TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


lunedì 1 luglio 2019

5. Il segreto delle cattedrali




L'opera in cui la corporazione muratoria trasfuse per intero il suo sapere iniziatico fu la cattedrale gotica. In questo capitolo si accennerà al linguaggio simbolico della cattedrale, ai suoi rapporti con l'alchimia e infine al più spinoso dei problemi: il rapporto fra Liberi Muratori e Templari.

Giorgio Amico

Il segreto delle cattedrali

Abbiamo già visto come per i cronisti medievali l'esistenza stessa della corporazione muratoria fosse intimamente legata ad un grande, inesplicabile segreto. Un segreto che resta tale ancora oggi. Mai, nel corso dei secoli, un Maestro architetto tradì il giuramento tanto solennemente prestato al momento dell'accoglienza nella confraternita. Mai, nonostante le ricerche di generazioni di studiosi, fu possibile rinvenire un solo documento che gettasse una qualche luce sui segreti dell'associazione.

Attorno alla Massoneria andò così condensandosi col trascorrere del tempo quell'alone di mistero che ancora oggi essa di porta appresso e che ha costituito nei secoli l'argomento preferito di chi, forte della credulità popolare, intese intralciarne il cammino. E basi a questo proposito il celebre episodio delle «rivelazioni» di Leo Taxil.



Eppure proprio coloro che più si accanirono contro i presunti «misteri» della Massoneria ne furono paradossalmente i depositari e i custodi.

Quasi per un'ironia della storia, la Chiesa, per secoli accanita persecutrice dei Liberi Muratori, custodì gelosamente, senza afferrarne l'intimo significato, proprio l'opera in cui essi avevano trasfuso tutto il loro sapere iniziatico. Quest'opera, meravigliosa e solenne al tempo stesso, simile a un gigantesco libro di pietra, è la cattedrale gotica.

In essa, chi sa leggervi, ritrova intatto l'antico sapere degli iniziati del Medioevo: dai rapporti rigorosamente numerici fra le sue parti, ai rosoni alchemici, dai capitelli scolpiti riproducenti gli atteggiamenti rituali, a motivi islamici, buddistici e perfino cinesi e tibetani, giunti in Europa al seguito dei cavalieri crociati di ritorno dall'Oriente.

Tutto il grande patrimonio simbolico della Massoneria medievale è racchiuso dentro al gran libro della cattedrale. Il fatto che la Chiesa sia sempre costruita con l'abside rivolta a sud-est e la facciata a nord-ovest risponde all'intenzione che i fedeli entrando nel luogo sacro da Occidente (il regno delle tenebre) ,avanzassero verso l'Oriente, dove sorge il sole e da dove proviene la Luce.

Così la pianta a forma di croce latina con la semplice aggiunta di un'abside semicircolare o elittica assume la forma e il valore simbolico della croce ansata, l'ank sacro ai sacerdoti dell'antico Egitto, che indica la Via universale nascosta nelle cose.

Così i labirinti tracciati sul pavimento all'incrocio tra la navata e il transetto, simboleggiano le asperità dell'Opera e l'impossibilità per l'uomo privo di una guida sicura (la figura del grande iniziato – spesso Salomone - effigiata al centro del tracciato dedalico) di trovare e mantenere il retto cammino sulla via della perfezione interiore.

   Chartres

Così le scale a chiocciola, racchiuse all'interno delle torri della facciata, alludono alla necessità nelle alterne vicende dell'avventura terrena di mantenersi fedeli ad un asse centrale spirituale, il solo in grado di attribuire significato al mistero dell'esistenza.

Così, infine, i rosoni e le vetrate, tanto artisticamente cesellate, esprimono con i loro vividissimi colori l'ansia di purificazione e di autoperfezionamento che rendeva incandescente il sogno alchemico.

