero Pentenero. Uno dopo l'altro mi sfilano davanti i loro volti e il flusso dei ricordi mi prende interamente. Poi il giorno, con i suoi affanni e i suoi ritmi, porta la mia mente altrove. Ma una lieve tristezza permane, Forse la vecchiaia è anche questo.

giovedì 1 giugno 2023

il Potere Operaio di Torino (1968)

Dopo il quaderno dedicato a Vittorio Rieser proponiamo la ristampa anastatica dell'opuscolo "Sindacato e comitati operai di lotta", edito nel 1969 da Il Potere Operaio di Torino. Si tratta del sesto dei quaderni pubblicati - e di libera consultazione e riproduzione - per la serie Archivi del movimento operaio sul sito Academia. edu. Il documento è introdotto da uno scritto, già apparso su Vento largo che spiega i rapporti che nel 1968-69 ci legarono a quell'esperienza. Lo riproponiamo qui di seguito.


Giorgio Amico 

Quando a Savona c'era il potere Operaio 

Alla fine del 1967 un gruppo di studenti (fino ad allora noti soprattutto per la frequentazione del mitico bar Euterpe) da vita ad una aggregazione politica dai caratteri ancora incerti. Affascinati dal castrismo e dall'esperienza del Che, ma anche dal maoismo della Rivoluzione culturale, quei giovani iniziano un percorso di discussione e di studio che li porta già agli inizi del 1968 a darsi forma di gruppo politico e a cercare contatti e punti di riferimento a livello nazionale. In particolare si guarda al Potere operaio pisano di Sofri e Cazzaniga, ma una andata a Pisa non porta risultati e all'Unione dei Comunisti Italiani (Servire il popolo) di cui emerge immediatamente al primo contatto diretto il carattere caricaturale.

Contatti più stabili vengono stabiliti con il Potere Operaio di Torino, gruppo che raccoglie i superstiti dei Quaderni rossi ed in particolare con Emilio Soave che di fatto è la figura di collegamento fra l'esperienza panzieriana e la nuova realtà del PO torinese. Parente di una nostra compagna, Soave ci ospita in casa sua. Iniziamo così a partecipare alle riunioni del gruppo, sedendo emozionati sulle panche della leggendaria sede dei Quaderni Rossi. Da Torino ci arrivano materiali che iniziamo a far circolare a Savona. [Vedi l'opuscolo allegato] 

Nel 1968 il gruppo si chiama ormai Potere Operaio di Savona ed inizia un intervento sul territorio con volantinaggi in alcune fabbriche (Arcos di Albisola, Italsider di Savona) ed un lavoro capillare nel quartiere operaio di Piazzale Moroni dove viene impiantato un doposcuola sul modello dell'esperienza della scuola di Barbiana di Don Milani. Attraverso il lavoro di quartiere si stabiliscono contatti con alcuni giovani operai che, senza aderire formalmente, forniscono però informazioni dirette e documentazione sulla realtà di fabbrica, permettendo così l'inizio di un abbozzo di inchiesta operaia. In questa attività forme di collaborazione vengono stabilite con i giovani dello PSIUP e con gruppi anarchici dissidenti dalla FAI e in particolare con Franco Salomone. I fatti di Cecoslovacchia portano ad un allargamento del gruppo con l'avvicinarsi di giovani in rottura con la Federazione Giovanile Comunista. 

