TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo.

Vittorio Alfieri
(1790)


martedì 26 agosto 2014

La crisi della Massoneria medievale e la nascita del mondo moderno



Storia della Massoneria 3. Oggi trattiamo del declino della Massoneria medievale conseguenza della nascita del mondo moderno.

Giorgio Amico

La crisi della Massoneria medievale e la nascita del mondo moderno

Il periodo compreso fra la seconda metà del '400 e la fine del '600 fu caratterizzato da profondi cambiamenti economici, culturali e politici. La scoperta dell'America con l'aprirsi delle rotte atlantiche e la Riforma protestante con la rottura dell'unità religiosa e culturale dell'Occidente trasformarono il mondo tanto da segnare per convenzione l'inizio di una nuova fase della storia umana. Lentamente moriva il mondo medievale e nasceva il mondo moderno. L'Europa ne uscì radicalmente trasformata e l'Inghilterra non fu da meno.

Per quanto attiene all'industria delle costruzioni i mutamenti furono radicali e incisero in profondità sulla vita stessa dell' Arte muratoria che iniziò un declino destinato ad arrestarsi solo agli inizi del XVIII secolo con la nascita a Londra della Gran Loggia d'Inghilterra e di quella Massoneria speculativa destinata a prendere il posto della libera muratoria medievale e a diffondersi nell'arco di pochi decenni in tutto il mondo, acquisendo così quel carattere di universalità che da allora la contraddistingue.

La Riforma

La Riforma segnò la fine dell'epoca della costruzione di grandiosi edifici religiosi, la fase delle cattedrali gotiche e delle grandi abbazie. Con il protestantesimo l'accento si spostò da una religiosità rivolta verso l'esterno e il fare ad una visione più intima e personale focalizzata sulla fede. A una religiosità popolare incentrata su riti di massa che richiedevano grandi spazi si sostituì una pratica “privata” basata fondamentalmente sul rapporto diretto del singolo con il mistero del divino. Il rito fu ridotto all'essenziale, sparì il culto dei santi, la credenza nel Purgatorio, le processioni. Gli ordini religiosi furono spazzati via, le Abbazie e i conventi demoliti.

La Chiesa che, assieme alla Monarchia, era stato il princiale committente dell'industria delle costruzioni sparì quasi totalmente dalla scena. Quanto alla Corona, essa riorientò le sue priorità. Occorreva sfruttare le enormi potenzialità offerte dalle nuove rotte e dai nuovi continenti. La grandezza dell'Inghilterra non sarebbe più stata simboleggiata dai suoi castelli e dalle sue cattedrali, ma dalle sue navi e dai suoi porti. La monarchia abbandonò la costruzione di edifici religiosi e si dedicò a finanziare la costruzione di cantieri navali e porti e di una rete stradale adeguata a far circolare le merci in partenza o in arrivo. Il rafforzamento dell'identità nazionale diventò fattore centrale della costruzione del consenso e dell'egemonia, al posto delle opere di religione. La monarchia si affrancava dalla Chiesa.




Cambiamenti nell'organizzazione del lavoro

L'edilizia cambiò segno. Ci fu una considerevole espansione delle costruzioni private. Palazzi signorili e case popolari in pietra sostituirono le costruzioni in legno che fino a metà del Cinquecento erano state la norma nelle città inglesi. Le nuove opere, intraprese da privati o dalle municipalità, erano molto più ridotte per dimensioni da quelle precedentemente intraprese da Chiesa e Corona. Cambiò di conseguenza l'organizzazione del lavoro. Sparirono i grandi cantieri. Proliferarono quelle che oggi chiameremmo piccole imprese edili. Un impresario, titolare del contratto con il committente, che lavorava alla costruzione coadiuvato da alcuni operai alle sue dipendenze. Il lavoro diventò più semplice e meno specializzato. Il piccolo cantiere non richiedendo la complessa e articolata organizzazione delle mansioni necessaria per le grandi opere del passato. Venne di fatto abbandonata la regola secondo cui un apprendista non poteva essere impiegato se non in presenza del maestro. Aumentò di conseguenza il numero degli apprendisti. L'apprendistato perse il suo carattere di periodo di formazione a termine per diventare un serbatoio di manodopera da utilizzare a pieno, ma con salari ridotti, non molto diversamente dai moderni precari con contratto di formazione-lavoro.

Iniziò un processo di forte differenziazione sociale all'interno del Mestiere, solo una minoranza ristretta avendo il capitale necessario per mettersi in proprio. Il ruolo di Maestro non fu più dovuto solo al merito acquisito in una vita di perfezionamento professionale, ma sempre più legato alla disponibilità di capitale e dunque il ruolo tese a farsi ereditario. Le nozioni tecniche ( i segreti dell'Arte) furono ancora più gelosamente custoditi che nel passato e trasmessi ad una platea sempre più ristretta di aspiranti.