Il grande iniziato che si cela sotto il nome di Fulcanelli ha scritto a questo proposito parole ricche di poesia:

In seguito a questa disposizione, uno dei tre rosoni che ornano il transetto e il grande portico non è mai illuminato dal sole; è il rosone settentrionale che s'irradia nella facciata del transetto sinistro. Il secondo fiammeggia al sole di mezzogiorno; è il rosone aperto all'estremità del transetto destro. L'ultimo si illumina ai raggi colorati del sole che tramonta; è il grande rosone del portale, di gran lunga più grande, per estensione e per bellezza dei suoi fratelli laterali. In questo modo, sul frontone delle cattedrali gotiche si succedono i colori dell'Opera, secondo un processo circolare che va dalle tenebre, - rappresentate dall'assenza e dal colore nero, - alla perfezione del colore rosso, passando per il colore bianco, considerato come una media tra il nero e il rosso».35 [La nigredo, l'albedo e la rubedo sono le tre fasi dell'opera alchemica. Nota aggiunta a questa riedizione]



La costruzione delle cattedrali segna anche il periodo di massimo splendore della corporazione; infatti come nota il Lennhoff:

«I membri di questa grande corporazione di Fraatelli, i costruttori dei monumenti gotici erano altamente rinomati quali possessori di cognizioni e tradizioni del tutto particolari, di nozioni che essi soli avevano e che permettevano loro di innalzare le loro slanciate colonne, di tendere le loro ampie volte ed i loro archi tanto tesi, di calcolare in modo che fosse possibile che essi sostenessero il peso sovrastante e che l'enorme pressione fosse esattamente ripartita». 36

I maestri architetti francesi girano l'Europa aprendo cantieri ovunque richiesti. Dalla Spagna alla Polonia, dalla Scandinavia all'Ungheria il gotico porta il suo linguaggio simbolico in ogni angolo del continente. In Germania le cattedrali di Strasburgo e Colonia si ispirano ai modelli francesi di Reims ed Amiens; in spagna si costruisce a Toledo, Burgos e Leon sulla falsariga di Bourges; in Olanda, in Scandinavia, in Ungheria, in Italia, in Polonia, dove a Cracovia San Stanislao riproduce fedelmente la pianta della cattedrale di Amiens, la Libera Muratoria rivela, nella frantumazione degli angusti limiti nazionali, la sua vera essenza universalistica.

D'altronde, secondo la tradizione iniziatica ripresa da Fulcanelli, la stessa definizione di arte gotica (art gotique) altro non sarebbe che una deformazione del termine «argotique» con la quale si indicava nel Medioevo la lingua segreta internazionale degli iniziati, una sorta di esperanto che permetteva ai veri sapienti di ogni paese di comunicare fra di loro al di là delle barriere linguistiche.

«I dizionari» argomenta Fulcanelli «definiscono la parola “argot” come “il linguaggio particolare di tutti quegli individui che sono interessati a scambiasi le proprie opinioni senza essere capiti dagli altri che stanno intorno”. È quindi, una vera e propria cabala parlata (…). Ancor oggi si dice di un uomo molto intelligente, ma anche assai scaltro: sa tutto, capisce l'argot. Tutti gli iniziati si esprimevano in argot, anche i vagabondi della Corte dei Miracoli – Col poeta Villon alla loro testa – ed anche i Frimasons o frammassoni del Medioevo, che “costruivano la casa di Dio” ed edificavano i capolavori argotiques ancor oggi ammirati».37

Negli ultimi anni, poi l'attento esame dell'enorme patrimonio iconografico rappresentato dai capitelli scolpiti, dalle decorazioni delle facciate e dei portali, ha recato ulteriori argomenti a sostegno della tesi che nell'ambito delle corporazioni muratorie si sarebbe celata una ultrasegreta società esoterica depositaria della più antica tradizione iniziatica.