Dopo una lunga ricerca, troviamo finalmente una sede in una soffitta del quartiere Villetta, accanto al seminario vescovile e ad un austero collegio per fanciulle di buona famiglia (che tentammo inutilmente di portare sulla cattiva strada), che diventa presto un luogo di incontri (e di amori intensi ma di breve durata) e un vago surrogato di comune. Il gruppo intanto si è allargato fino a contare una ventina di elementi di cui però solo la metà attivi a tempo pieno. Intensa è l'attività in ambito studentesco incentrata soprattutto sul Liceo Classico. Alle nostre riunioni partecipano anche studenti universitari impegnati nelle prime occupazioni a Genova di cui ci fanno un regolare resoconto non privo di ironia. E non mancano neppure i tentativi di provocazione. Nell'estate del 1968 una bomba carta esplode su di una finestra della Prefettura. La polizia indirizza immediatamente le indagini verso noi. Portati in Questura, siamo interrogati e pesantemente minacciati. Gli inquirenti sembrano convinti della nostra colpevolezza, ma dopo un paio di settimane la cosa si sgonfia per l'assoluta mancanza di indizi. Sapemmo più tardi che tutto era partito dalla soffiata di un informatore che aveva segnalato la nostra presenza quella notte in un locale molto vicino al luogo dell'attentato e riferito i nostri discorsi piuttosto accesi. 

A differenza di molte altre realtà simili che in quei mesi turbinosi nascono in Italia (magari per spegnersi nell'arco di qualche mese) il Potere Operaio savonese si distingue per una intensa attività di ricerca. Eravamo assolutamente consapevoli dei nostri limiti politici e della nostra totale impreparazione teorica, e dunque della necessità di colmare al più presto le lacune. Spacciandoci per ricercatori, trascorremmo buona parte delle mattinate dell'estate del '68 nella biblioteca dell'Unione Industriali a riaccogliere dati sulla realtà economica savonese in vista di un più organico intervento di fabbrica. Costante era la nostra partecipazione alle attività del Circolo culturale Calamandrei che organizzava allora partecipatissimi dibattiti ed incontri (fondamentale fu quello con gli studenti giapponesi della Zengakuren) e del gruppo di giovanili cinefili (animato da Tatti Sanguineti) che ci permise di conoscere il giovane cinema americano di controinformazione e soprattutto i filmati sul Maggio girati dalla Commissione cinema del Comitato delle occupazioni. Sulla base di questi stimoli il gruppo abbandona progressivamente l'originale terzomondismo per avvicinarsi alle posizioni della Sinistra comunista. 

Centrale in questo percorso di maturazione è il nostro incontro con un ex militante di Programma comunista, Valentino Campi, uno strano mix di situazionismo e bordighismo (che ci dicono ancor oggi in giro per il mondo a far mattane), vicino alle posizioni del gruppo francese Invariance. A Pasqua '69 assieme ad un altro compagno e a Valentino vado a Firenze al convegno della branca italiana di Invariance, in quell'occasione conosco Jacques Camatte, straordinaria figura di teorico marxista. L'impatto è forte, ma il gruppo francese, interamente dedicato al lavoro di ricerca teorica (Camatte sta lavorando al suo grande lavoro sui Grundrisse), non soddisfa la nostra voglia di impegno militante.

Così come deludenti si rivelano gli incontri con militanti de il Programma comunista. Chiusi nelle loro granitiche certezze i bordighisti ci parlano solo di “Amadeo” (“come dice Amadeo...”, “come scrive Amadeo...”) e non perdono occasione di rinfacciarci, quasi fosse una colpa, la nostra natura di studenti piccolo borghesi. Il tutto si risolve in una serie di letture frenetiche, in lunghe discussioni ed in una finale liberatoria litigata. 

Chi non ci rinfaccia nulla e non assume atteggiamenti paternalisti è invece Arrigo Cervetto con cui entriamo in contatto diretto tramite un simpaticissimo e ultradinamico militante leninista (Giulio Pisano, scomparso purtroppo troppo presto) incontrato in uno dei nostri volantinaggi. Cervetto ci ascolta, ci pone domande, si interessa delle nostre attività. L'impatto che ha su di noi è straordinario. Nello spazio di un mese il gruppo si scioglie ed entriamo in massa in Lotta comunista. Inizia così un nuovo percorso, ma questa è un'altra storia.

mercoledì 31 maggio 2023

L'esperienza della Cgil alla FIAT





E' disponibile sul sito Academia. edu l'ultimo quaderno della serie degli Archivi del movimento operaio.di cui riprendiamo la presentazione.

