TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


lunedì 30 marzo 2020

"Erba e Fucile". La controcultura underground va alla guerra




Riletti per voi: Underground: a pugno chiuso! di Andrea Valcarenghi

Giorgio Amico

"Erba e Fucile". La controcultura underground va alla guerra

Il 15 novembre 1966 esce a Milano il primo numero di Mondo Beat, giornale underground che si rifà all'esperienza dei beatnicks americani e dei provos olandesi. Sulla sua scia si formano immediatamente gruppi a Roma e in altre parti d'Italia. Nella capitale a dare solidità al movimento sono Marco Pannella e gli attivisti del Partito Radicale, affascinati da quella stramba umanità fatta di marginali, anarchici, vagabondi e proto-tossici.

Gli abiti stravaganti e i capelli lunghi sono i segni distintivi del movimento. "I capelli lunghi - scrive Valcarenghi - sono una comunicazione, servono per riconoscersi, per dimostrare il nostro odio verso quello che rappresentavano i capelli corti, l'ordine borghese, i colletti bianchi".

A marzo '67 Mondo Beat si trasforma in una rivista a stampa, diffusa in tutta Italia nel circuito delle librerie Feltrinelli.

Con le prime agitazioni studentesche, il movimenta si inserisce nelle lotte degli studenti e poi nelle occupazioni delle Università milanesi, la Statale e la Cattolica, assumendo progressivamente con un adeguamento inevitabile allo spirito del tempo una caratterizzazione maoista. Ma di un maoismo particolare, ironico e non privo di manifestazioni dissacranti a partire dall'immagine di un Presidente Mao capellone e alternativo che non disdegna tra uno slogan e l'altro anche di farsi un a canna.

Nel 1970 Mondo Beat diventa Re Nudo. A dicembre Milano è tappezzata di scritte con re Nudo seguito da un punto interrogativo. I milanesi non capiscono cosa significhi, che senso abbia. La cosa fa scalpore. Il lancio perfetto per il nuovo giornale che già al primo numero a Milano supera le ottomila copie vendute.

"Nel 71 - scrive Valcarenghi - l'underground esplode anche in Italia. I gruppi rivoluzionari non sono in grado di dare una risposta al problema del superamento della scissione fra attività politica e vita privata".

Re Nudo, tutto sesso liberato droga e musica, cerca di spostare un movimento rivoluzionario che coinvolge centinaia di migliaia di giovani da un terreno astrattamente politico alla contestazione della vita quotidiana in tutti i suoi aspetti. Il privato diventa politico. È quello che su un altro versante sta tentando di fare con la pratica della autocoscienza il nascente movimento femminista.

Re Nudo punta sul fumo, sulla musica, sul sesso liberato secondo la lezione reichiana, ma riflette comunque anche l'incupirsi dei tempi, la strategia della tensione e lo squadrismo nero, le tentazioni di una risposta armata.

"Tutto il potere al popolo" e "Erba e Fucile" diventano gli slogan di Re Nudo. Come per i gruppi della Nuova sinistra è l'inizio del declino. Lo capisce benissimo Pannella che nell'introduzione, ferocemente polemica, al libro di Valcarenghi, ammonisce:

"Fare dell'erba un segno positivo e definitivo di raccordo e di speranza comuni mi par poco e sbagliato. Né basta, penso, aggiungervi come puntello il vostro 'fucile' (...) armi suicide per chi speri ragionevolmente di poter edificare una società (un po' più) libertaria, di prefigurarla rivoluzionando se stesso, i propri meccanismi, il proprio ambiente e senza usar mezzi, metodi, idee che rafforzano le ragioni stesse dell'avversario (...) la rivoluzione fucilocentrica o fucilo-cratica, o anche solo pugnocentrica o pugnocratica non è altro che il sistema che si reincarna e prosegue".

Siamo nel 1973 e forse nemmeno Pannella immaginava quanto profetiche si sarebbero presto dimostrate queste sue parole. Il 1977 sarebbe stata l'ultimo scossone. Una grande festa collettiva destinata a finire presto con il sequestro Moro e la grande sconfitta operaia alla FIAT. Due eventi epocali che cambieranno il segno della politica e della società italiana. Inizia un'epoca buia da cui non siamo ancora usciti.