TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


martedì 4 maggio 2021

Asimov ritrovato

 


È in libreria Delitto all'ABA, forse il più intrigante dei romanzi polizieschi di Isaac Asimov. Autore molto più noto al grande pubblico come scrittore di fantascienza e divulgatore scientifico. Il romanzo, di cui proponiamo la recensione di Enrico Tiozzo, docente emerito di letteratura italiana all’Università di Göteborg, era già stato pubblicato da Mondadori nel 1977 ma, come avverte l'editore in una sua nota editoriale, con pesanti tagli per restare nel formato standard di un centinaio di pagine delle collane “Gialli Mondadori” o “Urania”. Sempre per ridurre il testo alle dimensioni di libriccino da edicola ferroviaria si era provveduto a una traduzione assai libera, che spesso sostituiva pagine intere con parafrasi. La nuova edizione è dunque la prima integrale e con una traduzione che rende perfettamente il senso autentico del testo. Una felice riscoperta per l'appassionato di gialli che finalmente si trova nelle mani una edizione integrale e filologicamente corretta di un testo non secondario della letteratura poliziesca. Quanto a noi, siamo ancora più felici di segnalare l'esordio letterario di Laris Massari, traduttore e curatore esemplare del testo, che ha arricchito con una introduzione e un corpo di note che ne facilitano la lettura. Si, perché, Laris, che abbiamo conosciuto bambino, ha appena compiuto 17 anni e con questo lavoro si segnala come una promettente speranza del panorama letterario ed editoriale italiano.

G.A.


Enrico Tiozzo

Asimov ritrovato

Con la pubblicazione di Delitto all’ABA (Massari editore, 2021), in traduzione integrale e con un ricco apparato di note, viene finalmente restituito ai lettori italiani nella sua interezza un magistrale giallo di Isaac Asimov che ha circolato per quasi mezzo secolo, fin dall’uscita nel 1976, in una versione alterata dalle manipolazioni editoriali (a cominciare dal titolo). A metterle puntualmente in luce e a documentarle, al di là di ogni ragionevole dubbio, ha provveduto finalmente il curatore e traduttore della nuova edizione, Laris Massari, che ha compiuto una fine e accurata operazione filologica riuscendo nello stesso tempo a rendere al meglio lo stile incalzante e avvincente dell’originale inglese, Murder at the ABA.

Nell’edizione uscita nel 1976 e in quelle successive fino al 2012 il libro di Asimov, come dimostra il curatore italiano, era stato vittima di tagli arbitrari su brani da ritenersi essenziali ma giudicati superflui, insignificanti o difficili da tradurre, per un totale di 17 pagine, con un processo di riscrittura dell’originale, capace di spingersi fino alla parafrasi in italiano di alcuni passaggi del testo inglese. Ci voleva un piccolo editore impavido per mettere in evidenza una prassi spiacevole che purtroppo è divenuta quasi abituale per troppe case editrici quando decidono di pubblicare la traduzione italiana di un originale in lingua straniera.

L’aspetto prioritario infatti è di dare al libro uno stile ritenuto «adatto» al lettore italiano, considerato più «leggibile» dal traduttore e dall’editore, anche se ciò comporta un’evidente manipolazione o perfino una vera e propria riscrittura del testo originale. Il problema naturalmente non è nuovo né solo italiano: fra gli altri, se n’è occupato autorevolmente Milan Kundera, nel suo I testamenti traditi, a proposito delle traduzioni di Kafka in lingua straniera.

Nella traduzione elegante ma fedelissima di Laris Massari, il trascinante romanzo giallo di Asimov riacquista tutti i colori smaglianti dell’originale. Il traduttore ha operato come il restauratore che pulisce la superficie di un quadro mediocre per ritrovare il capolavoro che era stato coperto da un pittore occasionale.

Giallista atipico - come non è strano che accada a uno scrittore dai molteplici interessi - ma tutt’altro che spaesato nella letteratura poliziesca, Asimov, con Delitto all’ABA, costruisce un romanzo che fila via come il vento, tra l’umorismo sottile ispirato al suo amato Wodehouse, l’atmosfera riecheggiante a tratti i toni hardboiled del giallo statunitense, e quell’unità aristotelica di tempo, spazio e luogo che è la chiave di volta delle trame più coinvolgenti e riuscite, perché il lettore si sente chiamato in causa, sa di trovarsi sul posto e capisce, di pagina in pagina, che gli eventi stanno prendendo forma sotto i suoi stessi occhi, nel loro divenire.