Presentiamo una lunga recensione di Vittorio Rieser del libro di Emilio Pugno e Sergio Garavini sulle lotte operaie alla FIAT dagli anni della ricostruzione ai primi anni Settanta. Apparso nel 1975 su “Politica comunista”, la rivista teorica di Avanguardia Operaia, il saggio testimonia di come a metà degli anni Settanta le avanguardie politiche di classe ritenessero la situazione ancora aperta a esiti positivi, pur esprimendo serie riserve sulla politica del compromesso storico del PCI e sulla pratica della concertazione sindacale, entrambe ai loro primi passi. Da qui la necessità per Rieser, prendendo spunto dal libro di Garavini-Pugno, militanti comunisti al di sopra di ogni sospetto, di fare un bilancio di un ciclo di lotte, che anche se non iniziato con il '68 dalla stagione dei movimenti aveva ripreso forza e slancio, per individuarne potenzialità e limiti nell'ottica di un'ulteriore avanzata del movimento operaio. 

Come sappiamo, le cose sarebbero andate diversamente. Mentre la sinistra rivoluzionaria concludeva il suo ciclo “sovversivo” e si adeguava con l'esperienza di Democrazia Proletaria ai riti (e al malcostume) della politica parlamentare italiana, Berlinguer spingeva all'estremo il tentativo di ingresso al governo di un PCI presentato come forza normalizzatrice offrendo al padronato lo scalpo della combattività operaia. Una politica velleitaria e inconcludente che avrebbe portato da un lato alla sconfitta epocale simboleggiata dalla vertenza FIAT del 1980 e dall'altra al declino irreversibile dello stesso PCI. 

Il 1977 avrebbe testimoniato in modo eloquente il tentativo congiunto Cossiga-Lama-Berlinguer di criminalizzazione del movimento, posto brutalmente di fronte all'alternativa fra le scelte, entrambe perdenti, del riflusso nel privato o del salto nell'illegalità di massa. Una politica culminata nell'aprile 1978 nella sostanziale messa fuorilegge ad opera della magistratura padovana dell'intero movimento antagonista. 

 Nel breve arco di due anni la situazione descritta da Rieser nel suo articolo risultava così radicalmente mutata. Ai quadri comunisti della CGIL veniva ora demandato dal partito il controllo di una conflittualità operaia sempre più assimilata al terrorismo. Sono gli anni delle schedature di massa operate dalla Federazione comunista di Torino, dei rapporti con i servizi segreti e con i carabinieri del nucleo antiterrorismo di Dalla Chiesa finalizzati alla creazione di una rete di spionaggio interna alle fabbriche in funzione antibrigatista, ma che, come rivelerà lo scandalo del 1994 (vedi Appendice), in realtà utilizzata contro ogni forma di insubordinazione operaia anche quando la minaccia terrorista non esisteva di fatto più da anni. Una politica sciagurata che nell'arco di un decennio avrebbe portato al pieno ristabilimento del potere padronale in fabbrica e ad una passività operaia destinata a durare fino ad oggi. (G.A.)



sabato 20 maggio 2023

Italo Calvino a Parigi

 


Nel mare di pubblicazioni, in uscita o già in libreria, in occasione del centenario della nascita dello scrittore, il libro di Fabio Gambaro colma un vuoto. E lo fa con una leggerezza di scrittura che rende la lettura estremamente piacevole, senza mai scadere nel cronachistico. Un libro che consiglio a chi ama Calvino.

"Italo Calvino visse a Parigi per tredici anni, dal 1967 al 1980. Fu un periodo fondamentale per lo scrittore, sul piano personale e su quello letterario. La conoscenza approfondita della cultura francese di quegli anni (Parigi era la capitale della Nouvelle Vague, degli intellettuali engagés, dello strutturalismo, della psicoanalisi), e in particolare gli stretti legami con il gruppo dell'Oulipo (di cui facevano parte Raymond Queneau e Georges Perec) e con Roland Barthes, hanno impresso un'evoluzione fondamentale al suo lavoro e alla sua visione della letteratura.