Proprio in questo senso l'Ambesi fa rilevare come «i Massoni operativi medievali riuscirono ad infiltrare nelle raffigurazioni testamentarie ed apocalittiche allegorie e simboli che nulla avevano a che spartire con l'insegnamento della Chiesa di Roma, ma che si collegavano con segreti nodi al preesistente mondo pagano e alla grande tematica gnostica, d'elaborazione asiatica ripudiata dal Cristianesimo».38



È una tesi che porta assai lontano e che si collega a chi, per spiegare il rapido fiorire del gotico nei secoli XII e XIII, ha sostenuto l'ipotesi di una filiazione della Libera Muratoria dall'Ordine del Tempio allora in piena espansione. È il caso del francese Charpentier, la cui opera 39 contiene una massa di informazioni preziose mescolate purtroppo ad altre che non possono che lasciare perplesso il lettore, quale la asserita derivazione templare di alcuni miti delle civiltà precolombiane del Centroamerica.

Ora è certo che l'influenza delle crociate sulla cultura europea fu notevole e valse a far riscoprire in Occidente «il fascino del misticismo orientale che i secoli avevano sopito, i suoi segreti, le sue magiche formule esoteriche».40 Così come è assodato che contatti anche stretti intercorsero fra i templari e le associazioni di mestiere ed in particolare quella muratoria,

dopo lo scioglimento dell'Ordine e l'esecuzione dei suoi capi nel 1314, le confraternite operaie accolsero nel loro seno i membri del Terzo Ordine del Tempio, coloro cioè (sellai, fabbri, armieri, carpentieri, ecc.) che nelle Case dell'Ordine assolvevano ai compiti non militari e non religiosi. Essi erano degli operai altamente qualificati, che grazie alla loro permanenza nelle fila templari, avevano potuto arricchire il loro bagaglio professionale con tecniche nuove ancora sconosciute in europa; è chiaro, quindi, l'impulso che da questo afflusso di sangue nuovo venne all'avanzamento delle associazioni di mestiere.

Tutto ciò, se vale a spiegare le persecuzioni di cui in seguito esse furono fatte oggetto da parte delle autorità ecclesiastiche, non porta però alcun sostegno documentabile all'ipotesi avanzata per la prima volta nel Settecento, che i cavalieri superstiti ricostituissero al coperto delle confraternite operaie o delle logge massoniche i capitoli dell'Ordine.

Ciò che in realtà turbava e turba ancor oggi molti, è il dover riconoscere le origini operaie e democratiche della Libera Muratoria- Proprio a questo scopo vennero introdotti nelle logge, a fianco degli umili simboli del lavoro (la squadra, il compasso, la cazzuola, ecc.) una miriade di altisonanti gradi cavallereschi, destinati a snaturare irrimediabilmente l'antica semplicità della fratellanza.

A tutti costoro sfugge il particolare concetto che il Maestro Massone medievale aveva del lavoro, non subito «come un male necessario, un compito ingrato ma obbligatorio, ma elevato all'altezza di un sacramento, trasmutato in un atto d'amore, incluso nell'organizzazione di Dio, l'architetto supremo».41

(Da: G. Amico, Dalla Massoneria di mestiere alla Gran Loggia d'Inghilterra, CSI, Ars Graphica, Savona 1980)

35 Fulcanelli, Il mistero delle cattedrali, Mediterranee, Roma 1972, p. 53-54.
36 E. Lennhoff, Il Libero Muratore, Bastogi, Livorno 1976, p. 36.
37 Fulcanelli, cit., p. 46.
38 Cesare Ambesi, Storia della Massoneria, De Vecchi, Milano 1977, p. 90-92.
39 Louis Charpentier; I misteri dei Templari, Atanor, Milano 1972, p. 234
40 Achille Pontevia, Cattolicesimo e Massoneria, Atanor, Roma 1948, p. 46.
41 Georges Bordonove, Il rogo dei Templari, Longanesi, Milano 1972, p. 234.

Una precisazione è doverosa: in questi quasi 40 anni la ricerca storica sulle origini della Massoneria ha fatto passi da gigante, il testo è quindi da considerarsi datato, come peraltro dimostrano i testi citati, i più recenti dei quali sono degli anni '70.

5. Continua