TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


domenica 19 agosto 2018

Confessione di un nemico del popolo



Lo ammetto, sono un nemico del popolo.


Giorgio Amico

Confessione di un nemico del popolo


«I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli. La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità».

Lo affermava prima di morire Umberto Eco. Le reazioni che si sono scatenate sui social dopo la tragedia di Genova ne sono la triste conferma. Ma mostrano anche qualcosa di più profondo, radicato nella storia e nel carattere di un popolo che è al tempo stesso anarcoide nei fatti e forcaiolo nelle parole.

In nome del “popolo sovrano” oggi si grida sui social contro lo Stato e i “politici” che non applicano le normative o non fanno con rigore i controlli previsti dalle leggi. Ma sono gli stessi che inveiscono contro Equitalia quando mette in riscossione le multe a chi non ha applicato le norme sulla sicurezza sul lavoro , che invitano a “farsi furbi” ed autocertificare il falso nel caso dei vaccini o dell'esenzione dai ticket, che attaccano la burocrazia perchè, applicando le norme e operando i controlli previsti dalle leggi, intralcia il lavoro di padroni, padroncini, intrallazzatori, faccendieri e via discorrendo. 

Sono il popolo dei furbi, degli evasori e degli abusivi di ogni genere, di quelli che sanno sempre come fare. Sono quelli che ai funerali si fanno i selfie con i potenti di turno.

Un popolo che nella vita quotidiana ritiene suo sacrosanto diritto infischiarsene di leggi e regolamenti, salvo poi esigere le forche in piazza “senza attendere i tempi della giustizia” (come è stato autorevolmente detto da un illustre cultore del diritto) quando poi si contano i morti. Sono stati fascisti , democristiani, berlusconiani. Andavano tutti bene basta che gli facessero fare i comodi loro e soprattutto li facessero sentire con la coscienza in pace e orgogliosi della loro assoluta mancanza di cultura. Oggi sono cinque stelle e leghisti. Non ci stupisce.