TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


giovedì 27 luglio 2017

Guy Debord- Asgern Jorn: un incontro all'origine dell'Internazionale situazionista


Terza puntata del nostro mini viaggio alla scoperta dell'Internazionale situazionista. Oggi parliamo dell'incontro fra Asger Jorn e Guy Debord.

Giorgio Amico

Guy Debord- Asgern Jorn: un incontro all'origine dell'Internazionale situazionista

Jorn viene a conoscenza dell'esistenza dell' Internazionale lettrista grazie alla lettura del terzo numero di Potlatch che gli è stato passato dal pittore Enrico Baj che a sua volta lo ha ricevuto direttamente da Debord. Il bollettino gli pare subito interessante, anche se molto confuso, ma ciò che colpisce di più Jorn è l'assonanza fra le sue idee antifunzionaliste e le tesi lettriste:

«Potlatch è interessantissimo, ma assai confuso. Occorre mettersi in contatto con loro... è sorprendente come siamo sulla stessa linea. […] Il lettrismo letterario corrisponde nettamente con la ricerca del segno in pittura, poi una concezione artistica nuova basata sull'incontro immediato tra la soggettività e il mondo obiettivo. Si deve cercare se possibile, di trovare un legame fra questi due movimenti internazionali, il nostro e il loro […] Bisogna assolutamente che noi pubblichiamo i loro testi sull'architettura […] credo che abbiamo trovato qualcosa di importante».


Trattando dell'incontro fra i lettristi e Jorn, Kaufmann, che pur ne rileva l'importanza per la nascita futura dell'Internazionale situazionista, parla di fatto sostanzialmente casuale e aleatorio. In realtà è da quando ha fondato il MIBI e si è collegato ai nucleari che l'artista danese lavora alla costruzione di un più vasto raggruppamento internazionale. Si comprende dunque come la scoperta dell'esistenza a Parigi di un gruppo d'avanguardia su posizioni molto simili alle sue spinga Jorn a cercare immediatamente un contatto. Da Albisola, dove risiede, Jorn scrive a André-Frank Conord esponendo le sue posizioni e richiedendo informazioni sull'attività dell'Internazionale lettrista. Conord gira la lettera a Guy che non perde tempo: già il 16 novembre assieme a Michèle Bernstein scrive a Jorn. La lettera è formale ma anche molto calda:

«Caro Signore, la vostra lettera ci è stata trasmessa ieri da André-Frank Conord, assieme alla copia della risposta che vi ha inviato a titolo personale. Siamo felici di prendere conoscenza della vostra azione in una lotta che è anche la nostra. La necessità di sfruttare a fini passionali gli immensi poteri dell'architettura è una delle affermazioni basilari del nostro movimento. Al di fuori di ogni ambizione artistica, ciò che vogliamo stabilire, è una nuova forma di vita. Per questa impresa l'architettura (Bauhaus) è evidentemente il primo dei mezzi di cui dobbiamo servirci. Noi siamo giustamente uniti dall'idea che l'esistenza sia generalmente insignificante, ma che tocchi a noi costruire dei giochi essenziali. Noi finiremo sicuramente per avere ragione, in architettura come negli altri campi. Ameremmo ricevere i vostri bollettini. Dal canto nostro vi inviamo oggi stesso, con spedizione a parte, dei documenti recenti. Riceverete in futuro le nostre pubblicazioni. Siamo molto favorevoli a ogni forma di collaborazione che potremo mutualmente scambiarci e anche alla ricerca con voi di un programma comune. Crediate alla nosta viva simpatia».

E' l'inizio di una profonda amicizia e di una attiva collaborazione che porterà nello spazio di tre anni alla fondazione dell'Internazionale situazionista. Debord trova in Jorn un artista impegnato, ma soprattutto un marxista. Membro dagli anni Trenta del Partito comunista danese, attivo nella Francia del Fronte Popolare nelle campagne di solidarietà con la Repubblica spagnola, resistente contro l'occupazione nazista, Jorn è un comunista antistalinista, studioso attento dell'opera di Marx. Debord non è particolarmente interessato ad una collaborazione con Baj e i suoi compagni del movimento per un'arte nucleare, impegnati solo in campo artistico. Egli tuttavia ritiene che, nonostante i limiti degli italiani, occorra mantenere i contatti, perchè «il Movimento per un'architettura immaginista, a cui aderiscono, difende in architettura una posizione realmente moderna». Su questo terreno, considerato l'unico realmente rivoluzionario, esistono le condizioni per un accordo e una fattiva collaborazione.


Per rafforzare l'intesa appena raggiunta, Debord traduce in francese Immagine e forma, l'opuscolo che Jorn aveva pubblicato con l'aiuto di Baj nell'ottobre 1954. Qualche estratto esce sul numero 15 di Potlatch sotto il titolo Una architettura della vita. «Jorn ha voluto vederci dopo aver letto Potlatch – racconta Michèle Bernstein – É venuto all'Hotel de la Facultè. É stato subito amore». Il ricordo è sfuocato. Le date non corrispondono. Probabilmente Jorn e Debord si incontrano per la prima volta nel dicembre 1954 in occasione di un soggiorno di Jorn a Parigi. Lo afferma Bourseiller che però non porta alcun argomento a sostegno. La prima data certa è il 23 aprile 1955 quando Debord scrive al danese in merito ad un incontro e poi il mese di settembre, quando Jorn, dopo aver letto l'articolo Perchè il lettrismo?, apparso sul numero 22 di Potlatch, ricontatta Debord per riconfermare il suo appoggio e gli annuncia la sua intenzione di recarsi a Parigi per incontrare di persona i suoi nuovi compagni di lotta. «Arriverò a Parigi – scrive – verso la metà di ottobre e spero che questa volta riusciremo ad incontrarci per iniziare una discussione, che credo sarà fertile».

Come abbiamo visto, Jorn è convinto che il «programma letterario» lettrista corrisponda «esattamente» al programma artistico suo e di Baj. Debord lo è un po' meno, tanto che agli inizi del 1956 scrive a Trocchi che Jorn è «ancora ingombro di formulazione estetiche inutili» Anche la valutazione dell'incontro non è del tutto positiva:

«Asger Jorn è a Parigi. Egli insiste molto per collaborare con noi. È un uomo simpatico e intelligente. Ma ancora ingombro di qualche formulazione estetica inutile. Per cui le conversazioni che ho avuto con lui mi hanno profondamente annoiato; e al presente lascio i nostri amici continuare la discussione. Si vedrà ciò che si può fare».

Tra la fine del 1955 e l'inizio del 1956 il processo di avvicinamento dei due gruppi si accelera. Jorn fonda con Pinot Gallizio e Piero Simondo il Laboratorio sperimentale di Alba, contemporaneamente acquista un piccolo studio a Parigi, convinto che la partita decisiva si giochi soprattutto in Francia. Quanto a Debord, egli inizia a pensare ad iniziative comuni che vadano oltre il semplice scambio di materiali. Egli ha fin da subito ben chiaro che solo un rapporto organico con Jorn può permettere alla minuscola Internazionale lettrista di uscire definitivamente dall'ambito parigino ed assumere finalmente respiro europeo. Esiste, scrive compiaciuto a Wolman, «una marmaglia franco-belga-italiana che inizia ad amarci molto, a trovare che abbiamo dello spirito».


(Da: Giorgio Amico, Guy Debord e la società spettacolare di massa, Massari editore, 2017)