Magistrale la caratterizzazione dei personaggi, disegnati con pochi ma efficacissimi tratti di penna, in uno stile che ricorda quello di Saul Bellow: «Eccolo lì, a grandezza naturale (poco più di un metro e ottanta), con la sua faccia gradevole e sorridente, con i suoi occhiali pince-nez del tipo che non ti aspetteresti di trovare al di fuori di un museo.

«Combinato con una barbetta bianca sul mento e una crescita generosa di baffi, ugualmente bianchi, sembrava una figura letteraria del diciannovesimo secolo». Altrettanto efficace è lo scambio di battute nei numerosi dialoghi, sempre serrati e percorsi da un geniale umorismo interno, mentre le situazioni in cui viene a trovarsi l’io narrante sono originali e provocatorie. Qui gioca un ruolo determinante l’abilità del traduttore, la sua capacità di rendere in un italiano scorrevolissimo lo stile di Asimov, attento a ogni sfumatura, fedele e insieme creativo.

Ma qual è la traduzione ideale? È necessario partire dal traduttore che dev’essere in grado di padroneggiare, quasi allo stesso modo, la lingua da cui e quella in cui traduce, anche se sappiamo che il bilinguismo perfetto è rarissimo. La fedeltà al testo originale è l’aspetto più importante, fermo restando che le pagine dell’originale devono essere rese stilisticamente al meglio nell’altra lingua. Un pericolo sempre in agguato sono le varianti, cioè le tentazioni di usare parole o espressioni che sono «vicine» a quelle dell’originale, ma che il traduttore ritiene più eleganti o tout court migliori. Kundera fa un esempio calzante a proposito dell’uso dei pronomi e dei sinonimi nelle traduzioni dei libri di Kafka. Se nella stessa frase di un suo libro, Kafka ha ripetuto per tre volte lo stesso sostantivo, il traduttore, pur considerando inelegante la sequenza, non deve servirsi di sinonimi ma deve ripetere anche lui per tre volte lo stesso sostantivo. Bisogna ricordare che Kafka, se avesse voluto servirsi di sinonimi o di pronomi, lo avrebbe fatto da solo. Ma è grave anche quando il traduttore decide di «saltare» il passaggio di un libro non per distrazione, ma perché non capisce il senso del testo e non riesce a tradurlo. Onestà vorrebbe che consultasse l’autore stesso o un esperto, oppure che, permanendo l’intraducibilità, usasse le parentesi quadre riportando in nota il testo originale e il problema di traduzione incontrato, soluzione che però viene immancabilmente esclusa a meno che non si tratti di un testo arcaico.

Altrettanto deprecabili sono i veri e propri errori di traduzione. Purtroppo tutti i traduttori ne fanno qualcuno, ma l’essenziale è che siano pochissimi. Anche padroneggiando una lingua possono capitare espressioni o neologismi dal significato speciale e ben diverso da quello apparente. Ricordo il termine «foglio rosa» di un romanzo italiano, tradotto alla lettera in svedese senza sapere che in italiano il termine indicava il permesso provvisorio di guidare un’automobile, con il risultato della totale incomprensibilità del passaggio in questione. Oppure la parola «vite» tradotta come vitigno mentre significava l’organo di fissaggio, ma gli esempi sono infiniti in tutte le lingue oggetto di traduzioni.

Qui si tratta tuttavia di errori «preterintenzionali», che possono anche essere perdonati giacché il compenso pagato ai traduttori è notoriamente basso e chi traduce deve esporsi a qualche rischio. Imperdonabili invece omissioni e tagli decisi a mente fredda e per motivi di bottega. Per fortuna ogni tanto, come nel caso di Delitto all’ABA, c’è chi rimette le cose a posto.


Isaac Asimov
Delitto all'ABA (Ediz. integrale)
Curatore: Laris Massari
Massari Editore, 2021
16,50 euro