In quegli anni nascono Le città invisibili, Il castello dei destini incrociati e Se una notte d'inverno un viaggiatore, romanzi molto innovativi, che suscitarono non poche discussioni sulla "deriva francese" dello scrittore.

Per Calvino, Parigi era al contempo un rifugio, un luogo d'esilio e di creazione letteraria, come si legge nel suo Eremita a Parigi. Per certi versi, la capitale francese diventa anche una fonte d'ispirazione. E non a caso se ne ritrovano le tracce in alcune delle sue opere, ad esempio nei racconti di Palomar.

Fabio Gambaro si concentra su questo periodo cruciale della biografia di Calvino per far luce su un'esperienza essenziale ma poco conosciuta dell'autore del Barone rampante. Senza dimenticare che gli anni francesi di Calvino evocano gli ambienti intellettuali parigini, quando la ville lumière era la vera capitale mondiale della cultura. In questa prospettiva, lo sguardo dello scrittore italiano sulla città si rivela ancora oggi acuto e stimolante".

(Dalla quarta di copertina)


Fabio Gambaro
Lo scoiattolo sulla Senna
L'avventura di Calvino a Parigi
Feltrinelli 2023

lunedì 15 maggio 2023

Il Grande Dizionario della Lingua d’Oc Alpina

 


Il Grande Dizionario della Lingua d’Oc Alpina


Sarà presentato al pubblico venerdì 26 maggio alle ore 17.30 presso lo Spazio Incontri della

Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in Via Roma 15 a Cuneo il Grande Dizionario della Lingua d’Oc Alpina, ideato e curato dal Professor Sergio Maria Gilardino, che dopo aver insegnato letteratura comparata all’Università McGill di Montreal si è dedicato allo studio delle lingue del Piemonte, in particolar modo del walser e del piemontese letterario. Il progetto è stato realizzato grazie al sostegno della Fondazione CRC di Cuneo, che sin dalle prime fasi ha creduto nell'importanza di raccogliere e custodire un patrimonio linguistico e culturale straordinariamente vario, prezioso e ancora vitale quale quello delle varietà occitane alpine orientali.

Questo lavoro, iniziato nel 2008, è stato coordinato negli anni dal Comitato per il Grande Dizionario della Lingua d’Oc Alpina, diretto da Aldo Pellegrino e formato da studiosi ed esperti delle varietà occitane del Piemonte, quali Gianpiero Boschero e Renato Lombardo, cui nella fase finale si è aggiunto il supporto dell'Associazione Espaci Occitan.

Il primo risultato del progetto, che ha visto la raccolta e collazione di oltre venti fonti scritte e la realizzazione di una decina di indagini linguistiche in altrettante località non coperte da studi editi, è la creazione di un dizionario di oltre 54.000 lemmi, che sarà disponibile per la consultazione on line sul sito web espaci-occitan.org in formato pdf, fruibile e accessibile gratuitamente al pubblico, per la ricerca di termini in numerose varianti di occitano alpino. Una copia cartacea del lavoro è conservata presso la biblioteca di Espaci Occitan ed è a disposizione per la consultazione tradizionale. Questa prima fase di catalogazione e raccolta potrà auspicabilmente essere integrata in futuro da ulteriori interviste e fonti già raccolte in nuove località.

Interverranno alla presentazione il Presidente della Fondazione CRC Dott. Ezio Raviola, Michelangelo Ghio Presidente di Espaci Occitan, il Prof. Sergio Gilardino curatore del progetto, l’Avv. Aldo Pellegrino Presidente del Comitato per il Grande Dizionario della Lingua d'Oc alpina, e l’Avv. Gianpiero Boschero, redattore della sezione sulla grafia in conformità alle norme dell’Escolo dóu Po.