Peggiorarono le condizioni di lavoro. Al Tempo della Chiesa, scandito da frequenti ricorrenze religiose e da una visione del mondo che limitava rigidamente l'idea stessa di profitto, si sostituì progressivamente il Tempo del Capitale che proprio nell'accumulo del profitto vedeva il manifestarsi della Grazia divina. Una mutazione descritta da Max Weber (1864-1920) nel suo capolavoro sull'etica protestante e lo spirito del capitalismo.



Peggioramento delle condizioni di vita

Fu un periodo di forte crescita economica alimentato dallo sfruttamento sistematico delle nuove colonie americane e poi (dal Seicento) dalla Tratta degli schiavi africani base fondante di quel commercio triangolare che rappresenterà per oltre un secolo il cuore del miracolo economico inglese. Una crescita tanto forte da far scrivere gli storici di una prima “rivoluzione industriale” nel secolo precedente la guerra civile.

Un periodo caratterizzato da una forte crescita dei prezzi, conseguenza diretta dell'arrivo dall'America di grandi quantità d'argento e d'oro. Un processo inflattivo comportante la riduzione del potere d'acquisto dei salari e dunque il peggioramento delle condizioni di vita dei lavoratori e delle loro famiglie.

Se si osservano le tabelle riportate da Knoop in “The Genesis of Freemasonry”, apparso nel 1947, ma ancora oggi opera fondamentale di riferimento, questo processo di progressiva proletarizzazione appare evidente. Il XVI e il XVII secolo segnano una forte crescita dei salari monetari, ma una molto più forte riduzione del loro potere d'acquisto. Ne diamo una sintesi:

Anni
Salari giornalieri dei muratori
Prezzi dei generi alimentari
Potere d'acquisto
1501-1510
100
100
100
1551-1560
163
290
67
1602-1612
200
470
52

Dunque nel corso del XVI secolo mentre i salari raddoppiano i prezzi quasi quintuplicano con il risultato che a parità di lavoro il salario giornaliero reale in termini di potere d'acquisto di beni di prima necessità di un muratore (mason) inglese dell'inizio del '600 era pari a circa la metà di quanto guadagnato un secolo prima. Una tendenza al ribasso che proseguirà per tutto il XVII secolo e poi nel Settecento.

Christopher Wren























Nuove figure professionali

In questo contesto il Master mason, figura centrale nella industria medievale delle costruzioni, nel XVI secolo perde rapidamente di importanza. Eppure l'arte di costruire si raffina. I progetti e i disegni delle costruzioni scarsissimi fino ad allora si moltiplicano, ma non sono più opera dei maestri massoni, ma di una nuova figura, estranea all'Arte che prefigura quelle dell'ingegnere e dell'architetto moderno.

Sono i cosiddetti “Gentleman Architect”, dove l'aggettivo sta a indicare lo status intellettuale e non manuale o professionale di uomini di elevata condizione sociale e di grande cultura, che hanno viaggiato e accumulato una conoscenza diretta della cultura antica e che a un certo punto della loro vita, mettendo in pratica l'ideale leonardiano del genio universale, si dedicano all'architettura come prima si erano dedicati alla scienza o all'arte.

Ben li rappresenta Sir Christopher Wren (1632-1723), il più grande architetto della sua epoca, celebre soprattutto per aver diretto i lavori di ricostruzione del centro di Londra dopo il disastroso incendio del 1666 e, ispirandosi alla Basilica di San Pietro, l'edificazione della Cattedrale di St. Paul, il più importante edificio rinascimentale inglese. Prima scienziato e astronomo, fondatore e poi presidente della Royal Society, Wren solo in età matura si dedicherà all'architettura.

L'architettura dunque si autonomizza dall'opera concreta del costruire. Come la matematica o la filosofia o il disegno, diventa uno degli ambiti di formazione del perfetto gentiluomo. Nel 1563 esce il primo libro inglese di architettura , The first and chief groundes of architecture di John Shute, “paynter and archytecte”, protetto del Duca di Northumberland. Il libro, che riscuote grande successo, riprende e diffonde gli elementi dell'architettura classica di Vitruvio secondo la rilettura che ne aveva fatto Andrea Palladio (1508-1580). Trionfano i canoni classicistici del Rinascimento italiano, mentre viene rigettata l'arte gotica considerata barbarica.

Il declino dell'Arte muratoria

Tutti questi fenomeni contribuirono a determinare il declino dell'Arte muratoria. La nascente società moderna progressivamente procedette all'affossamento delle strutture politiche, culturali e religiose che avevano sostanziato il mondo medievale e il suo immaginario collettivo. L'autunno del Medioevo, per usare la felice definizione di Huizinga, recava inevitabilmente con se il declino irreversibile dell'istituzione corporativa e l'Arte dei costruttori non rappresentava certo un'eccezione.

3. continua