Saranno presenti anche redattori, informatori e raccoglitori che a vario titolo, con la loro preziosa collaborazione, hanno contribuito alla realizzazione di questo importante e utile strumento per lo studio e l’impiego delle varietà della lingua occitana alpina.

La partecipazione è libera; è gradita conferma allo 0171.904075, segreteria@espaci-occitan.org.

L'arte irregolare e le altre

 


L’ARTE IRREGOLARE E LE ALTRE

Prima parte


Letteratura – linguaggio – avanguardie
Museo d’arte contemporanea di Villa Croce
18 maggio – 28 giugno 2023

MARCO ERCOLANI
Il caso Robert Walser
giovedì 18 maggio, ore 17

GIUSEPPE ZUCCARINO
Il caso Louis Wolfson
giovedì 22 giugno, 0re 17

SANDRO RICALDONE
Art Brut e Avanguardie
mercoledì 28 giugno, ore 17

Dal 6 all’8 ottobre 2023 si svolgerà a Genova l’VIII Festival dell’Outsider Art e dell’Arte Irregolare organizzato da un comitato che coinvolge i maggiori esperti italiani del ramo e, per la parte genovese, dall’Istituto per le Materie e Forme inconsapevoli (I.M.F.I.) di Quarto e dall’Associazione San Marcellino.

Nel percorso di avvicinamento al Festival, il Museo d’arte contemporanea di Villa Croce ospita la prima parte di un ciclo di incontri sul tema del rapporto tra l’Arte Irregolare ed altre discipline, tra cui la letteratura, i procedimenti linguistici, le avanguardie novecentesche.


MARCO ERCOLANI
Il caso Robert Walser
Giovedì 18 maggio 2023, ore 17

Una breve relazione sulla “mite follia” di Robert Walser, scrittore svizzero di lingua tedesca, autore di Jakob von Gunthen, La passeggiata, I fratelli Tanner, prediletto da Kafka. I 526 “microgrammi” che racchiudono prose e romanzi scritti in una illeggibile e minuscola calligrafia, i colloqui con Carl Seelig, la degenza nei manicomi di Waldau e di Herisau, rappresentano l’enigma di Walser: come vivere inesistendo, nascosti al mondo reale, cercando nella scrittura la sola salvezza e nell’internamento psichiatrico l’unico adeguato rifugio all’intollerabile vita concreta. “Non mi trovavo affatto male in corsia. Si sta lì distesi come un albero abbattuto, non c’è bisogno di muovere un dito. Tutti i desideri si addormentano, come i bambini quando sono stanchi di giocare. Ci si sente come in un convento, o un’anticamera della morte”.

Marco Ercolani (Genova 1954) medico psichiatra e scrittore, è stato redattore di “Fanes”, rivista di cultura psicoanalitica, di “Arca. Quaderni di scrittura” e dei “Libri dell’Arca”, con Lucetta Frisa. Tra i libri pubblicati: Col favore delle tenebre (1987); Taccuini di Blok (1992); Vite dettate (1994); Lezioni di eresia (1996); Il mese dopo l’ultimo (1999); Carte false (1999); Il demone accanto (2002); Discorso contro la morte (2008); A schermo nero (2010); Turno di guardia (2011); Preferisco sparire: colloqui con Robert Walser 1954-1956 (2014); Destini minori (2016); Galassie parallele: storie di artisti fuori norma (2019); 14 luglio 1929. Due lettere a Freud (2022), Sentinella (2022), Nottario 2015–2021 (2023). Per le edizioni Viadelvento cura una plaquette di Alberto Giacometti e una di Bruno Schulz. Collabora a Doppiozero, La dimora del tempo sospeso, Il Grande Vetro, Pangea, Metaphorica, e al Festival internazionale di Poesia di Genova. Nel 2020 fonda il blog Scritture.


GIUSEPPE ZUCCARINO
Il caso Louis Wolfson
giovedì 22 giugno 2023, ore 17

La pubblicazione, nel 1970, del libro autobiografico Le Schizo et les langues, scritto direttamente in francese da un giovane e sconosciuto psicotico di New York, ha fatto sorgere non tanto un caso clinico, quanto piuttosto un caso letterario. L’opera infatti ha suscitato l’entusiasmo di scrittori quali Le Clézio e Auster, nonché l’interesse di filosofi come Deleuze e Foucault. In quel libro, l’autore spiegava quali bizzarre tecniche avesse inventato per eludere i discorsi in inglese, fastidiosi alle sue orecchie (specie quando provenivano da sua madre), trasformandoli in un miscuglio di parole francesi, tedesche, russe o ebraiche, simili per suono e senso a quelle di partenza. Quattordici anni dopo, da un altro suo volume, Ma mère, musicienne, est morte…, apprendiamo come è proseguita la sua esistenza: mentre lui dedicava molto tempo a scommettere sulle corse dei cavalli e a sognare un’estinzione della specie umana, sua madre si è ammalata di cancro, cosa che stranamente ha contribuito a far cessare l’ostilità che egli nutriva verso di lei. Ma le avventure dello «schizo» sono continuate anche in seguito, con una vincita milionaria alla lotteria elettronica e il trasferimento in Porto Rico, dove, ultranovantenne, vive tuttora.

Giuseppe Zuccarino, nato nel 1955, è critico e traduttore. Ha pubblicato vari volumi di saggi, tra cui Percorsi anomali (2002); Il desiderio, la follia, la morte (2005); Il dialogo e il silenzio (2008); Da un’arte all’altra (2009); Note al palinsesto (2012); Prospezioni. Foucault e Derrida (2016); Immagini sfuggenti. Saggi su Blanchot (2018); Interscambi. Filosofia, letteratura, pittura (2019); Forme della singolarità. Da Michaux a Quignard (2022). Ha tradotto fra l’altro opere di Bataille, Klossowski, Blanchot, Caillois e Barthes.


SANDRO RICALDONE
Art Brut e Avanguardie
mercoledì 28 giugno 2023, ore 17

Il concetto di Art brut è stato creato nel 1945 dal pittore francese Jean Dubuffet per indicare le produzioni artistiche realizzate al di fuori delle norme estetiche convenzionali (da autodidatti, psicotici, prigionieri, persone completamente digiune di cultura tradizionale). Tra questa arte irregolare e l’arte delle avanguardie del Novecento esiste un rapporto dialettico che, a partire dall’Espressionismo, attraversa il Surrealismo e approda, dopo il secondo conflitto mondiale, a CoBrA estendendosi sino ai nostri giorni.

Sandro Ricaldone (Genova, 1951) è uno studioso e critico d’arte. Dall’inizio degli anni ’80, in parallelo con la proposta di giovani artisti, ha avviato una serie di approfondimenti intorno a gruppi e movimenti attivi nel secondo Novecento, da Cobra a Fluxus, soffermandosi in particolare sul Lettrismo, il Bauhaus Immaginista e la Scrittura Visuale. Ha presentato e organizzato esposizioni di alcuni fra i protagonisti di queste avanguardie contribuendo ad altre significative rassegne d’insieme. Tra le sue pubblicazioni più recenti: L’avant-garde se rend pas (2018) e Da una non breve unità di tempo (2023). È curatore del MADFI – Museo Attivo delle Forme Inconsapevoli di Genova Quarto.

venerdì 5 maggio 2023

Nascita delle Costituzioni di Anderson (1723)

 


Appena uscito su Academia.edu il settimo dei quaderni per la storia della Massoneria e dedicato alle Costituzioni di Anderson del 1723.

Questi i Quaderni precedenti, tutti scaricabili da academia.edu